L’ipotesi del movente sessuale dietro la morte di Alice Neri: sarebbe questo lo scenario in cui potrebbe essere maturato l’omicidio della 32enne di Rami di Ravarino trovata senza vita a Fossa di Concordia, in provincia di Modena, il 18 novembre scorso.
Lo avrebbero scritto i giudici del Riesame, riporta Ansa, nelle motivazioni del rigetto del ricorso di Mohamed Gaaloul, principale indagato, contro la carcerazione disposta quale sospettato numero uno nel giallo.
Un approccio respinto dalla vittima, una colluttazione che sfocia in omicidio e le fiamme per cancellare ogni traccia.
È questa una delle ipotesi sul presunto movente dietro la morte di Alice Neri, uno scenario che i giudici del Tribunale della Libertà di Bologna, riporta Ansa, avrebbero messo nero su bianco nel documento di rigetto dell’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa del tunisino Mohamed Gaaloul.
Non si esclude quindi che la 32enne, trovata carbonizzata nel bagagliaio della sua vettura a Fossa di Concordia mesi fa, possa essere stata vittima anzitutto di un tentativo di violenza e poi uccisa, infine bruciata insieme alla macchina per distruggere ogni evidenza di un delitto e di un possibile assassino.
Il tunisino continua a dirsi estraneo, ma la tempistica, secondo il Riesame, contribuirebbe ad alimentare il “robusto quadro indiziario a suo carico”.
Diversi reperti sarebbero al vaglio degli inquirenti e, tra questi, una collana che sarebbe stata ritrovata all’interno dell’auto e che non sarebbe stata riconosciuta dai parenti come di proprietà di Alice Neri. Si tratta di un oggetto del killer?
La domanda è ancora senza risposta, ma quello che appare certo è che gli elementi raccolti in sede di indagini, finora, convergono sulla posizione del tunisino Gaaloul.
Non solo la sua partenza all’estero, per l’accusa una vera e propria fuga, pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere, ma anche il racconto di alcuni testimoni che avrebbero riferito di averlo visto “sporco di olio” in un momento che non si escluderebbe strettamente legato agli eventi.
Dell’olio frusto, secondo quanto emerso, sarebbe stato usato nella fase dell’incendio sulla scena.
Pochi giorni fa, il fratello di Alice Neri ha trovato un reperto che non si escluderebbe essere legato al ritrovamento del cadavere della donna.
L’uomo, recatosi sul posto con il marito della 32enne, vi avrebbe scoperto la presenza di un pezzo di plastica di colore blu (compatibile con quello dell’auto di Alice Neri) apparentemente fuso con un verosimile frammento osseo.
Saranno gli accertamenti scientifici a stabilire di cosa si tratta esattamente e se questo elemento possa dare un contributo all’inchiesta.
L’avvocato di Mohamed Gaaloul, Roberto Ghini, ha dichiarato che non tutte le telecamere di sorveglianza che insistono nelle zone di interesse sarebbero state analizzate.
Per questo sostiene che la ricostruzione finora condotta dagli inquirenti a carico del suo assistito sia in qualche modo “monca”: all’appello mancherebbero filmati che non sarebbero stati acquisiti e che, a suo dire, potrebbero contenere importanti elementi per ricalcare presenze e spostamenti di quella notte nell’area.
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