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L’Italia ha perso contro l’Inghilterra nella prima partita per le qualificazioni a Euro 2024

L’Italia è chiamata a una prova difficile, difficilissima alla prima partita valida per le qualificazioni a Euro 2024. Infatti, gli azzurri sono subito chiamati al test Inghilterra e non è affatto un match semplice per gli uomini di Roberto Mancini, chiamati a riscattare – per quanto possibile – il mancato accesso ai Mondiali in Qatar, poi vinti dall’Argentina. C’è anche tanta curiosità nel rivedere in campo il 4-3-3 tanto cari ai nostri che con questo assetto tattico sono riusciti a conquistare proprio gli ultimi Europei. Si accendono le luci dello stadio Maradona, a Napoli, e subito con una grande sfida, ma che proprio per questo non può essere fallita.

Roberto Mancini alla guida della Nazionale italiana – Nanopress.it

Mancini ha le idee ben chiare per il prossimo corso dell’Italia che probabilmente parte da stasera. Il tecnico di Jesi ha intenzione di proseguire sulla linea giovane, anche se comporta esclusioni eccellenti e sorprese inattese, nelle formazioni schierate e nelle convocazioni, soprattutto. Si vede anche dall’undici che scende in campo stasera e che vede al centro dell’attacco Mateo Retegui, uno che in Italia raramente si era sentito e che non si era mai visto, e che il Ct ha selezionato un po’ per mancanza di alternative – visti i tanti infortuni -, un po’ con grande convinzione e con la speranza di aver beccato la gemma del presente e del futuro. I risultati, però, non sono quelli attesi, almeno non quello finale e non ci riferiamo solamente al giovane attaccante che comunque ha stupito dal punto di vista realizzativo e ha messo il suo marchio indelebile sul match. Durante la partita, il bomber si fa sentire e firma il gol azzurro, ma l’Inghilterra attacca con molta più qualità e attenzione nel primo tempo. Alla nostra Nazionale non basta la grande reazione del secondo tempo.

Male la prima: l’Italia reagisce alla grande, ma cade in casa contro l’Inghilterra allo stadio Maradona

Dicevamo della formazione: bene, le sorprese non sono solo in attacco, composto anche da Lorenzo Pellegrini e Domenico Berardi. Se in porta Gianluigi Donnarumma pare intoccabile, anche se con qualche gol (evitabile) subito di troppo, in difesa Mancini opta per la coppia formata da Francesco Acerbi e Rafael Toloi, con Alessio Romagnoli che perde il ballottaggio con il calciatore dell’Atalanta. Il centrocampo, invece, è quello titolare e all’insegna della qualità: Nicolò Barella agisce sul centro-destra, in regia c’è Jorginho e sul centro-sinistra ecco Marco Verratti. Anche nell’Inghilterra ci sono diverse assenze, ma non così importanti da alterare la mole complessiva di gioco di Gareth Southgate che ha a disposizione tanta qualità e voglia di fare male, anche per vendicare la finale persa in casa nell’ultima edizione degli Europei vinta dall’Italia.

Jude Bellingham in azione contro l’Italia – Nanopress.it

Se Jude Bellingham è sicuramente il talento più cristallino a disposizione, Harry Kane non può essere affatto sottovalutato e neppure quel Jack Grealish, pagato uno sproposito dal Manchester City, ma non per questo in secondo piano dal punto di vista tecnico. In più, se il centrocampo degli ospiti serve a cucire e a coprire, i difensori degli ospiti, per quanto limitati nelle letture tattiche e dal punto di vista tecnico, hanno una fisicità straripante che è difficile da contrastare quando si difende, ma anche quando si attacca.

Nell’inizio di gara, la Nazionale di Mancini cerca di imporre la sua mole di gioco e di fare male agli avversari. I primi attacchi arrivano soprattutto da Leonardo Spinazzola e Giovanni Di Lorenzo, i due laterali, ma manca precisione e cattiveria per fare davvero male agli inglesi. Non passa molto tempo e gli ospiti passano in vantaggio, non prima di un miracolo di Donnarumma. Bellingham parte in azione personale e scarica un tiro dalla distanza, destinato a finire sotto la traversa. Il portiere del PSG, però, si tuffa e respinge il tentativo. È solo l’anticipazione rispetto a quello che succederà poco dopo. Al 13esimo, infatti, Declan Rice è bravo a farsi trovare al posto giusto e al momento giusto in area di rigore e a ribadire in rete il pallone dello 0-1.

