L’inviato speciale della Cina sulla crisi in Ucraina si recherà a Kiev lunedì e poi in visita a Mosca.
A renderlo noto è stato il ministero degli Esteri di Pachino. L’uomo inizierà così la missione europea a partire dalla prima tappa, quella nella capitale ucraina. Non meno importante quella conclusiva a Mosca, con lo scopo di discutere con le parti interessate nella guerra, di possibili negoziati di pace politicamente corretti per entrambi.
Inizia lunedì la missione dell’inviato cinese, l’ambasciatore Li Hui, attraverso i luoghi simbolo del conflitto in Ucraina. La prima tappa sarà proprio la capitale del Paese. Il rappresentante speciale del governo cinese per gli Affari eurasiatici visiterà poi la Polonia, la Francia e la Germania, in ultimo sarà la volta della Russia.
Lo scopo di questa missione è quello nobile di porre fine alla guerra e la Cina si è resa intermediaria fra i Paesi coinvolti al fine di ascoltare le diverse richieste e giungere a una soluzione politica. A riferire i dettagli è stato il portavoce del ministro degli Esteri Wang Wenbin, che ha sottolineato anche le dall’inizio del conflitto la Cina ha sempre mantenuto una posizione neutrale e molto obiettiva, promuovendo i colloqui di pace.
Inoltre il Paese ha pubblicato un documento di posizione sulla soluzione politica della crisi ucraina, sintetizzando le idee e le preoccupazioni di ogni parte interessata. Tale testo è stato riconosciuto e compreso dalla comunità internazionale quindi la Cina è attualmente il miglior elemento per poter appianare i divari e poter arrivare a una buona soluzione per tutti.
La speranza del governo cinese è un po’ quella che tutti noi auspichiamo in realtà e la Cina sta lavorando molto per far tornare la pace. La visita dell’ambasciatore e della delegazione cinese è l’ennesima manifestazione dell’impegno a promuovere il dialogo. Questo dimostra come Pechino sia con fermezza dalla parte della pace, al contrario di quanto sostenevano in molti, definendola una potente alleata di Putin.
Wang ha concluso il suo comunicato ricordando che la situazione sta diventando sempre più complicata ma la superpotenza è disposta a continuare a impegnarsi nel ruolo costruttivo che sempre l’ha contraddistinta, per raggiungere il consenso internazionale sul cessate il fuoco, sul termine della guerra e sull’apertura di colloqui pacifici per evitare il peggioramento delle cose.
L’inviato cinese ha ricoperto in passato il ruolo di ministro degli Esteri e anche quello di ambasciatore in Russia, dove addirittura nel 2019 ricevette un premio da Putin in persona, la “Medaglia dell’amicizia”.
Sarà il funzionario cinese di più alto livello a recarsi in Ucraina, così come sottolineato dalla prima telefonata che Xi Jinping ha fatto a Zelensky dall’inizio dell’invasione, il 26 aprile scorso.
Tanti sono stati in questo anno i luoghi toccati dall’invasione dell’esercito russo in Ucraina, in particolare ultimamente si legge spesso della situazione a Bakhmut, città del Donetsk.
Da tempo invasa dai russi, nelle scorse ore l’esercito ucraino ha fatto sapere di aver riconquistato un’area di 2 chilometri, anche se la maggior parte del territorio è ancora in mano al nemico e la situazione è molto delicata.
Orami possiamo dire che questa città è l’epicentro della guerra da mesi perché è un punto strategico per i russi, fondamentale per la vittoria. D’altro canto se Kiev riuscisse a conquistarla, avrebbe poi accesso ad alcune regioni che si trovano sul suolo russo e da lì potrebbe proseguire l’avanzata a Zaporizhzhia. Proprio per questo motivo la zona interessa a entrambe le fazioni e i militari ucraini non intendono arretrare e non si arrendono nonostante le difficoltà. Servirà del tempo per la vera e propria controffensiva di Kiev, che punta anche a scacciare definitivamente il gruppo Wagner, che ormai controlla l’85% del Donbass.
Il vice ministro della Difesa ucraino, Anna Malyar, ha dichiarato che in questi giorni la riconquista della città orientale procede, confermando appunto i chilometri di avanzata.
“il nemico non è riuscito a realizzare il suo piano e ha subito perdite pesanti. siamo avanzati in direzione di bakhmut e non abbiamo perso questa settimana una sola posizione”.
