L’intervento e le considerazioni della premier Meloni al Congresso della Cgil

La premier Giorgia Meloni è intervenuta alla Conferenza della Cgil ed è stata accolta tra i fischi e critiche dell’opposizione politica che notoriamente compone l’organizzazione sindacale.

Premier Meloni alla Conferenza della Cgil
La premier Meloni alla Conferenza della Cgil – Nanopress.it

Il suo intervento era molto atteso e il focus è stato proiettato verso la tutela dei lavoratori e la l’esigenza di creare nuove opportunità di lavoro, ma ha anche parlato in merito all’abolizione del reddito di cittadinanza, in quanto non ha soddisfatto le aspettative e i punti focali per i quali è stato pensato e realizzato.

Il discorso di Giorgia Meloni al Congresso della Cgil

La premier Meloni ha fatto il suo ingresso alla Conferenza della Cgil dove è stata accolta, inizialmente, da fischi degli oppositori che hanno intonato non appena ha preso posto sul palco la canzone Bella Ciao.

La presidente del Consiglio ha specificato, però, che era consapevole di esporsi alle critiche l’opposizione, che naturalmente compone il sindacato, ma non ha voluto perdere l’occasione di confrontarsi nonostante le posizioni divergenti.

Nel suo discorso ha precisato che è importante tutelare il lavoro per lo sviluppo italiano e nell’ambito della riforma lavorativa ha sottolineato che è necessario mettere da parte le divergenze politiche per collaborare e cooperare, cercando di trovare un equilibrio che porti giovamento agli italiani.

Ha precisato che, purtroppo, invece di notare un miglioramento ha assistito:in questi mesi purtroppo a me pare che siano sempre più frequenti i segnali di un ritorno alla violenza politica e lo abbiamo visto con l’ inaccettabile assalto da parte di esponenti dell’estrema destra la sede della Cgil, lo troviamo nelle minacce di movimenti anarchici che si rifanno alle Brigate Rosse penso che sia importante, penso che sia necessario che, tutte le forze politiche e i sindacati così come i corpi intermedi, combattano insieme contro questa deriva senza eccezioni senza tentennamenti perché la crisi sociale non ci aiuta.”

Ha sottolineato anche che:non ci aiuta neanche la crisi di una politica che presentata dalla strada facile di inseguire l’umore piuttosto che di indicare una rotta assumendosene le responsabilità certamente compito di qualsiasi governo assumersi la responsabilità di operare delle scelte ed è quello che noi abbiamo tentato di fare, quello che cerchiamo di fare ogni giorno è quello che abbiamo ad esempio tentato di fare, nonostante le critiche anche del sindacato quando abbiamo deciso quello che quella che io considero una doverosa abolizione del reddito di cittadinanza per chi è in grado di lavorare”.

Ma ha voluto rivolgersi anche al segretario Landini, che nella relazione presentata chiedeva in maniera provocatoria cosa avessero fatto i poveri italiani al governo attuale, e in risposta Meloni ha precisato che per: “rispondere al segretario Landini che nella sua relazione chiedeva provocatoriamente che gli hanno fatto i poveri al governo, non ci hanno fatto niente è esattamente per questo che non vogliamo mantenerli nella loro condizione di povertà, come purtroppo ha fatto il reddito di cittadinanza e per questo che vogliamo offrire loro la possibilità di uscire dalla da quella condizione e l’unico modo che io conosco per uscire da quella condizione è il lavoro”.

La considerazione sul reddito di cittadinanza e sulla riforma fiscale

La premier Meloni si è concentrata sul discorso inerente il reddito di cittadinanza e ha spiegato  che la necessità è uno strumento che permetta di migliorare la condizione di chi è inoccupato, ma senza sovvenzionare qualcuno che ha la possibilità di lavorare e invece utilizza le tasse di chi lavora duramente per mantenersi.

Meloni ha ribadito che: “vedete il reddito di cittadinanza una misura che ha fallito gli obiettivi per i quali era nata, perché c’era a monte un errore, dal mio punto di vista, e quell’errore era mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva farlo, offrendo a tutti la stessa risposta contrapponendo i confondendo gli strumenti di contrasto alla povertà, gli strumenti di assistenza con le politiche attive del lavoro con il risultato di disincentivare l’offerta di lavoro e di favorire il lavoro irregolare.”

