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L’Italia Under 21 soffre, ma batte la Svizzera con il risultato di 3-2: decisivi Gnonto e Parisi

L’Italia Under 21 di Paolo Nicolato ha già vissuto una prova decisiva all’Europeo in cui si pone come una delle grandi favorite. Dopo la sconfitta contro la Francia alla prima partita del girone, infatti, stavolta era il turno della Svizzera: si trattava di un appuntamento da dentro o fuori e gli azzurri l’hanno affrontato come tale. Già dopo un primo tempo ad alta intensità e terminato con il punteggio di 3-0 a favore, le cose si sono messe in discesa. Alla fine, e dopo una tentata rimonta e tanta sofferenza nel secondo tempo, gli azzurrini la spuntano con il risultato complessivo di 3-2. Una prestazione che lascia ben sperare non solo per il superamento del turno, ma in generale per il proseguo dei ragazzi di Nicolato nell’intera competizione.

Tutta la gioia di Wilfried Gnonto dopo il gol contro la Svizzera – Nanopress.it

La nostra Nazionale è già al bivio tra una grande delusione e chi, invece, punta alla vittoria finale. Sulla strada degli azzurrini, però, c’è una Svizzera attenta e organizzata che non lascia molti spazi e che, quindi si prefigura già in partenza come un avversario particolarmente temibile e in grado di spegnere i sogni dei giovani migliori del bel paese. La partita contro la Francia, una sconfitta di misura per 2-1, ha lasciato tanto amaro in bocca ai ragazzi di Nicolato che hanno risposto alla grande al vantaggio di tacco di Kalimuendo, ma hanno trovato sulla loro strada la mancanza della tecnologia e poco altro, visto che altrimenti sarebbe andata in maniera decisamente diversa. Ora, però, non c’è più spazio per i rimpianti, dato che conta solo vincere e farlo bene per sperare di accedere alla fase a eliminazione diretta.

L’Italia non sbaglia contro la Svizzera: dominio per un solo tempo di Gnonto e compagni che vincono con il risultato di 3-2

Canalizzare la rabbia in energia positiva: questo è il diktat di Tonali e compagni per ripartire dopo il ko ingiusto e immeritato contro la Francia. Una beffa, quando il danno è stato già fatto, ma che è storia perché a questo punto c’è solo da vincere e convincere, anche per evitare un biscotto tra Francia e Svizzera all’ultima giornata, se i risultati dovrebbero incrociarsi in una certa maniera.

La concentrazione di Paolo Nicolato durante la partita tra Svizzera e Italia – Nanopress.it

E per questo le scelte di Nicolato risultano già decisive per far sì che i suoi superino l’ostacolo elvetico. Come spesso ci ha abituato il tecnico, non sono neppure banale, perché rispetto alla sconfitta alla prima cambia già qualcosa di sostanzioso. Infatti, Destiny Udogie, considerato da mesi enfant prodige della fascia sinistra bassa, dopo il grave errore che, insieme a tutti quelli dell’arbitro, è costato la partita agli azzurrini, stavolta resta fuori. Al suo posto, c’è Fabiano Parisi, calciatore dell’Empoli che ha mostrato grande continuità, grinta e mentalità nell’ultima annata in Serie A in Toscana. Per lui il calciomercato è già piuttosto vibrante: da mesi la Juventus è in pole per acquistarlo, ma restano al varco anche Inter e Lazio, visto che si adatta al meglio sia a giocare con la difesa a quattro, sia nel centrocampo a cinque, ovviamente sulla corsia di sinistra.

Non è l’unica variazione che l’allenatore sceglie per l’appuntamento contro la Svizzera. Nicolò Cambiaghi ha rappresentato la grande delusione del primo tempo contro la Francia ed è stato prontamente sostituito. Stavolta, l’esterno d’attacco non parte dal primo minuto ma gli viene preferito Wilfried Gnonto che ormai stabilmente fa parte anche della Nazionale maggiore e con i suoi dribbling e la sua qualità è un autentico motorino capace di spaccare in due anche le difese più chiuse e svariare su tutto il fronte d’attacco. Per il resto, non ci sono grosse novità. Nicolato, infatti, conferma il 3-5-2 e opta per Marco Carnesecchi in porta e la difesa composta da Caleb Okoli, Lorenzo Pirola e Giorgio Scalvini. Su quest’ultimo c’è da fare parecchio affidamento, viste le prestazioni che è riuscito a garantire nella stagione appena trascorsa, evidenziando qualità che fanno gola non solo alle big italiane, ma anche a Pep Guardiola. Per il futuro ci sarà tempo, ma ora è tempo di dimostrare e di farlo anche con la maglia degli azzurrini.

