L’iran ha risposto alle Nazioni Unite in merito alla risoluzione, dove viene accusato il regime iraniano in merito alla questione, delicatissima, degli avvelenamenti avvenuti all’interno degli edifici scolastici femminili. Nonostante la faccenda non sia così recente è emersa a livello internazionale da poche settimane e ha indignato la comunità globale.
Una situazione che ha gettato nel caos genitori e docenti che hanno manifestato il loro sdegno nei confronti del governo iraniano, che ha tenuto innanzitutto la questione velata per evitare l’opinione pubblica e ciò ha comportato l’insinuarsi nel pensiero popolare del fatto che la colpa possa essere riconducibile proprio al alle autorità iraniane, che secondo l’opinione pubblica ha utilizzato questo espediente e questa tecnica come monito verso le giovani donne che hanno deciso di protestare intonando gli slogan Donna Vita Libertà.
Proprio per questo ma anche per la durissima repressione le Nazioni Unite hanno deciso di adottare la risoluzione che va a colpire la Repubblica islamica iraniana per tentare di frenare la ferocia dimostrata.
Emerge da fonti vicine al consiglio dell’Unione Europea che le Nazioni Unite hanno intenzione di imporre nuove sanzioni nei confronti di otto iraniani e verso un’organizzazione che hanno contribuito alla repressione delle manifestazioni popolari, in seguito alla morte di Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre per mano della polizia morale mentre era in custodia dopo essere stata arrestata per aver indossato male il velo.
L’Unione Europea ha accolto con sdegno la scelta di Raisi di imporre una repressione feroce che ha portato all’arresto di oltre 30.000 prigionieri politici, come riferito dall’ultimo rapporto diffuso da Iran International, e ucciso più di 500 manifestanti dall’inizio della rivoluzione iraniana.
I paesi dell’Unione Europea hanno deciso di muoversi sia verso la repressione che nei confronti della vicenda degli avvelenamenti delle studentesse, che da novembre attanaglia la popolazione iraniana e ha portato alla riaccensione delle manifestazioni in maniera più violenta, dato che la fascia d’età colpita da questi attacchi mirati con gas velenosi è quella delle scuole elementari e medie.
L’Ue ha concordato di adottare nuove misure restrittive e punitive e la notizia è stata rivelata dal sito Telegraph che per primo ha dato la notizia.
Chi verrà colpito da queste misure punitive non potrà più fare ingresso nell’Unione Europea, ma soprattutto non potranno accedere a nessun bene dell’UE. Finora sono state colpite 196 persone iraniane e 33 società tra cui Politici e funzionari di sicurezza.
L’ultima tranche di sanzioni va a colpire il ministro iraniano della cultura Esmaili per essersi scagliato contro registi e artisti, ma anche il ministro degli dell’istruzione Nouri che ha deciso di stoppare l’insegnamento agli studenti.
Oltre a questo è in atto una disputa a riguardo al fatto che le nazioni occidentali vorrebbero inserire le Guardie della Rivoluzione islamica iraniana all’interno dei gruppi terroristici in maniera ufficiale, ma riguardo alla questione emergono opinioni divergenti anche all’interno dei membri Ue. Il fatto che porta l’occidente ha definire organizzazione terroristica di IRGC e anche la vicinanza ostentata con la Russia e la fornitura di droni che sono stati utilizzate dall’esercito russo per colpire il territorio ucraino colpendo tra l’altro moltissimi obiettivi civili peggiorano la situazione già compromessa della Repubblica Islamica.
Nonostante ciò il procedimento per inserire nella lista dei terroristi le Guardie Rivoluzionarie è attualmente fermo e questo nonostante le chiamate e la spinta effettuata da Berlino e Amsterdam.
La situazione sta letteralmente peggiorando a vista d’occhio e in diversi ambiti e non è più possibile evitare di intervenire per la comunità globale. Ovviamente le autorità iraniane non hanno tardato a rispondere ed è arrivata una lettera ufficiale.
