L’Inter affrontava oggi alle 18:45 il Viktoria Plzen per una partita già decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Il primo tempo si è concluso con il risultato di 2-0 in favore della Beneamata, dopo le reti di Henrikh Mkhitaryan e Edin Dzeko, poi i nerazzurri hanno chiuso il match nella ripresa con un altro gol del bosniaco su assist di Lautaro Martinez. E anche Romelu Lukaku ci ha messo il suo timbro per il 4-0 finale. Con questa vittoria, l’Inter è matematicamente qualificata agli ottavi di finale di Champions League, il Barcellona è eliminato.
All’Inter bastava una vittoria per staccare il pass per gli ottavi di finale di Champions League, ed è arrivata ai danni del Viktoria Plzen. Decisivi Mkhitaryan e Dzeko in una prestazione dominante da parte dei nerazzurri. Il 4-0 finale non ammette repliche e porta la Beneamata a 10 punti in classifica, senza più possibilità di rimonta da parte del Barcellona che andrà solo in Europa League. Obiettivo raggiunto, allora, per gli uomini di Inzaghi, ma riviviamo gli eventi principali del match.
L’Inter parte subito in maniera frenetica nella prima frazione di gioco. I nerazzurri si spingono in avanti contro le due linee abbottonate del Viktoria Plzen, facendo un po’ di difficoltà a trovare gli spazi necessari. Gli ospiti, infatti, non regalano nulla, anzi si rintanano nella loro difesa, con una sorta di 5-4-1, in cui i finti trequartisti e la punta cercano di attaccare subito la profondità per dar vita a contropiede pericolosi.
La squadra di Simone Inzaghi, però, non si scompone, presta attenzione alle marcature preventive e continua a macinare gioco, portando in avanti anche i terzi di difesa per creare la superiorità numerica e andare al cross. Dopo i primi 15 minuti, le occasioni iniziano a fioccare, ma il portiere avversario o la difesa neutralizzano i tentativi di Lautaro Martinez, Mkhitaryan e Dimarco.
Al 35esimo cade il muro degli ospiti: Bastoni sale sulla corsia mancina, percorrendola tutta fino al fondo. Dopo uno scambio, arriva un cross morbido al centro che la difesa del Viktoria non legge bene. Dzeko sale in cielo e non colpisce il pallone, lasciandolo volutamente a chi arriva in corsa alle sue spalle: c’è pronto Mkhitaryan che di testa firma il vantaggio nerazzurro. Una rete pesante anche a titolo personale per l’armeno che diventa uno dei 4 calciatori nella storia ad aver segnato con sette squadre diverse: si tratta di Metalurh Donetsk, Shakhtar Donetsk, Borussia Dortmund, Arsenal, Manchester United, Roma e appunto Inter.
Nonostante il gol realizzato, l’Inter non cambia il copione della sua partita e continua a mantenere ben saldo il possesso del pallone e a creare continuamente occasioni da gol. Il raddoppio arriva dopo non molto: al 42esimo Barella alza la testa e trova Dimarco con un lancio molto preciso. La prodezza, però, è del terzino ex Verona che stoppa alla perfezione il pallone e mette subito al centro un pallone solo da spingere in porta per Dzeko, che non sbaglia. Il pubblico festeggia e vede più vicino l’obiettivo degli ottavi di finale.
I nerazzurri vanno a riposo tra la standing ovation e le urla del suo pubblico, sul punteggio di 2-0. Nel secondo tempo, il Viktoria Plzen cerca subito la reazione, ma l’unica potenziale occasione arriva in occasione di calcio d’angolo che Onana legge male. La difesa, però, chiude senza patemi.
Al 55esimo grande azione dell’Inter che costruisce da destra con Barella e scala al centro: assist corto di Calhanoglu per Mkhitaryan che calcia a giro, ma il suo destro si ferma al palo. Al 57esimo, i nerazzurri vanno ancora vicini al tre a zero. Lancio per Dimarco che si inserisce sulla sinistra e mette al centro di prima intenzione. C’è Lautaro Martinez che anticipa il diretto avversario, ma trova la grande risposta di Stanek che spedisce il pallone in calcio d’angolo, negandogli la gioia del gol.
