Israele sta attraversando un momento molto particolare che ha attirato l’attenzione delle autorità internazionali. Questo è dettato dal fatto che Il nuovo governo di Netanyahu è il più a destra mai visto nel territorio israeliano e inoltre gode dell’alloggio di organizzazioni ritenute pericolose e razziste. Si apprende in questo clima di tensione che l’intelligence israeliana ha sventato un attacco terroristico palestinese ed arrestato i colpevoli il 14 dicembre.
La situazione dopo la formazione del governo Netanyahu è diventata incandescente tra Israele e Palestina e, se il 2022 si chiude con una riacutizzazione della violenza e degli attacchi reciproci, il 2023 segnerà sicuramente nervosismo crescente e l’autorità internazionali prevedono che si possa riacutizzare, a causa dei ministri scelti dal premier israeliano categoricamente contro la Palestina, una guerra fatta da un conflitto armato continuo che si era pian piano riuscito a placare negli scorsi anni.
Nonostante fosse impossibile eliminare l’astio creato da anni e anni di conflitti, data la diversità delle popolazioni in contrasto per cultura e religione. Si era riusciti però a contenere il disastro sociale e umanitario dei continui attacchi reciproci terroristici. ora si teme sia per gli israeliani stessi che per il conflitto contro la Palestina dove la decisione di Netanyahu di essere spalleggiato da due estremisti non ha andata a genio nemmeno ai gruppi rivoluzionari palestinesi e della Striscia di Gaza. Si preannuncia un anno complicato che Vedrà in modo particolare la popolazione soffrire che, come sempre sarà quella che ci rimetterà di più indipendentemente dalla parte politica o religiosa di appartenenza punto
Israele ha visto trionfare nelle elezioni di novembre l’ex premier Netanyahu, che è ritornato al comando del governo e di recente è riuscito ha formarlo, ma ovviamente quello che ci si aspettava e che preoccupava le autorità internazionali, si è verificato ovvero cariche importanti per due dei maggiori estremisti anti palestinesi mai esistiti nel territorio punto
Netanyahu ha vinto contro il leader Lapid che ha da subito manifestato dissenso per questa vittoria, ottenuta grazie a persone ritenute affiliate a organizzazioni terroristiche note da molto tempo e guardate come sospetto.
In passato, i partiti a cui oggi si appoggia Netanyahu per tornare al potere, erano marginali e screditati per le loro posizioni razziste, omofobe o violente. Ora, invece, hanno fatto un balzo elettorale pericolosissimo e sono diventati indispensabili, hanno ottenuto incarichi importanti e forse inattesi anche da loro stessi come sicurezza, finanze, controllo della questione palestinese.
Questi partiti hanno fatto promettere a Netanyahu di introdurre leggi che andranno ad intaccare la, già precaria, democrazia israeliana.
Israele non ha una costituzione e quindi qui è la corte suprema a garantire la democrazia del paese. La coalizione però vorrebbe annullare una decisione dell’alto tribunale con una maggioranza dei due terzi in parlamento, per mettere in discussione uno degli elementi che è sempre stato alla base della creazione dello stato ebraico.
Itamar Ben-Gvir è un suprematista ebraico e avrà il ministero della sicurezza. Il sostenitore dei coloni, Bezalel Smotrich, controllerà il tesoro.
Inoltre la coalizione sembra pronta ad annullare una legge che impedisce di lavorare in politica alle persone condannate per razzismo e quelle che vietano di separare le donne dagli uomini negli spazi pubblici.
Ognuna di queste proposte porta il segno delle due formazioni estremiste che sono state decisive per il ritorno di Netanyahu al governo. Fino a pochi anni fa i leader di questi due partiti erano lontanissimi dai corridoi del potere e considerati tra i terroristi più pericolosi del territorio israeliano.
Itamar Ben Gvir è un suprematista ebraico che prende spunto dal mentore rabbino estremista Meir Kahane, assassinato nel 1990. Ben Gvir gestirà il ministero della sicurezza pubblica, con responsabilità allargate e decisamente superiori al solito. Il secondo, Bezalel Smotrich, è il leader di un partito di estrema destra religioso legato alle colonie della Cisgiordania. A lui toccherà il ministero delle finanze, anche in questo caso andando a toccare anche la Palestina e i palestinesi.
Tutto questo va sicuramente ad intaccare diversi ambiti che ruotano attorno alla sfera politica di Israele. La prima cosa che si teme è che la società civile abbia una grande regressione democratica e perda ciò che è stato ottenuto fino ad ora.
Il secondo punto ma non meno importante è il rapporto con la Palestina, dato che al potere ora sono arrivati alcuni dei sostenitori della conquista della Palestina e dell’annientamento dei palestinesi. Qualcosa che già si sta vivendo in questo momento come vedremo dopo nel dettaglio.
Poi si arriva al terzo punto, ovvero quello delle relazioni internazionali che hanno segnato un punto di svolta in Israele che per la prima volta ha stretto accordi con popoli islamici e sembra che abbia ricucito il rapporto con il presidente russo Vladimir Putin che tra l’altro è stato il primo. A fare gli auguri per il nuovo governo a Netanyahu il 22 dicembre.
L’intelligence israeliana ovvero le forze dello Shin Bet hanno rivelato di aver sventato un grande attacco terroristico attuato da estremisti. Il Jerusalem Post ha rivelato che secondo lo Shin Bet sono legati alla cellula “Comitati di resistenza” della Cisgiordania e alle Brigate dei martiri di Al Aqsa. Secondo lo Shin Bet, i responsabili sono stati arrestati lo scorso 14 dicembre.
L’agenzia di intelligence ha sottolineato che la bomba era pronta e già ottimizzata per procedere con l’attentato, ma è stata individuata dagli agenti prima della sua esplosione. La bomba era simile a quella usata nell’attacco a una fermata dell’autobus a Gerusalemme lo scorso 23 novembre e che ha ucciso due persone. Secondo l’intelligence israeliana, nella pianificazione dell’attacco sono coinvolti appartenenti ai gruppi estremisti nella Striscia di Gaza, terroristi provenienti dalle città di Jabalya e Rafah. Il lavoro di intelligence che ha rivelato le identità di questi abitanti di Gaza coinvolti ma ha anche arrestato persone attive in Cisgiordania.
Sembra che la situazione stia degenerando in maniera preoccupante e i palestinesi hanno paura di doversi difendersi sia dai gruppi terroristici presenti nel loro stesso territorio che anche dall’esercito israeliano ora più che mai nemico della Palestina e della Striscia di Gaza.
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