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L’Italia, battuta dall’Austria e anche da Ballando con le stelle, ha perso sempre più hype

Non è esattamente un’amarissima ironia della sorte che, oggi, la Nazionale italiana di calcio di Roberto Mancini abbia giocato la sua ultima partita di un 2022 da incubo. Più che altro fa parte di un disegno ben architettato dalla Rai che ha preferito tenere Ballando con le stelle al sabato piuttosto che farlo traslocare per una partita amichevole contro l’Austria che più che di amichevole profuma di beffa.

Roberto Mancini – Nanopress.it

Una beffa che gli azzurri perdono pure, senza neanche appello, probabilmente senza neanche mai affondare il coltello. E sbandando in alcuni degli uomini che del ciclo che sta per finire hanno rappresentato dei cardini, dei simboli e anche i talenti da aspettare e coccolare: gente come Marco Verratti e, a tratti, Gianluigi Donnarumma. E neanche questo è casuale. Una sconfitta che arriva in maniera diversa da quello che fu l’ottavo di finale della svolta agli Europei vinti appena un anno fa, e in maniera uguale a quando siamo stati sbattuti fuori dai Mondiali – che sono iniziati oggi tra le polemiche in Qatar – dalla Macedonia del Nord, o forse era la Bulgaria, la Svizzera, o l’Irlanda del Nord.

Tra le tante possibilità che abbiamo dato ai nostri (ex?) beniamini, però, ora il morale è a terra. E no, le Final Four della Nations League, per carità, non solo non sono un contentino, non sono neanche state veramente giocate, dalle altre squadre, o almeno non al massimo del potenziale. Diciamoci la verità.

L’Italia di Mancini perde, su tutti i fronti: anche quello televisivo

Che l’Italia di Roberto Mancini (contro l’Austria) abbia giocato proprio oggi, mentre dall’altra parte del mondo si celebrava – o condannava – l’inizio dei Mondiali, i primi a giocarsi d’inverno, in un Paese mediorientale, è esattamente quello che meritiamo. Meglio, che meritano i giocatori, lo staff, la Federazione (scegliete un po’ voi chi ha più colpe) che ci hanno costretto, per la seconda volta di fila, a guardarli senza i nostri pesantissimi e meravigliosi colori, cercando di capire qual è la Nazionale in cui sono stati convocati più calciatori della Serie A per far finta di tifare qualcuno che non sia, di fatto, la squadra che giocherà contro la Francia – così, per puro spirito patriottico.

Che l’Italia abbia perso, poi, anche questa amichevole inutile, brutta, che non si può neanche considerare un contentino, pure. Perché si deve essere coerenti, quando non ci si qualifica alla fase finale della coppa del mondo, e quando quella coppa del mondo inizia, lasciandoci tra l’altro orfani pure del campionato e della Champions League.

Quello che è stata con la Bulgaria, con la Svizzera, con l’Irlanda del Nord e, infine, ciliegina sulla torta con la Macedonia del Nord (è una battuta, ridete) l’Italia, si è visto anche con gli austriaci, che tanto meglio di noi non sono messi, ma in realtà sì, perché: uno, loro non hanno vinto solo un anno fa gli Europei – e non l’hanno fatto perché siamo stati noi a eliminarli agli ottavi di finale. Due: non ha vinto quattro edizioni e sono otto anni che non li vedono manco con il binocolo.

Magari è una chiusura del cerchio, eh. O magari no, perché non ci crede più neanche mamma Rai agli azzurri di Mancini, non ci crede a tal punto che se deve scegliere tra tenere Ballando con le stelle, programma di punta del sabato sera e campione di share, o mandare in onda la partita più inutile dell’anno, ecco, preferisce regalare l’amara consapevolezza di poter giocare giusto nello stesso giorno della cerimonia di apertura dei Mondiali a cui non si è qualificata.