Sul futuro di Raoul Bellanova, sempre presente sulla fascia destra, ci sono ancora tanti dubbi, tra la possibile trattativa per permettergli di rimanere all’Inter e il Torino che è forte sulle sue tracce. In ogni caso, anche contro la Francia ha dimostrato quanto sia importante per Nicolato e anche contro la Svizzera, lì dove gli elvetici potrebbero lasciare spazi, potrebbe essere fondamentale. Dall’altro lato, come detto, agirà Parisi, mentre in mezzo al campo la novità è Edoardo Bove, mattatore di Europa League contro il Bayer Leverkusen, al posto di Samuele Ricci. Gli altri due posti sono, neanche a dirlo, di Sandro Tonali che, nonostante le assillanti voci e trattative di calciomercato degli ultimi giorni, sta cercando di restare concentrato sul campo e nulla più. E poi c’è Nicolò Rovella, da mediano e regista, proprio a spezzare la manovra avversaria e a costruire quella degli azzurrini. Davanti, accanto a Gnonto, c’è Pietro Pellegri, confermato dopo la buona prova contro la Francia e un po’ a sorpresa rispetto alle attese pre Europeo.

La risposta della Svizzera è un 4-1-4-1 che si preannuncia piuttosto abbottonato e anche inusuale rispetto a quanto siamo abituati a vedere in Italia. Patrick Rahmen, il tecnico degli elvetici, conferma in porta Saipi, mentre in difesa agiscono Blum, Stergiou, Burch e Omeragic. È lì che l’Italia può far male, cercando di isolare i suoi talenti all’uno contro uno con i diretti avversari. A centrocampo c’è Sohm, che gioca nel Parma e che siamo abituati a commentare per fisicità e abnegazione, poi Imeri, probabilmente il talento tecnico più splendente in rosa, Rieder e Jashari. Ndoye dovrebbe agire un po’ da trequartista, un po’ da seconda punta pura, in base ai momenti della partita. Al centro dell’attacco, invece, c’è Amdouni, calciatore capace di sbloccare i match in qualsiasi momento con qualità individuali ragguardevoli. Su di lui Rahmen punta molto per fare male all’Italia, anche perché in area di rigore ha già dimostrato di poter essere letale.

Quando scocca l’ora degli inni nazionali, è impossibile non notare una certa concentrazione negli occhi di Gnonto e compagni, ma soprattutto le sopracciglia crucciate di chi sa di dover mettere in campo la grinta essenziale per riscattare i soprusi subiti nella prima prova dell’Europeo. Lo stesso si può dire nello staff tecnico e in Nicolato, più volte inquadrati a pochi minuti dalla partita e che, come dice il nostro inno, hanno caricato i ragazzi in campo fino a essere pronti alla morte per portare a casa la prestazione che serve per vincere. Come già annunciato, però, la Svizzera non ha alcuna intenzione di fare sconti ed è pronta a dare il massimo in campo per agguantare gli ottavi di finale in uno dei gironi di ferro, se non il più complicato, dell’intero torneo.

La pioggia che è caduta prima del match ha reso il campo piuttosto bagnato, ma il clima probabilmente ideale per una partita di calcio. A muovere il primo pallone del match, dopo il fischio dell’arbitro, è l’Italia che viene subito attaccata dagli avversari e perde il possesso. Gnonto ha subito qualche difficoltà a mantenere la sfera, mentre i contrasti a centrocampo degli elvetici sono subito parecchio duri, a dimostrazione di come le premesse della vigilia siano subito rispettate. La prima occasione della partita gli azzurrini ce l’hanno dopo solo due minuti quando Tonali scodella un pallone al centro: la sponda per Scalvini è corretta, ma il tiro del difensore viene ribattuto. Anche Bove ha un buon approccio alla partita in mezzo al campo e cerca di seguire le indicazioni di Nicolato, che teme molto le ripartenze della Svizzera in contropiede e richiama spesso i suoi alle marcature preventive. Il più attivo è comunque Parisi che con la sua qualità riesce spesso a venire via agli avversari sulla fascia sinistra costringendoli al fallo. Meno bene Okoli che, dopo quattro minuti dal fischio d’inizio, buca un intervento lasciando spazio agli avversari: l’azione si conclude in un nulla di fatto.