L’Italia prova subito a reagire e a farsi rivedere in attacco, sempre con Spinazzola, ma anche stavolta fa solo il solletico agli uomini di Southgate. L’Inghilterra ne approfitta per far prevalere la sua tecnica e prende essenzialmente il controllo del centrocampo. Al 20esimo, Bukayo Saka ispira e cerca di lanciare Grealish verso la porta, ma l’azione non va a buon fine. I tentativi dei padroni di casa, in questi minuti, non fanno affatto male ai tre leoni: Berardi viene trovato sulla profondità, ma Jordan Pickford interviene con grande tempismo e blocca tutto. Al 32esimo, l’Inghilterra ha la grande occasione per raddoppiare: Kalvin Phillips tenta un tiro a giro che esce di pochissimo e fa ancora paura a Donnarumma. Al 40esimo, si verifica l’episodio che cambia la partita: il calcio d’angolo battuto da Saka trova uno sfortunato intervento con il braccio di Di Lorenzo. L’arbitro consulta il Var e poi assegna il calcio di rigore: dal dischetto si presenta Kane che batte alla perfezione e non sbaglia.

L’Inghilterra esulta in gruppo dopo il gol contro l’Italia – Nanopress.it

Lo 0-2 è un passivo molto pesante all’intervallo e che sinceramente ha rispecchiato i valori che le due squadre hanno messo in campo. L’Italia, infatti, sembra la copia sbiadita rispetto al gruppo determinato che era riuscito a vincere gli Europei, mentre l’Inghilterra ha visto crescere diversi dei suoi talenti sulla scena internazionale e ora è ben più difficile da contenere. Guai, però, a sottovalutare gli azzurri, soprattutto quando vengono toccati nell’orgoglio.

L’inizio di secondo tempo, infatti, vede l’Italia reagire in maniera istintiva, quasi nervosa. Mancini decide di non operare nessun cambio, nonostante i primi 45 minuti deludenti dei suoi e ottiene la reazione che si aspettava. L’Inghilterra è costretta nella sua metà campo, mentre gli azzurri tentano di dilatare la retroguardia avversaria, aprendo le maglie chiuse dei bianchi. La prima vera occasione arriva al 51esimo, quando Retegui fa una bella sponda e il pallone scorre verso Pellegrini che va al tiro di mancino da buona posizione, ma non trova la porta, destinando la sfera sopra la traversa.

Al 56esimo, è ancora Retegui che cerca di mettersi in evidenza e prova un tiro dalla lunghissima distanza. La conclusione del bomber, però, sembra velleitaria e infatti finisce lontanissimo dalla porta, scatenando le critiche anche del pubblico. Passano pochi istanti e l’Italia rientra in partita, possiamo dire meritatamente. L’azione la comincia Barella, abbattuto da Harry Maguire (poi ammonito), e Pellegrini si inventa un grande assist proprio per Retegui che solo davanti a Pickford non sbaglia. La scelta di Mancini paga, almeno sotto il profilo realizzativo, e zittisce le critiche degli ultimi giorni e arrivate anche dai social per la decisione di convocare il giovane attaccante, al suo primo gol con la nostra Nazionale.

Gli azzurri festeggiano dopo il gol di Mateo Retegui – Nanopress.it

Gli azzurri continuano ad attaccare sulla spinta dell’ottimo inizio di ripresa. I padroni di casa pressano con grande cattiveria e rendendo impossibile all’Inghilterra esprimere il loro gioco e trovare le linee di passaggio giuste per uscire palla al piede. Pellegrini cerca di nuovo Retegui, ma stavolta è fuori tempo. Al 61esimo, Verratti si mette in evidenza sulla trequarti: il centrocampista del PSG porta a termine un dribbling, ma il suo tiro viene ribattuto. Mancini vuole sfruttare la scia e allora opera un paio di sostituzioni: fuori Barella, uscito malconcio dal fallaccio di Maguire, dentro Bryan Cristante. È il momento anche di Matteo Politano, osannato dal pubblico del Napoli, che prende il posto di uno sbiadito Berardi.

Siamo al 68esimo e la spinta dell’Italia non si attenua con l’Inghilterra sempre più nervosa e in difficoltà. Spinazzola sfonda nell’uno contro uno sulla fascia sinistra e mette al centro un cross impreciso, ma che mostra il momento cupo degli ospiti: Grealish, infatti, dopo aver recuperato il pallone, viene subito pressato e regala un calcio d’angolo agli azzurri, facendo infiammare il pubblico di Napoli. È l’ultimo atto dell’esterno d’attacco inglese che viene sostituito da Phil Foden. Ne approfitta anche Mancini che fa una doppia sostituzione: dentro Willy Gnonto e Sandro Tonali al posto di Pellegrini e Jorginho.

