In Argentina il pubblicista Santiago Barros sta usando l’Intelligenza Artificiale per dare un volto ai bambini che durante la dittatura militare scomparvero.
Vennero sottratti alle proprie famiglie e per ricostruirne l’aspetto, Barros combina le foto dei genitori per creare le immagini di come potrebbero essere oggi quei bambini, in età adulta. Poi, queste foto vengono caricate su un account Instagram chiamato “IAbuelas”. L’idea di questo progetto è quella di non dimenticare quelle vittime collaterali della dittatura argentina fra gli anni 1976-1983 quando appunto le forze militari fecero un golpe che portò al genocidio più terribile del secolo scorso.
In Argentina l’art director Santiago Barros sta lavorando con sistemi di Intelligenza Artificiale per uno scopo davvero nobile. Il Paese ricorda con orrore ancora a distanza di tanti anni, i fatti fra il 1976 e il 1983, quando i militari con un colpo di Stato eseguito con l’appoggio degli americano, destituirono il presidente Isabel Martinez de Peron.
Venne quindi instaurata una dittatura militare fino quando 7 anni dopo tornò la democrazia ma non basta un colpo di spugna a cancellare questa enorme macchia dalla storia dell’Argentina. Quegli anni, conosciuti come il periodo della “Guerra sporca”, furono caratterizzati dalla violazione dei diritti umani e civili, nonché da omicidi di politici e tantissime persone scomparse, fra cui appunto bambini innocenti.
Oggi Santiago Barros ha 46 anni, ha un lavoro importante e una famiglia ma si sta impegnando molto per dare un volto a quei bambini, vittime collaterali di una tragedia che sembra lontana ma per l’Argentina è sempre una ferita aperta al ricordo. Nacque proprio in quegli anni difficili e la sua sensibilità lo ha portato in questi giorni a usare sistemi di Intelligenza Artificiale per cercare di dare una risposta alle famiglie che hanno perso i propri bambini durante la dittatura militare.
Ad oggi il tema continua ad avere un peso consistente fra la maggioranza degli argentini che non vogliono dimenticare quell’orrore. Furono 30mila le persone che all’epoca vennero rapite e fatte sparire, prelevate nelle scuole, negli uffici di lavoro, in strada e in casa.
Non c’era differenza, venivano portati via padri di famiglia, donne incinte, bambini. Oggi Barros sta raccogliendo le immagini di quei bambini, conservate dalle nonne e con un’applicazione chiamata Midjourney ha incrociato le foto dei genitori disegnando il loro profilo in età adulta. L’algoritmo ha ricostruito i tratti somatici e il progetto che poi è stato messo su Instagram nella pagina dedicata “IAbuelas”, vuole essere un omaggio a quelle madri e nonne che scesero in piazza protestando contro il nuovo presidente che aveva preso il potere con la forza, chiedendo che fine avessero fatto tutti quei bambini.
Oggi l’account conta 10mila followers e funge da raccoglitore di informazioni per individuare i resti o i sopravvissuti. Una campagna molto sentita dalla popolazione argentina che però non ha nulla di scientifico. È lo stesso autore del progetto a ricordarlo: “L’Intelligenza Artificiale non genera volti perfetti e non può essere considerato uno strumento di ricerca. Ci possono essere margini di errore perché l’applicazione agisce in autonomia elaborando i dati che le vengono trasmessi per poi dare un prodotto finito, appunto l’immagine. Il mio scopo è quello di denunciare quegli orrori, non dimenticarli e perché no, dare un’emozione”.
E infatti vedere le foto in bianco e nero di quei bambini accostate alle immagini di come potrebbero essere ora, qualora fossero vivi, è un’esperienza molto intensa per le famiglie coinvolte e aiuta a rafforzare la memoria. “Voglio evitare che accada di nuovo una cosa del genere” ha detto Barros al giornale El Pais, aggiungendo che la vera ricerca è quella che stanno facendo quelle mamme che per prime hanno protestato contro le violenze, in Plaza de Mayo. Ancora oggi queste donne sono in prima linea, si basano su voci, indicazioni, indizi e poi, esami del Dna. Da quasi mezzo secolo va avanti in questo modo e quel gruppo coraggioso ha festeggiato la settimana scorsa il ritorno del 133esimo bambino, che ha la stessa età di Barros e ha potuto riabbracciare suo padre grazie alla testardaggine delle donne argentine.
Nel 1976 le forze armate argentine misero a segno il golpe di cui abbiamo parlato in questo articolo. Era la notte del 24 marzo quando con il supporto esterno degli americani, destituirono la presidente Martinez de Peron e instaurarono una dittatura militare per anni.
Questa dittatura prese il nome di Processo di riorganizzazione nazionale e fu guidata per 7 anni da diversi presidenti militari fino a quando finalmente nel 1983, le nuove elezioni portarono al ritorno alla democrazia in Argentina ma di certo non era sufficiente un voto per cancellare il passato.
Jorge Rafael Videla divenne presidente proprio grazie al golpe e in seguito ce ne furono altri 5 prima che la situazione tornasse alla normalità. Furono anni bui in cui i militari reprimevano ogni dissenso con la forze, facendo sparire tante persone con metodi brutali.
I militari violarono i diritti umani, privarono i cittadini della libertà senza procedimenti giudiziari, effettuavano detenzioni in luoghi segreti, e poi torture, omicidi, sparizioni e migliaia di persone incarcerate. Insomma anni terribili di guerriglia in un Paese che già prima di queste violenze era fortemente instabile dopo la morte del presidente Domingo Peron al quale appunto successe sue moglie, le cui decisioni politiche furono il motore scatenante dei disagi che sarebbero arrivati poco dopo.
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