L’Italia ha un’altra buona opportunità al quinto minuto: Bellanova scappa via sulla fascia destra e mette al centro un bel cross. Gnonto non trova il pallone, ma il ripiegamento difensivo della Svizzera è impreciso e regala un altro calcio d’angolo, ma anche un brivido agli elvetici. Sul corner che ne consegue, Tonali batte un ottimo calcio piazzato e svetta Pirola sul secondo palo: il centrale della Salernitana è bravo a mettere il pallone all’angolino e firmare il vantaggio.

L’Italia, quindi, canalizza subito le energie e trova un gol importantissimo per indirizzare al meglio la partita. La reazione della Svizzera è immediata con un colpo di testa che, però, non fa tremare Carnesecchi. Nicolato richiama, però, subito l’attenzione dei suoi e invoca il comando del gioco.

L’esultanza del difensore Lorenzo Pirola dopo il gol che ha sbloccato la partita – Nanopress.it

Gli azzurrini, grazie alla loro qualità a centrocampo, continuano a far girare la sfera con tanta qualità e costringono gli elvetici a falli continui per spezzare il gioco. La scelta di Parisi si rivela subito corretta: il terzino è bravo a offrire soluzioni sulla fascia di sinistra e diventa quasi imprendibile per la squadra in maglia rossa. Ora l’Italia è un po’ più bassa in campo, in modo da non concedere spazi e offendere in contropiede. È proprio quello che succede all’undicesimo minuto: Bellanova sfonda ancora sulla destra, lanciato da Tonali, e mette al centro un cross stupendo per Gnonto che in due battute la mette in porta. In realtà, rivedendo l’azione, l’ultimo tocco è di Stergiou che in un maldestro tentativo di rinvio l’ha messa nella sua stessa porta, ma il gol viene comunque attribuito all’ex Inter.

Poco cambia nell’economia della partita, perché ora l’Italia è in vantaggio per due reti a zero e il match è già in discesa. Gli azzurrini occupano molto bene il campo con il 3-5-2 disegnato da Nicolato: la Svizzera viene costantemente spinta sugli esterni e fa molta fatica a impostare, perdendo il pallone con troppa facilità. Al 14esimo, la squadra in vantaggio va vicina al tris: Gnonto stavolta si fa vedere sulla fascia destra, rientra sul mancino e calcia in porta, ma il portiere è bravo in tuffo a spingere la sfera in calcio d’angolo. Sul corner che ne consegue, Pellegri anticipa tutti e non trova di poco la porta. È l’ennesimo avviso di un’Italia che non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi. Proprio in questa occasione, Blum resta a terra a seguito di un contrasto, ma dopo l’ingresso dello staff medico, riesce a tornare in campo senza particolari problemi.

A un terzo del primo tempo, l’Italia continua a dominare il campo recuperando velocemente il pallone e poi sfogando la manovra sugli esterni dopo i ragazzi di Nicolato sanno come fare male ai diretti avversari. Proseguono le battaglie in mezzo al campo e stavolta è Tonali a commettere fallo per interrompere la possibile ripartenza svizzera. Al 19esimo, gli elvetici escono bene dal pressing dell’Italia, ma è provvidenziale un intervento da dietro di Rovella per spegnere qualsiasi velleità avversaria. In quest’occasione il centrocampista di proprietà della Juventus si fa male e scatta l’allarme sulla panchina di Nicolato che manda subito a scaldarsi Ricci. In realtà, il mediano in prestito al Monza recupera e rientra regolarmente in campo.

Gnonto sembra assolutamente imprendibile in questa fase della partita. Si abbassa con i tempi giusti e fa impazzire i centrali avversari che sono spesso costretti a fermarli con falli da dietro. Da una di queste punizione nasce un’altra occasione per l’Italia: dopo un piccolo schema, Tonali va al tiro dalla distanza, ma il portiere in tuffo respinge. La Svizzera, invece, fa sempre tanta fatica a partire in contropiede e gli elvetici si fanno vedere dalle parti di Carnesecchi solo al 23esimo quando Amdouni sfrutta un errore di posizionamento della difesa azzurra, ma di testa spedisce la sfera alta sopra la traversa.

