L’allarme lanciato dalla Corte dei Conti è molto serio. Dopo l’arrivo di 300 milioni di euro per 6 milioni di alberi, l’Italia rischia di perdere tutto.
La fase di pianificazione non è stata superata e in alcune città non è stato presentato nemmeno un progetto.
Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza si è posto tanti obiettivi, tra cui quello di piantare, entro la fine del 2024, 6,6 milioni di alberi. Nel progetto sono state incluse 14 città metropolitane italiane le quali sono maggiormente esposte a problemi atmosferici a seguito di un forte inquinamento. Tra le città interessate figurano Milano, Roma, Torino, Genova, Bari e Messina.
Per raggiungere questo traguardo, sono stati stanziati fondi per 330 milioni di euro, un finanziamento che l’Italia potrebbe non vedere mai arrivare. A questo proposito è arrivato un importante allarme da parte della Corte dei Conti con cui sono stati sottolineati diversi problemi alla base di questo progetto ambizioso, primo di tutti è l’equiparazione fra semi e piante vere e proprie.
Come detto in precedenza, il progetto stabilisce di piantare un numero preciso di alberi entro la fine del 2024, anche se gran parte, precisamente 1.650.000 sarebbero dovuti essere piantati entro il 2022. Si sono però riscontrate diverse criticità anche nei progetti precedentemente finanziati. Nello specifico, i problemi hanno riguardato i ritardi nella piantumazione degli alberi. Oltretutto talvolta si è verificata difficoltà nella messa a dimora delle piante, le quali a volte sono state già rinvenute secche. A seguire ci sono stati dei progetti che hanno avuto inizio di recente, per cui vengono considerati nuovi.
I Comandi territoriali dei Carabinieri, dopo aver effettuato i controlli nelle città metropolitane interessate, hanno avuto modo di verificare che solo in alcune città si è andato oltre alla fase di progettazione.
La Corte dei Conti ha anche rilevato che, nella maggior parte delle città, sono stati piantati direttamente i semi, e non piante già cresciute prese nei vivai. Di conseguenza, ai fini della corretta realizzazione del progetto, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha chiesto di ottenere maggiore responsabilità sul progetto in modo da poter controllare la giusta esecuzione dei lavori nelle città interessate.
Si chiede dunque di aver maggior controllo anche sulla tempestiva attuazione delle fasi, in modo da poter proseguire con il progetto e giungere all’obiettivo prefisso.
Da un lato troviamo casi di città in cui sono stati piantati i semi invece di piante già cresciute, dall’altro invece ci sono città in cui addirittura le piante sembrano essere già secche. È successo ad esempio a Torino, dove sono state rinvenute diverse piante morte.
Nella città di Milano, invece, il progetto non è stato proprio avviato. Non è stato piantato nessun albero, ma stavolta la colpa è stata data alla mancanza di spazio. Non ci sono zone disponibili per dare vita a nuove piante.
Il Corriere della Sera riporta quanto segue: “Da quanto riferito sia dalla Città metropolitana, che dal Comune di Milano, sono state avanzate richieste al ministero di una modifica del bando per renderlo effettivamente fruibile ed evitare che, anche per le altre annualità, non si riesca ad approvare progetti adeguati”.
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