Di seguito all’esplosione di una serie di casi di listeria, il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, hanno diffuso una lista con tutti gli alimenti che potrebbero rappresentare un potenziale rischio.
La listeria monocytogens è un infezione che può produrre effetti anche molto gravi all’essere umano. Questa deriva da un batterio, già presente in natura.
Inoltre può essere trasmessa all’uomo attraverso l’ingestione di alimenti. Per questo il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno stilato una lista di possibili alimenti a rischio.
Gli alimenti a rischio Listeria
Tra i vari alimenti a cui bisognerebbe prestare molta attenzione in questo periodo, in modo da evitare la listeria, secondo il ministero della Salute vi sono sicuramente i formaggi molli.
In particolar modo, quelli caratterizzati da muffa in superficie come il Brie o anche quelli con muffa nella massa, come per esempio il gorgonzola.
A seguire è meglio evitare: latte crudo, salmone affumicato o anche poco cotto, salumi poco stagionati, cibo non cotto in generale e anche frutta e verdura.
Oltre alla lista di alimenti possibilmente a rischio, le due istituzioni suggeriscono anche una serie di comportamenti volti a prevenire il rischio listeria.
Tra questi vi è quello che orami conosciamo tutti perfettamente grazie alla pandemia, ossia il lavarsi bene le mani e pulire le superfici della cucina dopo il contatto con gli alimenti.
Altro punto è quello della separazione degli alimenti all’interno del frigorifero. Si suggerisce infatti di conservarli separatamente in contenitori chiusi.
Altro punto importante è poi quello di cuocere bene gli alimenti e stare molto attenti alla data di scadenza. Il batterio listeria è infatti sensibile a temperature molto alte. Basta una cottura sui 75 gradi per circa 15 secondi.
Infine è consigliato lavare molto bene frutta e verdura e non alzare la temperatura del frigorifero al di sopra dei 4 gradi centigradi.
I sintomi del batterio
La listeria è dunque un batterio presente in natura, questo può essere trasmesso tramite l’ingestione di determinati elementi e si manifesta attraverso meningite, dermatite, encefalite o batteriemia.
I sintomi tipici sono febbre alta, vomito, diarrea, dolori addominali. O ancora endocardite, peritonite, artrite settica, colecistite e pleuropolmonite.
I soggetti maggiormente a rischio sono: i pazienti immunodepressi, gli anziani, i bambini e le donne incinta.
In particolare per le donne incinta questa può causare aborto, parto prematuro o anche morte infantile precoce. Inoltre l’infezione può essere trasmessa da madre a figlio, causando nel neonato meningite o polmonite.