Il centrocampista vicino all’addio al Milan e all’approdo al Newcastle continua a farsi sentire tanto in mezzo al campo e riconquista una serie di palloni essenziali. Qualche istante dopo, però, arriva il primo cartellino della partita: Pellegri, per la foga del match, interviene in ritardo su un difensore svizzero e viene ammonito. Al 27esimo viene richiamato anche Bove per un fallo a centrocampo in scivolata: in questo caso, però, il direttore di gara lo grazia e non estrae il giallo. L’Italia rifiata un attimo e la Svizzera tenta di punirla: Rieder si trova tutto solo di fronte a Carnesecchi dopo un pallone perso da Bellanova. Il portiere, però, è bravo in uscita e salva la sua porta. Nicolato non nasconde comunque la sua rabbia, intimando i suoi anche al lancio lungo quando sono in difficoltà. Arriva anche la carica di Gnonto che continua a ripetere ai compagni di restare concentrati e, quindi, di non abbassarsi troppo.

La reazione dell’Italia è di Tonali che si fa vedere anche sulla fascia sinistra: il cross del centrocampista però è troppo lungo. In questa fase del match, gli azzurrini hanno perso un po’ il controllo del centrocampo e soprattutto si sono abbassati troppo. Al 30esimo, la Svizzera batte una punizione piuttosto pericolosa, ma Carnesecchi arretra e salva i suoi. Il portiere però si fa male nel ricadere e ha bisogno delle cure da parte dello staff medico. Anche stavolta nulla di grave. Spicca Rovella, intanto, nel cuore del centrocampo con una bella uscita palla al piede, dopo qualche errore di troppo nella posizione difensiva. La Svizzera dà comunque la sensazione di essere maggiormente in partita rispetto ai primi minuti, ma l’Italia cerca pian piano di tornare ad alzare il suo baricentro, in maniera tale da non subire troppo la pressione della squadra di rosso vestita. Al 35esimo, c’è il primo giallo anche per la Svizzera: brutto intervento di Sohm su Bove e il calciatore del Parma viene ammonito. In questa fase della partita, regna l’equilibrio con entrambe le squadre più concentrate nel recuperare il pallone che negli affondi. Una monotonia che viene spezzata da Tonali con una buona azione personale che, però, non va a buon fine. Gli elvetici, a questo punto, iniziano a provarci dalla distanza: Ndoye tenta la giocata dalla distanza, ma il suo tiro non fa male a Carnesecchi. Nicolato, intanto, manda Lorenzo Colombo a scaldarsi, anche perché Pellegri deve giocare con un’ammonizione pesante sulle spalle. A proposito di gialli, arriva anche per Blum, costretto all’ennesimo fallo del suo primo tempo su uno scatenato Parisi.

Gli azzurri abbassano il ritmo della partita, ma hanno difficoltà nell’innescare le punte, anche per le ottime marcature strette che opera la difesa della Svizzera. Pirola, intanto, si becca i complimenti di tutta la sua panchina dopo un’ottima copertura alle spalle, in fase difensiva. L’intesa tra Gnonto e Pellegri, intanto, non funziona alla perfezione e la sensazione è che entrambi facciano un po’ di fatica a giocare spalle alla porta. Il giovane attaccante che è già nel giro della Nazionale maggiore di Roberto Mancini, però, si sacrifica tanto anche senza il pallone, permettendo ai suoi di avere una risorsa in più per non lasciare spazi alla squadra in svantaggio. L’arbitro, viste le interruzioni e una partita piuttosto spezzettata, decide di concedere quattro minuti di recupero. Tonali è molto bravo a chiudere una pericolosa azione degli avversari con un intervento pulito al limite dell’area. L’Italia allora può ancora cercare di gestire il pallone e lo fa soprattutto con i suoi centrocampisti, abili a mantenere il possesso. C’è anche spazio per una bella occasione per Parisi: il terzino va sul fondo e mette al centro un bel cross, su cui Bellanova non arriva di poco. Ci prova anche Gnonto con una bella azione personale e un tiro che Saipi devia in calcio d’angolo. Negli ultimi sessanta secondi del primo tempo, la palla è ancora dell’Italia che la amministra senza fretta con Gnonto e Parisi e poi, sulla fascia opposta con Bellanova. Proprio in questa circostanza, arriva il 3-0 dell’Italia: il laterale dell’Inter passa e crossa bene. Blum è in vantaggio, ma sbaglia totalmente l’intervento e regala la sfera a Parisi che si inserisce e da pochi passi batte Saipi al 49esimo.

Il portiere è una furia con il suo compagno di squadra e reparto, ma la sostanza non cambia. Gli azzurrini sono ampiamente in vantaggio, di tre lunghezze, dopo 45 minuti, ma devono mantenere la massima concentrazione per portare a casa la vittoria.

