Il porto della Toscana ha appena accolto la Golar Tundra di Snam. Si tratta di una nave che inizierà a lavorare dalla seconda metà di maggio a seguito dei tre anni concessi per la permanenza.
Un argomento su cui sono nate numerose polemiche a partire da coloro che chiedono se sia possibile diminuire la dipendenza dal gas Russo in un modo diverso.
La discussione intorno alla nave di classificatrice
Alcuni giorni fa, la nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam, è giunta nel porto Toscano di Piombino. Si tratta di una nave il cui obiettivo è molto importante, in quanto dovrà liberare il nostro stato da una grande quota di gas proveniente dall’Azerbaigian e dalla Russia. Un servizio che entrerà in vigore a partire dalla metà del mese di maggio dopo che sono passati tre anni della sua permanenza a Piombino.
Un argomento che ha alzato numerose polemiche e su cui è in arrivo anche una sentenza del Tar. Da una parte c’è chi protesta contro la presenza della nave mentre dall’altra non manca chi afferma che utilizzare una nave di classificatrice porterà ad un consumo minore di gas. In base agli ultimi dati, pare che quest’anno l’Italia abbia già raggiunto questo scopo, ossia quello di consumare una quantità inferiore di gas. Infatti, nel 2022, nel nostro stato si è registrato un 10% di consumi in meno di gas rispetto al 2021. Di sicuro complice è stato anche il fatto che la stagione autunno- inverno non è stata molto fredda, facendo registrare un calo del 23%. In poche parole, l’Italia sta già riuscendo a consumare meno gas a differenza dei consumi prima dello scoppio del conflitto Russia- Ucraina.
Un’altra polemica riguarda l’utilizzo della nave rigassificatrice. I problemi più grandi sono quelli che concernono i tempi. Infatti, se si volge lo sguardo sul tipo di energia che va a generare, è possibile notare che è molto calata quella idroelettrica proprio come è accaduto anche per quella solare ed eolica. Inoltre, si sta facendo andare molto meno anche le centrali a gas mentre sono cresciute notevolmente le importazioni insieme al carbone. In poche parole, attualmente rimpiazzare il gas in pochissimo tempo risulta essere davvero molto difficile.
Gli accordi fatti dall’Italia per le forniture di gas
È molto importante ricordare che l’Italia, per cercare di rimpiazzare il gas Russo, ha portato avanti diversi accordi commerciali con altri Paesi. Per ora sono soltanto tre i rigassificatori attivi in Italia, delle strutture che lavorano nel pieno delle proprie possibilità. Si tratta di di rigassificatori presenti a Livorno, Rovigo e La Spezia.
Con la nave rigassificatore di Piombino, si ha la possibilità di unire un’altra capacità pari a 5 miliardi di metri cubi in un solo anno. In poche parole, facendo meno del gas Russo, L’Italia ha la possibilità di prendere il 40% del gas dall’Algeria, il 15% dal gasdotto Tap, il 23% dai tre rigassificatrice già presenti in Italia, il 15% da Libia, Italia e Norvegia mentre il 7% dalla nave rigassificatrice di Piombino.
In poche parole, se facciamo a meno di Piombino, dovremmo fare a meno del 7% di consumi, ossia un mese di gas in meno per l’intero Paese.