La situazione in Medio Oriente è davvero complicata e oggi più che mai le incomprensioni e ostilità tra Israele e la comunità islamica sono più vive che mai e preoccupano la comunità globale, per una possibile escalation dopo ciò che e successo durante le settimane. Ovvero attacchi militari reciproci da parte de le autorità israeliane nei confronti delle milizie filo-iraniane stanziate in Siria e Libano e ovviamente nella Striscia di Gaza guidata da Hamas. Nella crescente tensione è emerso un rapporto dell’intelligence israeliana in merito alla potenza militare dell’Iran, dove sono state approfondite in maniera minuziosa ricerca in merito alla capacità nucleare è anche offensiva del regime per capire effettivamente come classificare la minaccia.
Dopo la tensione scaturita tra il governo Netanyahu e le milizia sostenuta dalle autorità dell’iran ovvero Hamas e Hezbollah, che sono notoriamente sostenute dalle Guardie della Rivoluzione iraniana che non abbandonano nonostante l’attenzione emersa a livello internazionale lamiera espansiva islamica e portano avanti le conflitto con lo storico nemico Israele non curanti delle opinioni internazionali.
Emerge che l’intelligence israeliana ha stilato un rapporto dopo aver analizzato profondamente l’aspetto militare e lo sviluppo nucleare iraniano che mette in guardia sulla reale capacità bellica dell’Iran ma rivela una minaccia ancora maggiore del regime.
Quanto riportato anche da Iran International i servizi segreti israeliani hanno stilato un rapporto che riguarda la capacità militare dell’iran, ma non solo, raccogliendo informazioni utili in differenti campi e tutto ciò mirato a contrastare la Repubblica Islamica iraniana.
Quattro funzionari di Israele hanno rivelato che è stata fatta particolare attenzione in merito alla spaccatura politica e sociale interna dell’Iran e sui suoi problemi economici profondi e radicati, ma ovviamente anche in merito alla politica estera e al programma nucleare attualmente in stallo.
I quattro esponenti di spicco Israeliani fanno parte dell’unità Aman, che rappresenta le forze di intelligence che si occupano della difesa di Israele, e hanno parlato anche degli esiti che ha avuto lo stop dell’accordo sul nucleare. Secondo gli esperti l’aver interrotto l’accordo con gli Stati Uniti ha permesso al regime iraniano di espandersi e ampliare la propria influenza in tutta la Regione e in primis in Siria.
L’accordo sul nucleare tra Washington e Iran del 2015 si è interrotto nel 2018 a seguito della decisione dell’amministrazione Trump, che ha preferito l’introduzione di diverse sanzioni verso le autorità in Iran, che hanno ricevuto anche pressione e successivo sostegno da parte di Israele e alla luce di ciò l’Iran ha cominciato a puntare ad un’espansione sempre maggiore per avere più influenza in Medio Oriente e Asia cercando di contrapporsi alle nazioni occidentali e a Israele.
Questa decisione intrapresa dall’allora capo di Stato Trump non ha avuto l’effetto sperato ovvero tenere sotto controllo tramite il metodo sanzionatorio il regime iraniano, ma ha generato la reazione inversa ovvero una corsa agli armamenti e allo sviluppo consistente e soprattutto rapido anche in ambito nucleare.
Così si è avviato un percorso che ha avvicinato in maniera profonda il regime iraniano, con la sua volontà di contrapporsi alle nazioni occidentali sempre presente, ad altre nazioni ampliando la propria rete ai gruppi ribelli affiliati e presenti un Libano e Siria.
Si è assistito di recente a un pericoloso avvicinamento tra Mosca, Teheran e Pechino che si muovono e combattono per escludere il più possibile l’occidente e dipenderà soltanto dalla rete orientale senza avere troppi legami con le nazioni a ovest.
Questa è una vicenda che ha segnato un processo che, seppur stato silenzioso rispetto ad altri conflitti, ha acceso una battaglia fatta di attacchi reciproci tra Iran e Israele, all’ombra degli Stati che ospitano gli affiliati filo iraniani.
