Un test dimostra come l’intelligenza artificiale concepisce gli ideali di bellezza basandosi su ciò che viene mostrato sui social media e sul web.
Le immagini generate dall’intelligenza artificiale in un progetto di sensibilizzazione sui disturbi alimentari presentano una donna con pelle chiara, vita stretta e seno grande, e un uomo con spalle larghe e addominali scolpiti, come ideali di bellezza. Da decenni, i giovani si sentono spinti a cercare modelli di bellezza utopistici, prima dai media tradizionali come riviste, cinema e televisione e oggi dai social media. Per questo motivo, il “Progetto Bulimia” ha utilizzato l’intelligenza artificiale per condurre un esperimento rivelatore ed evidenziare il problema dei disturbi alimentari.
L’intelligenza artificiale elabora modelli di bellezza utopistici
Per ottenere modelli di bellezza maschili e femminili basati su Instagram, Snapchat e altre piattaforme social, sono state utilizzate tre diversi generatori di immagini alimentati dall’intelligenza artificiale: Dall-E 2, Stable Diffusion e Midjourney. Tuttavia, le immagini prodotte da queste IA appaiono spesso grottesche e distorte.
Le immagini dei corpi maschili e femminili generate dalle IA risultano chiaramente irrealistiche, con misure esagerate sia nella parte superiore del corpo femminile (vite strette e seni grandi), sia in quella maschile, dove gli uomini sembrano versioni photoshoppate di culturisti.
The Bulimia Project asked AI what a "perfect human" looks like. It revealed our unrealistic beauty standards. pic.twitter.com/y6j9NMAxWN
— Not By AI (@NotByAIBadge) May 23, 2023
Inoltre, le immagini sono presentate in modo eccessivamente sessualizzato. I ricercatori spiegano che questo fenomeno è probabilmente dovuto al fatto che i social media utilizzano algoritmi che selezionano i contenuti in base all’attenzione degli utenti.
Modelli discriminatori e razzisti
Emerge che oltre il 40% delle immagini generate dalle IA riflette anche caratteristiche discriminatorie e razziste. La maggior parte dei risultati mostrano modelli con pelle bianca o olivastra (in oltre il 53% dei casi) e capelli biondi (nel 37%).
Secondo i ricercatori, nell’era dei filtri di Instagram e Snapchat, non ha senso cercare di raggiungere gli standard fisici irrealistici imposti dai social media.
È più sano sia mentalmente che fisicamente mantenere le aspettative realistiche sulla realtà, evitando di sviluppare disturbi alimentari come la bulimia e l’anoressia.
L’intelligenza artificiale, dunque, ha plasmato questi nuovi canoni di bellezza, basati su modelli estetici irreali ed utopistici, creando un’illusione di perfezione difficile da raggiungere nella realtà.
Canoni di bellezza illusori ed utopistici
L’intelligenza artificiale, dunque, con tale esperimento, rivoluziona anche il concetto di bellezza, introducendo nuovi modelli estetici che spesso risultano irraggiungibili e illusori.
Questi standard di perfezione sono, come dicevamo, proposti attraverso i social media, la pubblicità e le campagne promozionali, i quali alimentano un’ossessione per l’apparenza fisica che può portare a conseguenze negative sulla salute mentale.
Grazie alla tecnologia avanzata dell’IA, è possibile creare immagini perfette al computer senza nemmeno dover fotografare una persona reale.
Ciò ha portato alla creazione di modelli di bellezza ancora più utopistici.
Un esempio è l’utilizzo di corpi virtuali con forme inimmaginabili o visi completamente ritoccati.
Il problema principale legato ai canoni estetici impostati dall’intelligenza artificiale è che tendono a omologare tutti gli individui sotto uno stesso ideale. Ciò significa che ogni caratteristica distintiva è eliminata e sostituita da un modello predefinito creato al computer.
In questo modo si crea una sorta di standardizzazione della bellezza per tutti gli individui che compongono una data società. Tuttavia, questa uniformità porta a una perdita dell’unicità delle persone e alla loro riduzione a semplici oggetti identici tra loro.