In principio fu Snapchat, poi Instagram, Facebook, WhatsApp e perfino Twitter: adesso tocca a LinkedIn dare la possibilità ai propri utenti di condividere stories, ovvero foto o brevi video di 20 secondi visibili per 24 ore. L’opzione era già stata resa disponibile in Brasile, Australia, Emirati Arabi, Francia e Paesi Bassi, da oggi anche i 14 milioni di utenti italiani potranno usufruirne.
A differenza dei post, che sono pensati per essere un contenuto consultabile nel tempo, le stories sono uno strumento ideato per aggiornamenti più immediati e in tempo reale, in questo caso anche personali e non solo professionali. Dopotutto, la pandemia, che ha costretto molte persone a lavorare da casa lontano dal proprio luogo di lavoro, ha reso più labile il confine tra vita privata e professione. Dunque, le stories acquisiscono un senso anche su un social network pensato per il mondo del lavoro.
“Rimanere connessi, a livello personale e professionale, non è mai stato così importante come ora. Durante il lockdown i nostri membri hanno utilizzato LinkedIn per tenersi in contatto con colleghi e altre persone sia per cercare consigli, che per trovare nuove opportunità, o semplicemente per tenersi aggiornati. Vediamo le storie come una naturale continuazione di questa connettività più personale tra colleghi, e abbiamo già visto centinaia di migliaia di nuove conversazioni che si sono innescate tramite le storie“.
A parlare è il news editor di LinkedIn Italia, Michele Perri. Durante il lockdown è infatti aumentata in maniera esponenziale la necessità di una connessione tra le persone anche oltre il professionale. Lo smartworking, che rimane comunque una grande risorsa, ha fatto venir meno il contatto umano, talvolta fonte di scambio e idee utili per il lavoro. Quindi LinkedIn ha deciso di aggiornarsi, fornendo ancora più strumenti ai propri utenti per comunicare e scambiarsi informazioni, o semplicemente per far sentire più vicini i colleghi.
Le stories, che possono essere condivide solo tramite le app, sono visibili in alto come in qualsiasi altro social. Oltre alle foto e ai video della durata massima di 20 secondi, l’utente potrà avviare una discussione tramite l’adesivo “La domanda del giorno”: un metodo di interazione diretta meno formale e approfondita di un post.
Dopotutto, anche su LinkedIn esistono gli influencer: motivatori, esperti di risorse umane, lavoratori con un’ampia esperienza alle spalle, giovani impegnati nel campo dell’innovazione che quotidianamente diffondono messaggi importanti sul mondo del lavoro e le tecniche migliori per riuscire al meglio nella propria professione. Questo strumento, dunque, risulta un completamento del social che sicuramente sarà molto apprezzato.
Creato da Microsoft nel 2003, serve per creare reti lavorative ma anche per trovare una nuova occupazione, grazie alla condivisione dettagliata del proprio curriculum e delle “raccomandazioni” da parte dei colleghi. Sempre più persone dialogano tramite il social (+55% nell’ultimo anno) e creano contenuti su di esso (+60%). Uno strumento ormai diventato indispensabile per chi vuole essere presente in maniera dinamica nel mondo del lavoro.
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