Dopo la violenza scaturita nelle ultime settimane e soprattutto dopo la presa di posizione della polizia israeliana all’interno della moschea di Al-Aqsa, il regime iraniano ha deciso di colpire i territori israeliani lanciando razzi al sud del paese da Gaza, dal Libano virgola e dalla Siria. Tutto questo però sotto la guida delle autorità di Teheran e della Guardia della Rivoluzione Iraniana che tessono le fila di questo meccanismo.
Le informazioni analizzate comprendono anche gli affari interni dell’Iran, partendo dalla rivoluzione popolare e dalla successiva e durissima repressione effettuata dal regime.
I funzionari iraniani hanno rivelato che l’80% circa del popolo non è più a favore del regime e questo è un dato di fatto che è mostrato nel concreto alla luce dalle proteste di massa, che hanno attraversato il paese e si sono ora riaccese in maniera importante a causa della riacutizzazione dei casi di avvelenamento nelle scuole e anche contro le nuove norme introdotte in merito all’utilizzo del hijab.
I servizi segreti israeliani si sono occupati anche del grave conflitto intern, sia politico che sociale, che sta attraversando l’Iran, specificando che secondo ciò che è emerso nel rapporto è ben chiaro che le autorità iraniane hanno perso il loro potere e la loro influenza così com’è chiaro che il loro potere sta scemando.
Un ufficiale di Israele ha rivelato che: “Questa protesta esprime profonde tendenze che esistono nell’opinione pubblica iraniana di allontanamento dai valori del regime e una drammatica diminuzione della fiducia in esso“,
Ha poi sottolineato che non deve essere tralasciato che si tratta di un evento importantissimo, riferendosi alle proteste e alla rivoluzione iraniana, ma ha specificato che: ‘mentre dicono che è l’evento più significativo della storia recente, destinato a influenzare processo decisionale negli anni a venire, la protesta manca ancora di leadership e di un sistema politico alternativo al regime. E’ impossibile scindere la questione nucleare iraniana dalla protesta interna al Paese”.
Un altro dei quattro ufficiali ha sottolineato: “Ci sono forum molto limitati di persone che prendono decisioni in Iran, e lo fanno su molte questioni. Quando un decisore iraniano deve decidere su una certa questione, deve anche pensare a molte altre cose che non sono necessariamente correlate gli uni agli altri”.
All’interno delle informazioni che l’intelligence di Israele è riuscita a raccogliere e palese che diversi elementi influenzano in maniera notevole il processo decisionale delle guardie della rivoluzione islamica iraniana.
Tra le motivazioni che influiscono possiamo andare per ordine di priorità e troviamo, la primasituazione interna del paese e la stabilità del regime, poi c’è la situazione economica, la sicurezza, la forza industriale e, infine, il suo posto nella comunità internazinale.
Le autorità iraniane sono al corrente che gli USA non hanno la minima intenzione, almeno per ora, di sferrare un attacco di nessun tipo e hanno sottolineato che l’attuale situazione di stallo con gli Stati Uniti è soltanto qualcosa che va a favore dell’iran. La crisi diplomatica che Teheran sta attraversando con Washington riesce soltanto a beneficiare il regime e lo fa in diversi ambiti.
Il presidente degli Stati Uniti Biden ha provato più volte ah riallacciare i rapporti interrotti con l’Iran in merito all’ambito nucleare, per poter cominciare negoziati e riprendere l’accordo del 2015.
Secondo Israele l’approccio utilizzato nei confronti dell’iran da parte statunitense non riesce ad ottenere lo scopo desiderato, ma lascia in maniera preoccupante via libera alle autorità iraniane.
Ed è proprio per questo loro avviso che l’Iran è potuto arrivare all’ 84% di purezza dell’uranio e ora in 12 giorni ha la capacità di costruire una bomba atomica. Secondo i funzionari israeliani riallacciare l’accordo con gli Usa non da nessuna certezza e sicuramente non cambia la situazione attuale.
