Lino Banfi, il cinema e i film: ‘Non ho mai ricevuto un premio, mi basterebbe un orsetto di peluche’ ha confessato l’attore pugliese in una lunga intervista dove ha ripercorso la sua carriera nel cinema. L’eta di Lino Banfi, che ha compiuto 81 anni, lo ha portato a riflettere sulla lunga carriera trascorsa e a ricordare personaggi come Totò e Nino Manfredi o le bellissime colleghe Edvige Fenech e Nadia Cassini, interpreti con Lino Banfi di moltissime pellicole degli anni Settanta.
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Nonostante i tanti film Lino Banfi non ha mai ricevuto premi in carriera: ‘Mi basterebbe un orsetto di peluche’ ha scherzato l’attore pugliese nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha regalato aneddoti e racconti di una vita lavorativa davvero lunghissima.
L’unico rimpianto di Lino Banfi è quello di non aver mai interpretato un film importante, ‘Di quelli che partecipano ai festival’ ha detto l’attore. ‘Nel mio lungo percorso artistico, sono sempre stato scortato da un’ombra di malinconia’ ha aggiunto Lino Banfi, scherzando sul fatto che la moglie Lucia lo definisca sempre ‘inchezzeto’.
La moglie di Lino Banfi non è mai stata gelosa delle splendide attrici che popolavano i set del marito, come Edvige Fenech o Nadia Cassini? ‘Mai. Conosce i miei limiti da conquistatore. E poi le mie compagne di lavoro erano corteggiatissime dai belloni, io sarei stato ridicolo’ ha raccontato Banfi.
D’altronde non è che lui avesse mai puntato sul fascino: ‘Mi sarebbe piaciuto essere più magro e più alto: certi miei colleghi seduttori mi facevano incacchiare, stavano sempre in copertina’ ha svelato Lino Banfi, che qualche anno fa raccontò di aver sofferto molto per il suo fisico.
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Le compagne di lavoro hanno un posto speciale nei ricordi di Lino Banfi: con Edvige Fenech c’è amicizia, ogni tanto si sentono. Della Cassini, sogno erotico degli anni Settanta, Banfi ha raccontato: ‘Interpretavo il ruolo di un massaggiatore, quindi ero abilitato a toccarle il lato B, tanto agognato dagli italiani’.
Menzione speciale anche al grande Nino Manfredi: ‘Una vera simbiosi’ ha commentato Banfi, che gli è stato accanto quando l’attore romano si ammalò. ‘Andavo spesso a trovarlo in ospedale e cercavo di farlo ridere, di stimolarlo’ ha ricordato Lino Banfi citando l’amico.
Non è stato da meno Totò, che in pratica suggerì a Banfi il nome d’arte: ‘Mi accolse in vestaglia di raso bordò, con tanto di stemma sul taschino’ ha ricordato l’attore pugliese. Il vero nome di Lino Banfi è Pasquale Zagaria.
Come nome d’arte aveva scelto Lino Zaga, ma fu Totò a farglielo cambiare con la scusa che il cognome non si accorcia, porta male. Intervenne l’impresario che pescò il cognome da un registro scolastico, e fu così che nacque Lino Banfi.
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Tanti film famosissimi, tanto cinema di serie B diventato cult e rivalutato persino da registi come Quentin Tarantino, il rammarico delle pellicole da festival e un ricordo di adolescenza, dedicato al padre che lo avrebbe voluto cardinale: ‘A 16-17 anni scappai da casa, attratto da artisti e ballerine. Mio padre mi venne a beccare a Taranto, era arrabbiato’ ricorda Banfi.
Di fronte al figlio che non intendeva smettere di recitare, il padre di Lino Banfi reagì a modo suo, ricorda l’attore: ‘Ebbe un attimo di disorientamento e mi chiese: se vuoi fare l’artista, fallo, ma poi che lavoro vuoi fare da grande?’. La storia ci ha dimostrato come sia andata.
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