Buone notizie per l’Italia dal punto di vista dell’economia green: il Consiglio di coordinamento internazionale del programma Mab (Man and Biosphere) dell’Unesco ha approvato all’unanimità l’iscrizione di tre nuovi siti naturalisti del nostro Paese nella Lista Biosfera, creata appositamente per valorizzare le riserve considerate uniche al mondo. Le tre new entry sono il Delta del Po, le Alpi di Ledro e l’Appennino Tosco-Emiliano. Per la prima volta l’Italia riesce ad iscrivere tre riserve tutte insieme, ed ora salgono a 13 le presenze italiane nella Lista Biosfera Unesco.
Questa lista è nata per valorizzare quei territori in cui si registra uno sviluppo economico nel rispetto dell’ambiente, dell’ecosistema e della biodiversità, caratteristiche che hanno convinto i membri Unesco riuniti a Parigi nell’approvazione delle tre riserve naturalistiche della Penisola. C’è il Delta del Po, 14omila ettari collocati tra il Veneto e l’Emilia-Romagna, ‘una identità unica e un patrimonio estremamente significativo di biodiversità‘, come si legge nella motivazione, i 47500 ettari delle Alpi di Ledro, tra le Dolomiti, il Lago di Ledro, il Lago di Carera e il Lago di Garda, in cui si segnalano le attività agricole come l’olivo, la vite e la frutta tradizionale, e infine l’Appennino tosco-emiliano, scelto per aver sviluppato, all’interno di aree protette dal punto di vista ambientale, un turismo eno-gastronomico fondato su prodotti tipici e tradizionali.
Secondo il professor Petrillo, che ha negoziato per l’Italia le tre candidature, ‘in tutti e tre i casi l’Unesco ha evidenziato come sia possibile assicurare lo sviluppo economico di un territorio nel rispetto dell’ambiente e del suo ecosistema, puntando su pratiche agricole tradizionali e su produzioni tipiche come il Parmigiano Reggiano nell’Appennino Tosco-Emiliano. Peraltro sono paesaggi rurali di eccellenza, ognuno con la sua specificità, e il fatto che l’Unesco li abbia riconosciuti tali conferma come l’Italia sia una culla di biodiversità‘. Soddisfazione per un Paese che non sempre riesce a tutelare e valorizzare il suo immenso tesoro naturalistico, ed anzi spesso gli sfregi vengono avallati dal silenzio, l’ignavia e la noncuranza di enti ed autorità preposti alla loro salvaguardia. La dimostrazione che economico ed ecologico non sono termini antitetici arriva dunque dalla promozione nella lista Biosfera Unesco di queste tre riserve: che diventino un modello da copiare è più di un auspicio.
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