Tempo un minuto e l’attaccante del Leeds cerca subire di fare la differenza, mettendo al centro un cross basso per il centrocampista del Milan che non riesce ad agganciare. Nonostante i cambi effettuati, l’Inghilterra non riesce a reagire: i tre leoni soffrono maledettamente il pressing degli azzurri e non superano di fatto la metà campo. Al 72esimo, Spinazzola protesta con forza per un presunto tocco di mano di Saka, ma l’arbitro non ha dubbi e lascia proseguire.

Al 74esimo, è sempre il laterale della Roma a seminare il panico sulla fascia destra degli inglesi, ma i centrali avversari riescono a chiudere. Poco dopo ci prova anche Tonali con un tiro dalla distanza che non va a buon fine. Tre minuti dopo, l’Italia ha un’altra opportunità: Gnonto passa in mezzo a due avversari e mette al centro un pallone pericoloso su cui Politano non arriva. L’ansia degli inglesi si vede anche dai piccoli gesti: Shaw viene ammonito per perdita di tempo, dopo Walker. Al 78esimo, cerca di farsi vedere in avanti ancora l’Inghilterra, ma Kane sbaglia un dribbling e innesca il contropiede italiano. Mentre l’attaccante del Tottenham protesta per un tocco di mano, dall’altra parte Shaw appena ammonito stende Retegui. L’Italia protesta in maniera molto animata e dopo un paio di minuti l’arbitro cambia la sua iniziale decisione: il terzino del Manchester United si vede sventolare prima il secondo giallo e poi il rosso, dopo un’ingenuità clamorosa. Southgate tenta subito di correre ai ripari e manda subito in campo il terzino Kieran Trippier al posto di Foden, entrato da pochissimo e la cui partita dura solo 11 minuti.

Gli attacchi degli azzurri diventano un vero e proprio assedio. Ci provano prima Spinazzola e Tonali a costruire l’occasione del pareggio. Poi, anche Verratti che innesca Gnonto, stavolta poco bravo a crossare in area di rigore. Southgate, intanto, porta a termine gli ultimi cambi innescando l’ennesima perdita di tempo dei suoi. All’88esimo, Mancini si gioca la carta della disperazione, ma più che giusta visto l’andamento della partita: Gianluca Scamacca entra in campo al posto di Verratti. Intanto, l’Italia ha un calcio d’angolo a suo favore: batte Tonali, ma ne esce fuori solo un altro corner. E senza fortuna.

L’arbitro assegna cinque minuti di recupero e non sono altro che cinque minuti di speranza per gli uomini di Mancini, mentre l’Inghilterra con l’uomo in meno resta tutta nella sua metà campo. Al 91esimo, Acerbi interviene per spezzare l’azione di contropiede e viene ammonito, innescando la furia del suo Ct che avrebbe voluto una gestione diversa di momenti tanto delicati di partita. L’Inghilterra può perde qualche altro secondo prezioso, mentre i suoi tifosi cantano, pregustando tre punti pesantissimi e una vittoria che sa di vendetta.

A pochi minuti dalla fine, anche Acerbi va in area di rigore per garantire ai suoi un altro saltatore di rilievo. Al centro, intanto, arriva l’ennesimo cross e Di Lorenzo protesta per un intervento avversario, cercando il penalty, che non sembrava esserci e non viene assegnato. Gnonto esce dalla partita, sbagliando qualche movimento e qualche controllo di troppo, ma l’Italia ha ancora a disposizioni un paio di attacchi per fare male. Retegui devia un pallone interessante, ma non riesce a indirizzarlo verso la porta. Poi Spinazzola si tuffa per cercare il fallo, ma l’arbitro fischia tre volte. L’Italia non perdeva una partita in casa nelle qualificazioni europee dal 1999 contro la Danimarca, e anche in quel caso si giocava a Napoli.