A fine primo tempo, entrambi gli allenatori hanno deciso di mischiare le carte. La Svizzera sostituisce un Blum in totale confusione con Brian Males. C’è anche un cambio per gli azzurri visto che Pellegri finisce anzitempo la sua partita per Matteo Cancellieri. Gli elvetici cominciano subito forte sulla fascia sinistra cercando di mettere in mezzo palle pericolose per sorprendere i centrali azzurri. Per contenere le avanzate dei ragazzi di Nicolato, gli avversari sembrano essere passati a un sistema di gioco a tre, praticamente a specchio. Al 47esimo, la reazione della squadra in svantaggio porta subito i suoi frutti: la nostra Nazionale è disattenta in fase difensiva, dato che Okoli poteva gestire con più calma il pallone in arrivo dalle corsie esterne. Male, però, anche Cancellieri che scivola e lascia il pallone per Amiri al limite dell’area. Il talento della Svizzera non se lo fa ripetere due volte e mette la sfera sotto l’incrocio dei pali.

È il gol del 3-1 che può dare coraggio alla squadra vestita di rosso per il proseguo del match. L’Italia tenta di sfondare sulla destra, ma in realtà pare aver accusato il colpo o almeno i cambiamenti tattici di fine primo tempo. Un minuto dopo il gol Amdouni arriva al tiro, ma stavolta Carnesecchi non ha problemi ad agguantare il pallone in presa alta. Al 50esimo, l’Italia riesce a respirare con un fallo conquistato da Tonali a centrocampo, ma dura poco.

La Svizzera sembra essere più attenta e determinata, ma soprattutto fa male con il nuovo assetto. Al 52esimo, infatti, arriva anche il secondo gol degli elvetici. Amdouni riceve il pallone in area e mette a sedere due avversari con una finta vanificando anche il recupero di Scalvini. Poi batte Carnesecchi con un piazzato che non lascia scampo al portiere della Cremonese. La partita è totalmente cambiata e ora è sul 3-2 che fa decisamente più paura a un’Italia che nel primo tempo ha dominato in lungo e in largo subendo anche pochissimo.

La Svizzera continua ad attaccare e gli azzurrini non riescono a uscire dalla propria area anche per colpa degli attaccanti, incapaci di fare salire la squadra. Al 54esimo, Bove rischia anche di commettere fallo da rigore con un intervento da dietro che fa scattare la panchina avversaria dalle proteste. L’arbitro, però, fa segno che si può continuare e grazia il centrocampista della Roma. Dopo dieci minuti thrilling, la squadra di Nicolato vuole scrollarsi di dosso il momento difficile, ma chi continua ad attaccare è sempre la Nazionale vestita di rosso che ha una buona occasione anche con Ndoye che, però, spreca di testa.

L’allenatore azzurro cerca di scuotere i suoi e di suggerire soluzioni che possano spezzare il ritmo degli avversari. Cancellieri è entrato molto male in partita: non riesce a mantenere il possesso della sfera e perde una serie di palloni utili che vengono puntualmente regalati alla difesa avversaria. Anche gli esterni, che nel primo tempo erano stati un fattore determinante per la partita, ora sono controllati con molta più facilità dagli elvetici. Al 59esimo, c’è un’altra grande giocata di Amdouni che scarta due avversari e va al tiro con il piede sinistro, ma il suo tentativo è largo rispetto alla porta di Carnesecchi. Nicolato capisce le difficoltà dei suoi e allora tenta di mischiare di nuovo le carte dando chili e centimetri all’attacco. Entra, infatti, Colombo, ma prima Tonali ha a disposizione un altro corner per tentare di allungare nuovamente le distanze. E, infatti, l’Italia va vicino al gol con un colpo di testa di Scalvini che viene neutralizzato da Saipi. Poi Cancellieri ha un’ottima opportunità davanti la porta, ma il suo tentativo da buona posizione termina alto. Il gioco riprende con il ritorno in campo di Males e Okoli che erano rimasti a terra per uno scontro in area di rigore. Nicolato, invece, ritarda ancora le sostituzioni.

L’Italia recupera un buon pallone a centrocampo, ma Cancellieri lo gestisce ancora male. Riparte la Svizzera che, però, spreca da posizione angolata. Anche gli azzurrini però sprecano una grande occasione, stavolta con Bellanova. Gli elvetici perdono una palla drammatica e il laterale può involarsi verso la porta di Saipi: dopo un’ottima finta, però, il calciatore di proprietà del Cagliari spara alto sopra la traversa e non di poco. I ritmi si alzano, anche per via dei tanti spazi che ora vengono concessi alla squadra di Nicolato. Tonali ha un’altra bella chance in contropiede, ma sbaglia l’assist finale e si fa chiudere dall’ultimo centrale rimasto a copertura.