Al 66esimo arriva il sigillo sulla partita. Lautaro Martinez viene trovato in profondità da una bella palla di Barella. L’argentino amministra alla grande il pallone, poi fa finta di calciare e trova Dzeko che di prima batte Stanek. Stavolta sì, è 3-0 e l’Inter ha un piede e mezzo agli ottavi di finale, con la doppietta del suo bomber.
La squadra di Inzaghi è soddisfatta del risultato, ovviamente, e ora abbassa i ritmi per limitare la possibile reazione del Viktoria. Al 70esimo arrivano anche due cambi per i nerazzurri: Asllani entra per Calhanoglu, Correa per Dzeko, mentre Lukaku resta ancora in panchina, almeno per il momento. Si sente solo il pubblico inneggiare i suoi idoli con i cori, mentre i ragazzi di Inzaghi cercano di addormentare la partita per poi accelerare all’improvviso. Al 76esimo tocca a Gosens, uno degli eroi di Barcellona, che prende il posto di Dimarco. Il terzino italiano esce sotto gli applausi del pubblico ed è stato uno dei migliori in campo.
Il Viktoria cerca di far male all’Inter con alcune discese, ma la difesa riesce a coprire gli attacchi. È, invece, la Beneamata ad andare vicino al 4-0 in contropiede: Dumfries ci prova dalla distanza ma il portiere respinge in calcio d’angolo. All’82esimo arriva il momento che tutto lo stadio aspettava: Lukaku torna in campo dopo il lungo infortunio, prendendo il posto di Lautaro Martinez. Entra anche Gagliardini per Mkhitaryan, autore del primo gol di stasera. Il bomber belga prova subito una rovesciata dopo un’azione condotta da Gosens e Correa, ma non trova il pallone.
All’85esimo arriva anche la ciliegina sulla torta: la rete di Lukaku. Il belga fa da boa e scambia con Correa: tutto solo davanti al portiere, l’ex Anderlecht non sbaglia e firma il poker per la festa del pubblico di San Siro.
All’89esimo, Lukaku ha l’occasione di restituire il favore al Tucu, ma l’ex Lazio si fa ipnotizzare da Stanek. Resta solo la festa per l’Inter che con un 4-0 rotondo e meritato stacca il pass per gli ottavi di finale di Champions League, eliminando il Barcellona.
Il gruppo C è stato fin da subito ribattezzato come “girone della morte” in Italia, in Spagna e in Germania. Diciamoci la verità, però: c’era chi aveva più paura degli altri. Il Bayern Monaco sapeva di non essere capitato in una situazione semplice, ma aveva le sicurezze di una squadra che difficilmente viene eliminata nella fase a gironi e certa dei suoi valori tecnici. Per Inter e Barcellona era un po’ diverso, tanto che oggi, durante il prepartita, Giuseppe Marotta ha rivelato che l’aspettativa dei nerazzurri era quella di arrivare al terzo posto, che vale l’Europa League. I blaugrana, invece, se l’erano imposto come obiettivo tecnico, ma anche economico. Il passaggio agli ottavi sarebbe stato provvidenziale per le casse del club, che ora si troverà in difficoltà ancor più evidente.
Per la Beneamata, il passaggio alla fase a eliminazione diretta era un sogno, ma ora è una realtà che fa gioire i tifosi, ma anche la dirigenza e la società, che potranno guardare con più tranquillità agli obiettivi economici. E poi l’Inter ne aveva proprio bisogno, parliamoci chiaro. I nerazzurri venivano da un inizio di stagione largamente al di sotto delle aspettative, colpa degli infortuni, di un gruppo che sembrava non riuscire più a trovare l’intesa in campo di qualche mese prima e probabilmente anche del calciomercato, in cui diversi big, fino alla fine, non erano sicuri della permanenza a Milano.
Poi qualcosa è scattato, probabilmente a partire proprio dalla Champions League e dal match di San Siro contro il Barcellona. La sensazione è che il gruppo si sia parlato e compattato, abbia ritrovato la giusta alchimia in campo e probabilmente anche quelle geometrie tecniche che portano la squadra di Inzaghi a dominare le partite, senza attenuanti per gli avversari.