Mancini non evita le critiche, ma i segnali mostrati nel secondo tempo sono incoraggianti per il futuro

Il Ct italiano sicuramente non può essere immune da critiche dopo una sconfitta all’inizio di un nuovo percorso e contro i rivali di sempre. A dir il vero, le critiche erano copiose già prima della partita, soprattutto per le scelte operate dall’ex Inter e Manchester City. Sicuramente, la mossa Retegui è arrivata in piena emergenza e forse per dare un segnale a tutto il sistema, ma dal punto di vista del gioco sicuramente non ha pagato. Il bomber è parso sicuramente lontano da ciò che servirebbe a questa squadra per fare male alle grandi. Di certo, in futuro le gerarchie saranno diverse, ma la speranza è che alla lunga si possa rivedere nel gruppo uomini già pronti.

Mateo Retegui va al tiro contro l’Inghilterra – Nanopress.it

Lasciare fuori Mattia Zaccagni, il calciatore italiano che ha fatto più gol in questo campionato, sembra una follia, a prescindere dalle dinamiche che potrebbero esserci sullo sfondo. E poi toccherà capire che importanza verrà data a interpreti importanti dell’attacco come Ciro Immobile e Federico Chiesa: ancora è presto per dirlo. In più, uno come Toloi al centro della difesa – non ce ne voglia -, rispetto alla tradizione italiana, sembra un po’ forzato. I problemi ci sono soprattutto dal punto di vista tattico: in tanti avrebbero voluto in campo almeno Romagnoli, ma anche Nicolò Casale, abituati a giocare in un 4-3-3, rispetto ai centrali scelti, da anni impegnati in retroguardie a quattro. Insomma, c’è tanto da lavorare soprattutto sull’aspetto della continuità.

Mancini nel postpartita ha subito fatto capire di non essere spaventato e di saper su cosa bisogna puntare per tornare a splendere: “Sapevamo che la partita era difficile, ma abbiamo subito questi due gol su due calci d’angolo. Nel secondo tempo abbiamo dominato, credo sarebbe stato giusto così. Ci dispiace, ma la strada è lunga. Nella ripresa, siamo riusciti a pressare meglio, siamo stati alti, ho rivisto una grande Nazionale e questo ci fa ben schierare. Nel primo tempo, abbiamo concesso sempre un riferimento libero e questo è stato il problema. Avremmo meritato di fare un altro gol nella ripresa: ci rimbocchiamo le maniche, ora il percorso è in salita. Speriamo di partire male stavolta, per poi fare bene alla fine”.

Fa paura comunque paragonare la prestazione dell’Italia nel primo tempo a quella avuta nella ripresa. Gli azzurri hanno mostrato il loro volto peggiore nei primi 45 minuti, subendo maledettamente la fisicità, ma soprattutto la tecnica degli ospiti. A non funzionare, però, come detto anche da Mancini, è stato sicuramente il pressing che avrebbe dovuto portare  ben altri risultati nelle idee dell’allenatore. Nel secondo tempo, la musica è cambiata, anche dopo qualche accorgimento tattico, ma le occasioni vere e proprie costruite dalla nostra Nazionale non sono state così tante. Paradossalmente il dominio del gioco, che è stato totale nella ripresa, non ha portato a così tanti tiri verso la porta avversaria o a vere e proprie occasioni, solo a cross piuttosto sterili contro centrali così arcigni come quelli inglesi.

Mancini, inoltre, ha speso qualche parola anche per il bomber che gioca in Argentina facendo capire che, nonostante il gol, la strada è ancora lunga per imporsi definitivamente: “Retegui è un ragazzo che è stato tre giorni qui prima della partita. Nella prestazione ha avuto difficoltà, i difensori inglesi sono forti fisicamente e l’hanno limitato. Nel secondo tempo, si è mosso meglio. Arriva dall’Argentina, ha bisogno di un po’ di tempo, deve conoscere il calcio italiano”.

Bisogna essere onesti nell’analisi e non farsi condizionare dal tabellino dei marcatori: Retegui è un giovane, anche di belle speranze, ma vederlo lì al centro dell’attacco in una della Nazionali più importanti e blasonate di sempre è un segnale di ridimensionamento non indifferente. Non può essere lui il nostro finalizzatore, la nostra star, nonostante con questa rete abbia catturato molti fan e pareri contrastanti. Almeno non adesso.

Certamente se giocasse in Italia sarebbe già abituato a certi meccanismi e alle nostre dinamiche, anche a determinati palcoscenici, ma così non è e Mancini dovrà tenerne conto. Insomma, il percorso per la vittoria pare ancora lontano, ma di tempo ce n’è e pure di giocatori per riuscire a splendere ancora una volta. E stavolta con un progetto tecnico e tattico che possa durare nel tempo. Almeno questa è la nostra speranza e quella un po’ di tutto il movimento, compreso il suo allenatore.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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