Sono occasioni che non cambiano gli intenti della Svizzera che continua ad aumentare la pressione e alza il baricentro della squadra alla ricerca del gol del pareggio. Le due punte azzurre continuano a sbagliare tanto e non riescono a gestire la sfera con fisicità e qualità. Gli elvetici, invece, fanno male soprattutto dalla parte di Okoli che viene regolarmente puntato e saltato. Bove, intanto, rischia tanto con un intervento in area di rigore che non viene punito con il rigore, per fortuna dell’Italia. Dopo l’ennesimo brivido, Nicolato opera tre cambi: entra Colombo per Gnonto, Lovato per Pirola e Ricci per Rovella. L’attaccante di proprietà del Milan entra subito in partita con una bella discesa e conquista un calcio d’angolo prezioso. Al 73esimo, lo stesso Colombo ha la grande opportunità per chiudere il match: il bomber anticipa tutti su un ottimo calcio d’angolo di Tonali, ma con il mancino l’attaccante sbuccia e non trova la porta.

Un minuto dopo, la difesa degli azzurrini sbaglia totalmente il posizionamento e gli elvetici attaccano molto bene la profondità. Males si trova tutto solo davanti a Carnesecchi, ma sbaglia clamorosamente senza colpire lo specchio della porta. Si tratta dell’ennesima chance che mette in allerta gli azzurrini che non fanno male a Saipi con l’ennesimo calcio piazzato di Tonali. Ora gli uomini di Nicolato cercano di far girare il pallone e di addormentare la partita, ma non è impresa facile contro una Svizzera che, minuto dopo minuto, crede sempre di più al pareggio. Sono anche molto più determinati nei contrasti e sulle seconde palle che spesso riescono a vincere. Anche i lanci profondi degli azzurri non arrivano praticamente mai a destinazione.

Il lavoro di Colombo inizia comunque a essere molto prezioso per fare salire la squadra, ma stavolta Tonali sbaglia un suggerimento profondo ghiotto per Bellanova, ma troppo lungo. È uno scatto che costa caro al laterale di proprietà del Cagliari che poco dopo cade a terra stremato per un problema al ginocchio. Il terzino vuole a tutti i costi rientrare e torna in campo. All’80esimo, ci si mette anche Carnesecchi che sbaglia un rinvio, ma per fortuna senza gravi conseguenze. Il ragazzo che nell’ultima stagione ha giocato con l’Inter subisce anche un brutto fallo, ma resiste e fa salire i suoi. Fa lo stesso anche Tonali che un minuto dopo ci mette il fisico e prende una punizione importante. La batte lo stesso centrocampista ex Brescia e ne esce un calcio d’angolo che permette ai suoi di guadagnare tempo e campo. Burch cade a terra in area prima del fischio e l’arbitro fa ripetere la battuta. Poi l’opportunità viene chiusa dalla Svizzera senza troppi problemi. All’85esimo, gli azzurrini si fanno vedere ancora in attacco. Il prossimo centrocampista del Newcastle gestisce la sfera, poi Colombo la lavora bene e la fa scorrere per Bellanova. Il suo cross, però, viene chiuso dalla retroguardia avversaria.

È anche l’ora di altri due cambi per la Svizzera. Entrano Von Moos e Vouilloz al posto di Imeri, autore del gol, e Burch. È l’ora degli assalti finali della squadra in svantaggio, anche perché l’Italia non è particolarmente precisa nella gestione del pallone con i centrali di difesa, in particolare Okoli. Lovato, invece, sembra essere entrato bene in partita e chiude puntualmente Ndoye con fisicità e aggressività. All’89esimo, Parisi fa respirare i suoi con una bella discesa, ma Cancellieri ancora una volta non riesce a gestire la sfera. In difesa, invece, sale in cattedra Scalvini con un paio di chiusure essenziali. Nicolato capisce che è il momento di intervenire e pianifica l’ultimo cambio, l’arbitro intanto assegna cinque minuti di recupero. Al 91esimo, Bellanova commette un fallo ingenuo su Rieder e la Svizzera può beneficiare di un importante calcio di punizione. Ricci, intanto, resta a terra ma si rialza dopo poco.