Le autorità iraniane hanno deciso di rispondere all’accusa Delle Nazioni unite, in merito all’avvelenamento di massa avvenuto a discapito delle studentesse in Iran.
Il regime iraniano si è detto innocente rispetto alle accuse lanciate dall’Unione Europea e emerge, da Radio Farda, una lettera di risposta inviata dalla missione iraniana alle Nazioni Unite, che riporta le dichiarazioni del ministero dell’Interno, del ministero della Salute e di altri istituzioni governative e statali comprendendo ovviamente il capo della magistratura, il presidente Raisi e la guida Suprema dell’Iran ali Khamenei.
Nella lettera viene specificato che meno del 10% delle studentesse hanno manifestato sintomi di avvelenamento e sono stati costretti al trasporto in ospedale ma tutte dimesse in breve tempo. Viene sottolineato inoltre che soltanto quattro studenti hanno avuto necessità di ricovero per più di due giorni consecutivi.
La Repubblica islamica ha precisato però che nonostante ciò emerso che 250 sezioni di 52 istituti scolastici differenti sono state colpite da avvelenamento.
La scorsa settimana lo stesso ministro della Salute iraniano ha riferito che il totale degli studenti avvelenati ammonta a 13.000 in 100 città differenti appartenenti a 28 province distinte. Secondo i media locali gli studenti colpiti da avvelenamento sono stati almeno 30.000 negli ultimi due mesi.
Dal 30 novembre sono cominciate gli avvelenamenti all’interno delle scuole femminili utilizzando oggetti incendiari che disperdevano gas velenosi e intossicanti che sono iniziati dalla città religiosa di Qom, per poi espandersi alla capitale Teheran e a macchia d’olio in tutto lo Stato.
Secondo l’opinione pubblica iraniana si tratta di una punizione contro le studentesse che hanno manifestato contro il regime e in favore dei diritti femminili. Sembra che anche reprimendo ferocemente violentemente la repressione questa trasformatasi può in una reale rivoluzione che continuata anche tra i giovanissimi, preoccupando molto il regime iraniano che avrebbe deciso, così, di attuare una tecnica differente per arrivare dell’istruzione le giovani donne.
Anche il Parlamento iraniano ha chiesto l’apertura di un’indagine e l’opposizione spinge perché venga effettuato un reale approfondimento dato che le informazioni fornite nelle scorse settimane hanno svelato centinaia di arresti nessuna informazione dettagliata su chi abbia compiuto l’atto o su cosa sia stato utilizzato per avvelenare le giovani studentesse.
Otto esperti delle Nazioni Unite hanno spiegato che il regime potrebbe aver commesso un avvelenamento intenzionale ma, soprattutto, nonostante di chi sia la colpa o meno, la questione è che non ha approfondito nel corso di diversi mesi ma ha preferito coprire l’incidente per dare più importanza alla propria immagine internazionale.
Le proteste si sono riaccese e hanno rimostrato morti e feriti, dato che i cittadini hanno deciso nuovamente di scagliarsi contro il regime oltre che per i diritti femminili anche contro gli avvelenamenti per avere spiegazioni in merito all’accaduto alle giovani iraniane. Il governo di Raisi continua però a utilizzare la violenza come monito e ora si evince una crudeltà maggiore verso le condanne a morte di cittadini curdi.
Oltre a ciò la preoccupazione globale e anche inerente alla questione del nucleare dopo che l’Aiea ha deciso di dichiarare pubblicamente di aver trovato uranio arricchito pari ha una purezza dell’ 84% e ciò ha sconvolto letteralmente le nazioni internazionali in quanto al 90% è possibile fabbricare una bomba atomica. Massima attenzione nei confronti del regime iraniano di raisi che sembra non prestare attenzione alle critica e sanzioni occidentali ma si avvicina sempre più a Cina e Russia con la quale attualmente sta anche conducendo esercitazioni militari congiunte.
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