Un altro ufficiale di Israele ha precisato: “Secondo noi, l’Iran non cerca di sviluppare armi nucleari nell’immediato. E anche se ora raggiungono il 90% di arricchimento, anche una volta che decidono di sviluppare una bomba e supponendo che nessuno gli impedisca di farlo, ci vorranno dai due ai tre anni. Anche dal raggiungere materiale fissile, c’è un modo per trasformarlo in un missile idoneo al volo.”
Secondo il funzionario però Teheran è consapevole di ciò che comporterebbe un passo falso sul nucleare e le autorità non hanno intenzione di effettuare mosse delle quali si sentirebbero sicuramente successivamente.
Il team ha maman sostiene che nell’attuale periodo storico definiamo: “l’Iran come un paese a soglia nucleare. Conducono principalmente una politica di tentativi ed errori durante il loro arricchimento, ogni volta che facciamo un altro passo nel piano e aspettiamo di vedere come reagisce il mondo. I rapporti diplomatici con l’Europa, ad esempio, sono molto importanti per gli iraniani. Anche i nuovi amici intimi dell’Iran, Russia e Cina, non hanno alcun interesse che l’Iran abbia armi nucleari nelle loro mani.”
Attenzione particolare è posta ora sulla presenza dell’iran in Siria che rappresenta la reale minaccia attuale per Israele e secondo gli analisti e funzionari dell’intelligence rappresenta una minaccia tanto quanto quella che rappresentò nello stesso ruolo ma in Iraq.
L’intelligence di Israele ha sostenuto che: “L’Iran vuole mantenere l’Iraq il più vicino possibile. Gli iraniani hanno successo nell’arena diplomatica nei confronti dell’Iraq, hanno un governo filo-iraniano e l’obiettivo a Teheran è di perpetuare la situazione così com’è. L’Iran ha ancora dozzine di affiliati in Iraq, tra cui migliaia di persone. Questa è una forza che l’Iran sostiene attivamente da diversi anni e vi investe centinaia di milioni di dollari ogni anno”.
Secondo i servizi segreti israeliani la minaccia più importante attualmente è rappresentata dai numerosissimi droni e UAV che sono già di stanza in Siria e potrebbero essere armati ed utilizzati per colpire Israele.
Israele è trattenuto dalla volontà delle truppe statunitense di mantenere una sorta di equilibrio nel territorio e ciò determina la sospensione delle autorità israeliane.
Di recente emerso anche che l’Iran ha utilizzato la scusa degli aiuti umanitari per fornire armi direttamente alla Siria, tramite gli stessi aerei e pertanto sono stati attuati diversi attacchi dalle forze israeliane in territorio siriano.
Attualmente l’Iran vorrebbe un indebolimento tra i rapporti diplomatici di Tel Aviv a Washington, dato che si è notata una certa ostilità, inusuale, in merito alla riforma giudiziaria proposta dal primo ministro di Israele Netanyahu che ha sollevato il malcontento degli Stati Uniti.
Le manifestazioni hanno attraversato in maniera decisa Israele, da quando la coalizione di Netanyahu al comando del nuovo governo, che si è insediato all’inizio dell’anno, ha iniziato un percorso pericolosissimo che si è tramutato nella crisi profondo e tutto questo è stato accolto con favore dall’iran che interpreta la situazione come un possibile collasso di Israele.
Le autorità israeliane non hanno mai nascosto di ritenere l’Iran il loro maggiore nemico e la più grande minaccia nei confronti d’Israele che sostiene anche Hamas ed Hezbollah.
Stando nelle rivelazioni dell’intelligence d’israele l’Iran non è la minaccia più concreta ma il gruppo che solleva il maggior timore e proprio Hezbollah e se Israele e Iran sembrano non voler concludere con una reale battaglia, la milizie islamica ribelle vuole distruggere il territorio isreliano.
Il team che forma il gruppo Aman è consapevole che prima di Teheran va valutato in maniera importante ogni piccolo movimento di team di Hezbollah. Secondo i funzionari di Israele è stato innescato un meccanismo di difesa che porta ad un percorso dove le autorità Israeliane sì stanno “preparando molto di più per un possibile attacco all’Iran e stanno facendo preparativi militari molto più offensivi e difensivi nel contesto iraniano”.
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