Ha poi osservato le diffamazioni dell’esercito del Cremlino, che sta diffondendo informazioni false per screditare quello ucraino, inventando storie sulla propria carenza di armi per giustificare la situazione reale.
Nella città è in corso un’attiva fase offensiva che vede i russi in posizione di difesa, questo quanto afferma il maggiore Maksym Zhorin su Telegram:
“i russi devono tenere difesa e al momento non hanno la possibilità di avanzare. la situazione è delicata e non parleremo ancora dei dettagli. per quanto riguarda la carenza di armi, posso assicurarvi che non è così e sia i wagner che le altre unità russe sono ben forniti”.
In merito è intervenuto anche un blogger militare russo, Sasha Simonov, che ha detto che alcune unità militari hanno dovuto ritirarsi e questo sarebbe coerente con quanto affermato dal governo ucraino. Di contro, l’agenzia di stampa russa, Tass, ha riferito che c’è una certa tensione a Bakhmut ma nonostante l’aggressione ucraina, l’esercito si sta difendendo bene. L’agenzia ha anche riportato le parole del comandante dell’unità Akhmat, Apty Alaudinov, che ha rassicurato che nulla di straordinario è avvenuto.
Il comandante ha chiarito sul suo canale Telegram che i combattenti della Wagner stanno avanzando e colpiscono il nemico in modo significativo, sebbene anche quest’ultimo sia avanzato in alcune aree.
“penso che verranno prese decisioni appropriate nelle zone interessate. se guardiamo alla situazione che si sta sviluppando, non c’è bisogno di preoccuparsi perché le truppe russe si stanno preparando per la controffensiva da molto tempo”.
Giravano voci che l’esercito di Kiev avesse sfondato in vari punti la linea del fronte ma il ministero della Difesa russo ha smentito queste notizie diffuse da alcuni blogger, chiarendo invece che le unità di assalto stanno facendo progressi con il supporto aereo e di artiglieria. Sebbene gli ucraini stiano portando avanti un tentativo di controffensiva che sta avendo i primi piccoli risultati, stanno subendo comunque delle perdite in termini di personale militare e hardware.
Intanto il capo della Wagner, Prigozhin, ha invitato il ministro della Difesa russo Shoigu a visitare personalmente a Bakhmut per valutare la situazione nella città dell’Ucraina orientale. Solo poche ore fa è stata diffusa la notizia che nell’attacco ucraino per avanzare verso la città, sono stati uccisi diversi membri del gruppo paramilitare. Nonostante questo, ha ancora il controllo sulla maggior parte del territorio nella zona.
I soldati di Prigozhin non intendono lasciare l’area e non ci sono segnali che potrebbero far pensare a una loro arresa, tuttavia la cattiva informazione fatta spesso dai blogger fa pensare il contrario ma anche le continue accuse fra i due Paesi non contribuiscono a chiarire come sta andando effettivamente.
Le ultime riguardano proprio il capo dei mercenari e Zelensky, il primo infatti avrebbe smentito le parole del presidente che afferma che ancora la controffensiva è in fase di progettazione perché servono molte armi che al momento non sono disponibili. Secondo Prigozhin, questa è già iniziata appunto proprio a Bakhmut.
La situazione è molto calda anche nella regione di Kherson, dove ieri le truppe russe hanno attaccato 80 volte provocando una vittima e 4 feriti. Presi di mira ospedali, scuole e infrastrutture critiche.
Ad ogni modo ora l’attenzione è focalizzata sui fatti di Bakhmut per l’importanza strategica della zona. Sicuramente i chilometri di avanzata degli ucraini non sono una vittoria ma questo viene visto come una sconfitta dai russi, l’ennesima dopo l’ultima nel tentativo di prendere la capitale.
E se da un lato ci sono Paesi come la Gran Bretagna che ha donato missili da crociera a lungo raggio pensando che la risposta sia aumentare la potenza militare ucraina, dall’altro c’è la Cina, che indica il dialogo come strada da seguire per chiarire le volontà di tutte le potenze coinvolte. Riuscirà il viaggio dell’inviato di Pechino a dare una svolta positiva alla guerra? Al momento non ci è dato saperlo ma di certo tutti i riflettori sono al momento puntati su questo evento e anche sulla visita nel weekend del presidente Zelensky, a Roma.
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