Milly Carlucci e Wanda Nara – Nanopress.it

Per carità, non ce ne voglia Milly Carlucci e non ce ne vogliano neanche Ema Stokholma, Iva Zanicchi e tutte le celebrità che ogni sabato sera si mettono in gioco e scendono in pista. Però, siamo cresciuti a pane e Nazionale, che quando c’era il Mondiale si bloccava tutto. Si usciva dal lavoro con la cravatta slargata e i capelli arruffati, per scappare a casa o al pub un po’ più veloce. Oppure, nel weekend, ci si riuniva al tavolo di mammà con la teglia di pizza, l’amico di sempre, la fidanzata che si fa piacere il calcio. Rigorosamente, tra un Fratelli d’Italia stonato e un divano un po’ più sformato. Con urla, sigarette e critiche, in uno strano mix da gote rosse e la voce che va a farsi benedire.

Perdere i Mondiali nell’anno in cui la Rai ha acquisito gli interi diritti tv dell’evento è grave. Scendere nelle priorità della rete è una diretta conseguenza, anche giusta, lo diciamo da tifosi con l’amaro in bocca. Siamo sicuri che Gravina, Mancini e tutti i calciatori siano ben consapevoli del peso della sconfitta e dell’eliminazione a cui, per la seconda volta di fila, sono andati incontro. Ma qui c’è un rischio ancora più forte, quello della disaffezione, dell’occasionalità e poi l’esigenza di recuperare quel sano patriottismo, l’ammirazione per chi scende in campo. E la passione. Quella che sposta con il suo calore e che spinge le nuove generazioni. Caro Mancio, ne abbiamo maledettamente bisogno.

Gli azzurri hanno perso appeal e sono fuori dall’hype, come cantano i Pinguini tattici nucleari

E sarà che adesso ruoterà tutto attorno al fatto che Cristiano Ronaldo e Lionel Messi sono all’ultima occasione per portarsi a casa quella coppa del mondo che renderebbe ineguagliabile il palmares personale di entrambi i fenomeni e plurivincitori del Pallone d’oro. E sarà che, dopo anni di salame davanti agli occhi, anche noi italiani ci siamo resi che il Qatar ha organizzato uno dei Mondiali più sporchi e brutti di sempre.

E sarà tutto questo, e anche il fatto che siamo delusi, amareggiati da mesi per non esserci manco arrivati a boicottare questa ventiduesima edizione, ma l’Italia ha perso l’hype, ne è fuori. Sbattuta via da Nazionali che non hanno neanche la metà della nostra storia, ma che magari ci mettono un po’ di più il cuore per quello che conta davvero, per i tifosi – veri e presunti che siano. No, non per la Nations League, che se poco importa a Uefa, e a voi, immaginate quanto poco interessi a noi, a casa o sugli spalti.

Gianluigi Donnarumma – Nanopress.it

Al massimo diventa un’occasione in più per fischiare Gianluigi Donnarumma, ma solo se si gioca a Milano. Ma anche quello, che era una cosa sbagliata già dallo scorso anno, ci interessa poco, ché intanto il Milan non solo ha trovato Mike Maignan, ma ha anche vinto uno scudetto senza il miglior giocatore degli Europei itineranti. Oppure per non credere più in Marco Verratti, uno che per gli emiri ci lavora per anni e che in Italia, Nazionale a parte, abbiamo visto solo a Pescara e mai in Serie A. Stasera hanno steccato di nuovo, ma conta davvero? O contano le discussioni da bar per la pochezza tecnica della squadra o la mancanza di una prima punta dal gol facile, quella che risolve le partite chiuse?

No, a questo punto, conta recuperare l’amore e la stima dei tifosi – lo ripetiamo -. E per farlo conta ancora di più spingere l’Italia verso un nuovo ciclo. Mancini lo sta già facendo, a volte un po’ troppo, convocando ragazzi di talento, sì, ma che la massima serie per ora l’hanno vista solo in tv o da bordocampo. O pochissime volte sono scesi davvero in campo. Tentativi maldestri, per molti, ma che lasciano la sensazione che il Ct sappia bene che bisogna lasciare spazio al nuovo, ritrovare il coraggio e lanciare il futuro, che poi sarà presto il presente. Giacomo Raspadori, per esempio, è chiaro esempio di ciò che è e che sarà. Perché l’Italia deve tornare in primo piano, per la sua storia, per un Paese intero – pieno d’orgoglio – per il bene del calcio mondiale. E per riottenere una priorità giusta e meritata, non ce ne voglia Ballando con le stelle.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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