Oltre centomila sarebbero i casi già accertati di leishmaniosi tra i jihadisti dell’Isis, che sarebbero facilmente contagiati dall’infezione viste le condizioni di scarsa igiene in cui vivono. La leishmaniosi è comunque una malattia parassitaria che si trasmette attraverso i pappataci, ed è una malattia potenzialmente letale nelle forme più gravi, che colpisce gli organi interni e non si limita alla cute.
Secondo quanto riportato dai media internazionali, oltre centomila jihadisti dello Stato Islamico in Siria sono stati colpiti dalla leishmaniosi. Il numero maggiore di casi è stato registrato a Raqqa. Cresce dunque il pericolo di combinazione tra questa parassitosi e la sindrome respiratoria Medio Oriente (Mers), che porterebbe alle condizioni perfette per lo scoppio di epidemie di malattie infettive, come scrive Charlie Cooper su The Indipendent.
”Numerose zone della Siria sono vulnerabili perché la raccolta dei rifiuti è stata sospesa, permettendo ai flebotomi che trasmettono leishmaniosi di proliferare” spiega invece Peter Hotez, esperto di Malattie tropicali neglette (Mtn): “Le misure di controllo sanitario pubblico si sono fermate. Ci sono guasti nella rete idrica e fognaria, e uno scarso accesso a medicinali e ospedali”. Queste sono dunque condizioni perfette per la proliferazione di un’epidemia.
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