È il momento dei cambi: gli elvetici sostituiscono Stojilkovic con Ndoye, mentre Cancellieri non termina la partita e al suo posto entra Nicolò Cambiaghi. La punizione di Rieder, poi, non crea nessun problema a Carnesecchi. Ci sono ancora due minuti per gli attacchi della Svizzera che ci prova soprattutto sulle corsie esterne con Males. A un minuto dal termine, però, gli avversari degli azzurri sprecano un lancio decisivo e riconsegnano il pallone ai ragazzi di Nicolato. Parisi è fondamentale anche in questo caso: a pochi secondi dal termine fa un grande anticipo e porta il possesso in attacco vanificando gli ultimi attacchi dei rossi. Con un po’ di ritardo, l’arbitro fischia la fine: l’Italia soffre ma vince con il risultato di 3-2 contro una Svizzera capace di reagire alla grande nel secondo tempo. È una vittoria pesantissima per gli uomini di Nicolato che ora sono padroni del proprio destino per il passaggio del turno.

Le interviste e l’analisi di Svizzera-Italia: ancora tanto da migliorare in difesa, ma contava solo la vittoria

L’Italia Under 21, quindi, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e mostrato tutte le sue qualità tecniche per conquistare tre punti pesantissimi che rimettono in gioco gli azzurrini per il superamento del turno. E le impressioni non possono che essere positive, le speranze tornano a essere alte per tentare un’impresa che tutta la nazione aspetta da anni.

Dopo una prestazione a due volti, le dichiarazioni di Nicolato non possono far altro che guardare il bicchiere mezzo pieno, nonostante ci sia tanto su cui lavorare. A “Rai Sport” ha detto: “Abbiamo fatto un grande primo tempo, ma dovevamo fare più gol. Forse abbiamo pagato la prima partita sul piano fisico, cercando soprattutto di contenere. Non è stata una grande gara nel secondo tempo”. Ora i pensieri devono già concentrarsi sulla Norvegia, l’ultimo avversario della fase a gironi e contro cui servirà un’altra vittoria: “Adesso recuperiamo energie e cerchiamo di vincere anche con la Norvegia. Non era facile vincere stasera, sono tre punti importanti. Affrontiamo un’altra buona squadra, siamo usciti da un momento difficile. Eravamo feriti, ma abbiamo risposto bene”.

Nicolato non è stato l’unico a parlare, perché – sempre a Rai Sport – Parisi non ha nascosto felicità e soddisfazione dopo una grande prestazione: “Abbiamo approcciato bene, poi nella ripresa dovevamo entrare meglio. La Svizzera è una squadra di qualità e abbiamo subito i due gol. Non abbiamo approcciato bene il secondo tempo, però siamo rimasti in partita e non era facile portarla a casa. Sì, il gol è dedicato a mio padre. Complimenti non me ne faceva, mi diceva sempre dove migliorare e questo gol è dedicato a lui”.

E poi è stata la volta anche di Pirola, lui appena riscattato dalla Salernitana e che oggi ha dimostrato ancora il suo valore, con il gol che ha sbloccato il match: “La partita è andata come volevamo noi nel primo tempo, nel secondo abbiamo preso subito un gol sfortunato che ha dato coraggio alla Svizzera. Ci hanno dato qualche preoccupazione in più, ma siamo stati bravi a restare compatti e portare a casa il risultato”. Anche lui indica cosa potrebbe servire agli azzurrini per superare l’ostacolo Norvegia: “Servirà l’Italia del primo tempo e quella vista contro la Francia. Dopo cose come queste il gruppo si compatta o si sfalda, noi ci siamo compattati e il primo tempo di oggi ne è la dimostrazione. A chi dedichi il gol? Lo dedico alla mia fidanzata e a mio nonno scomparso prima dell’Europeo che mi seguiva sempre”.

Insomma, l’Italia ha dimostrato se non altro di avere grande grinta e la bravura di andare anche oltre l’ostacolo della pressione costante di fallire. Dopo il ko contro la Francia, dei ragazzi così giovani avevano, infatti, sulle spalle il peso di dover per forza vincere dopo mesi di preparazione per l’appuntamento e non è affatto una sensazione invidiabile in una rassegna che per tutti quelli di questo gruppo non tornerà più, per questioni anagrafiche o per opportunità di carriera. L’impatto sulla partita, invece, è stato da squadra matura che sa andarsi a prendere i risultati che vuole e che quando accelera e resta concentrata sulla partita può essere davvero letale. Basta pensare a quello che sono riusciti a combinare i due esterni durante tutto il primo tempo. Bellanova e Parisi hanno attaccato alle spalle dei terzini della Svizzera con una qualità e una continuità che non è affatto facile da trovare a questi livelli.

