L’Isis voleva assassinare la regina Elisabetta il giorno di Ferragosto 2015, durante le celebrazioni per il 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Lo riporta il Daily Mail e la notizia dell’attentato ha fatto presto il giro del Web. Secondo quanto scrive il giornale i jihadisti voleva far esplodere un ordigno fatto a mano del tutto simile a quello impiegato dai fratelli ceceni Tsarnaev nell’attentato alla maratona di Boston il 15 aprile 2013, che causò 3 morti e 264 feriti.
Sono state le unità speciali di Scotland Yard (‘SO14’ a protezione della famiglia reale e ‘SO1’ che protegge il primo ministro) e l’Mi5 (il controspionaggio britannico) a sventare l’attentato, scrive il domenicale del Daily Mail.
Un portavoce della Metropolitan Police ha spiegato che ”anche se il rischio di minacce alla sicurezza del Regno Unito” da parte dell’Isis ”resta elevato”, il lavoro dell’intelligence permette di rassicurare i cittadini. ”I piani della sicurezza vengono continuamente rivisti per tutti gli eventi pubblici”, compreso quello per le celebrazioni della fine della guerra.
Al momento, sempre secondo quanto riporta il Daily Mail, non ci sarebbero ancora stati arresti, ma la polizia starebbe seguendo con grande attenzione la vicenda. L’attentato era programmato alla presenza di migliaia di persone – tra cui almeno 1.000 veterani sopravvissuti ai combattimenti della II Guerra Mondiale nel Pacifico contro il Giappone – schierate lungo tutto il tragitto che da Trafalgar Square attraverserà Whitehall, la strada dei ministeri, per arrivare all’abbazia di Westminster passando davanti al Parlamento.
La bomba sarebbe dovuta esplodere alle 14 alle spalle del quartier generale delle Guardie della Regina da dove parte ogni giorno la cerimonia del cambio della Guardia.
Dopo l’attacco alla spiaggia tunisina di Sousse – in cui sono morti 38 turisti – il premier David Cameron aveva parlato di una ‘grave minaccia’ nel Regno Unito. E, sempre secondo il quotidiano, tutta l’attenzione dell’intelligence sarebbe ora rivolta ai migranti di Calais: il timore è che tra quanti cercano di attraversare la manica si nascondano militanti dell’Isis.
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