Stasera il Viktoria Plzen ne ha avuto chiara dimostrazione, visto che anche il momentum – un parametro che valuta il controllo e la pericolosità delle due avversarie in campo – è stato nettamente e vistosamente in favore dei nerazzurri. Gli ospiti non sono arrivati a Milano in gita di piacere, anzi hanno anche approcciato bene la partita, cercando di chiudere tutti gli spazi e di rendere difficile la vita all’Inter. Alla fine, le qualità tecniche hanno prevalso, ma non era così scontato nella prima parte di stagione per i nerazzurri.
Si pensi alla partita casalinga contro la Roma, probabilmente l’apice della crisi. L’1-2 di San Siro era arrivato contro un gruppo ben chiuso in difesa e che ha sfruttato due disattenzioni della Beneamata per fare male. Il centrocampo, inoltre, è tornato ai suoi soliti livelli. La metamorfosi più evidente è quella di Nicolò Barella: l’ex Cagliari ha ritrovato la forma migliore, ma soprattutto la mentalità corretta per vincere le partite. Attacca splendidamente, trovando spesso la via del gol e dell’assist, soprattutto accelerando l’azione se e quando serve. E poi corre, Barella, anche in fase difensiva, con umiltà e chiudendo tutti gli spazi alle sue spalle e recuperando un gran numero di palloni.
E poi la cerniera centrale è chiusa da Calhanoglu e Mkhitaryan. Il turco si è ulteriormente evoluto nel suo gioco davanti la difesa, in cui sembra molto più a suo agio anche rispetto al fare l’interno. Sventaglia gioco, trova il tiro in porta, ma soprattutto chiude, con una fase di interdizione strepitosa e inaspettata. L’armeno ex Roma, invece, pare tornato all’antico splendore, in una squadra tecnica come quella schierata da Inzaghi. L’allenatore ex Lazio sta anche enfatizzando le qualità in inserimento che lo rendono preziosissimo, con e senza il pallone.
A breve tornerà anche Marcelo Brozovic, ma questo non deve affatto rappresentare un limite per Inzaghi, anzi un fattore fondamentale per tentare la rimonta in Serie A. Il croato si riprenderà il suo posto davanti la difesa, ma finalmente l’ex Lazio potrà scegliere dalla panchina diversi sostituti di alto livello per cambiare la partita. O elementi preziosissimi per il turnover, in un calendario pieno zeppo di impegni, vista la fretta per il Mondiale, ormai alle porte.
Se Brozovic è prossimo al rientro, oggi sono già tornati Lukaku e Gagliardini. E se l’ex Atalanta è elemento prezioso per rotazione e subentri, il belga non può essere considerato un calciatore come tutti gli altri. La condizione non può essere delle migliori, ma già oggi gli sono bastati 4 minuti per trovare immediatamente la via del gol.
E non solo: Lukaku sa attaccare la profondità, che è dote rara nell’Inter, poi sa gestire il pallone, scambiare con i compagni e ha la fisicità necessaria per scompaginare le difese avversarie, che in Serie A è un fattore molto importante contro avversari rinchiusi nella propria area. E probabilmente ciò che era mancato l’anno scorso nella corsa scudetto a braccetto con il Milan.
Insomma, se l’Inter era praticamente data per spacciata a fine settembre, ora la sensazione è quella di essere di fronte a una squadra nuova e con nuove motivazioni, che le vittorie se le va a prendere e senza quell’arrendevolezza subconscia che fin dalla scorsa stagione ha portato a fin troppe rimonte subite.
Ora arriva la prova più difficile, che ci sono ancora tanti margini di miglioramento: quella della continuità. La partita contro la Fiorentina, su un campo e in uno stadio difficile, per carità, ha dimostrato che in difesa ancora qualcosa deve essere sistemata. E Inzaghi dovrà partire da lì per ottenere un filotto di vittorie pre-Mondiale che sarebbe fondamentale per alimentare la rimonta scudetto. Intanto un tassello fondamentale è stato piazzato, quello che porta alla qualificazione agli ottavi di finale. E con la speranza che stavolta il sorteggio sia un po’ più clemente con i nerazzurri e con i suoi tifosi. Ma ormai la Beneamata alle imprese c’è abituata, e non ha proprio voglia di smettere. A costo di essere un po’ troppo pazza.
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