Ho specificato che, a suo avviso, non c’era luogo migliore e platea più adeguata per parlare dell’argomento e ha sottolineato che è necessario tutelare in maniera completa ed esaustiva chi realmente non ha la possibilità di lavorare, concentrandosi verso chi ha un bisogno effettivo, come gli over 60 in difficoltà, invalidi e persone fragili che hanno necessità di una tutela a 360°. Ha precisato che è necessario creare I presupposti per dare formazione e possibilità di posti di lavoro solidi.

La premier ha sottolineato che:  “stiamo lavorando per fare questo e inserire queste persone in percorsi di formazione, anche con un minimo di retribuzione durante la formazione in settori nei quali è richiesta la manodopera e io confido che sempre di più nei prossimi mesi e nei prossimi anni possano aprirsi opportunità anche in settori nuovi, che siano legati a chiare scelte strategiche di sviluppo che stiamo cercando di mettere in campo.”

Precisando che: “sono d’accordo con Landini quando dice che c’è stata, in passato, un’assenza di chiare scelte di politica industriale è una mancanza di visione che, inevitabilmente, ha frenato la nostra crescita economica e che ha reso l’Italia troppo dipendente all’estero da molti in molti settori, che erano anche strategici.”

Ha riferito che la coalizione sta cercando di attuare investimenti che vadano ad invertire  la tendenza di dipendere da paesi stranieri e il principale obiettivo è quello di rendere l’Italia competitiva in ogni ambito.  Ha precisato che hanno parlato negli incontri con la Cgil dell’approvvigionamento energetico e di come investire nel Mediterraneo, ponendo un particolare focus sul fatto dell’aiutare i paesi africani a gestire e utilizzare le risorse che hanno all’interno del proprio Paese.

Meloni ha affermato in merito che:perché questa rimane a mio avviso la più seria strutturale e umana risposta anche al tema delle migrazioni, ma se in passato non c’è stata una chiara scelta di politica industriale, io penso sia accaduto anche perché una politica che aveva un orizzonte breve non aveva interesse ad andare con lo sguardo oltre quell’orizzonte, può essere accompagnata da governi che durano qualche mese mi pare che questo sia evidente a tutti e noi non ci rendiamo conto di quanto abbiamo pagato di questi anni la nostra instabilità politica”.

Secondo Meloni, l’Italia ha pagato in termini di affidabilità  nei confronti di chi voleva investire in ambito energetico e strategico e, proprio per questo, la missione del governo e proseguire verso uno sviluppo della Nazione in ogni ambito cercando un equilibrio con l’opposizione.

Riferendosi poi alla relazione di Landini ha spiegato che: “nella sua relazione c’è ne sono diversi che stanno particolarmente a cuore al governo la dignità degli anziani, abbiamo varato come è stato ricordato il patto per la terza età, un disegno di legge delega che pone le basi di una riforma struttura delle politiche.”

Si è parlato inevitabilmente anche della riforma fiscale e del riuscire a favorire le imprese che, ad oggi, riescono a stento a sopravvivere, ma che sono insieme ai lavoratori il motore dell’Italia.

Landini
Landini alla Conferenza della Cgil – Nanopress.it

La presidente del consiglio ha precisato che è necessaria una: “diminuzione progressiva delle aliquote Irpef, che non vuol dire far venire meno la progressività, ampliando lo scaglione di chi rientra nella prima aliquota per ricomprendere nel suo interno molti lavoratori dipendenti; l’introduzione anche per i dipendenti di una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario: il riconoscimento del principio del merito; rendere deducibili benefici come trasporto, istruzione e rendere monetizzabili i fringe benefit ad esempio nel caso della nascita di un figlio”.

Precisando inoltre che: “vogliamo che i contributi dei lavoratori agli enti bilaterali siano deducibili e detassare le iniziative degli stessi enti a favore dei lavoratori; allineare i lavoratori dipendenti e pensionati sul livello più alto di no-tax area; abbassare gradualmente l’Ires”.

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