Entrambi hanno sicuramente beneficiato dell’esperienza che hanno maturato nell’ultimo anno all’Inter e all’Empoli, ma a livello di applicazione, determinazione e poi finalizzazione a entrambi si può dire ben poco. Stiamo parlando di due calciatori estremamente moderni, che fanno della corsa la loro qualità migliore, e che non disegnano di sicuro le sovrapposizioni offensive. Loro sono stati una buona fetta dello spettacolo che c’è stato nel primo tempo, terminato con il risultato di 3-0. Le cose positive, però, sono state anche altre: un Tonali onnipresente al centro del campo e che ha dimostrato che lui sì, nonostante tutto, la testa ce l’ha solo sul campo e da campione vero.

E come non dedicare due righe anche a Willy Gnonto. In Italia l’abbiamo sottovalutato, poi si è costruito all’estero, proprio a partire dalla Svizzera, prima che arrivasse la chiamata di Mancini. Lui è la speranza del presente e del futuro, ma questa per forza di cose doveva essere la sua partita dopo la panchina iniziale del primo match e dopo essere stato impiegato anche in Nations League con la nazionale maggiore. Il calciatore ex Inter ha semplicemente risposto presente e l’ha fatto con l’umiltà e la duttilità di chi campione punta a esserlo davvero e senza troppe impalcature sotto i piedi. La speranza è quella di vederlo presto in Serie A, perché con tanti ottimi giocatori che vanno all’estero, vedere rientrare almeno lui sarebbe importante per tutto il movimento.

Insomma, la partita per l’Italia si è messa particolarmente bene e sul 3-0 c’era solo da addormentare il match e difendere il vantaggio tenendo lontano la Svizzera dall’area di rigore. E, invece, gli elvetici hanno completamente ribaltato il match nel corso dell’intervallo. Si sono messi a specchio, hanno coperto lì dove l’Italia aveva fatto male e soprattutto hanno individuato i punti deboli degli azzurrini e sono riusciti a dare il massimo per rientrare in partita. A dire il vero, la squadra di Nicolato è sembrata anche calare parecchio di condizione, sotto il profilo puramente fisico. Qualche sostituzione non ha funzionato, e ci riferiamo sicuramente a Cancellieri che anche oggi è stato sfortunato dopo la prova poco positiva contro la Francia.

Soprattutto la difesa ha dato l’impressione di ballare un po’ troppo e di dover essere ancora registrata. In sole due partite Carnesecchi ha già subito quattro gol, troppi se ti chiami Italia e punti alla vittoria finale. Nicolato dovrà trasmettere ai suoi la necessità di non perdere palloni cruciali in difesa o in fase di uscita, che in realtà è un errore banale che questa nazionale fa ancora troppo spesso e che paga caro. E poi c’è da lavorare anche sulla testa di alcuni singoli: Okoli ha una fisicità imponente, ma ha bisogno di maggiore determinazione in copertura, di intervenire forte sul pallone per non lasciare buchi incolmabili alle sue spalle. Scalvini, invece, deve salire con l’aumentare delle difficoltà della competizione e imporsi, a dispetto della giovanissima età, come leader di un gruppo che del suo talento e della sua classe ne ha bisogno come il pane.

Le responsabilità delle reti subite, però, non possono essere scaricate esclusivamente sui singoli in difesa o sugli errori personali, le disattenzioni vere e proprie. Perché anche la mediana spesso ha perso la posizione e ha lasciato troppo scoperti i tre centrali alle spalle. E ancora un grosso problema per Nicolato è stata la gestione della partita da parte dei suoi attaccanti. Pellegri ha sgomitato, ma non ha inciso oggi. Peggio ha fatto Cancellieri che dal suo ingresso in campo è riuscito a ripulire pochissimi palloni e ne ha perso veramente troppi per uno delle sue qualità. Dovrà fare meglio nelle prossime occasioni che avrà per mantenere il posto, anche perché la concorrenza è spietata in quel ruolo.

Nicolato ha cercato di far respirare i suoi con l’inserimento della fisicità di Colombo e probabilmente non se n’è pentito, dato che qualche pallone in più l’ha tenuto e dal suo ingresso l’Italia ha sofferto con meno continuità. Chissà se nella prossima partita contro la Norvegia avrà un’occasione da titolare come in molti si aspettavano da prima dell’inizio dell’Europeo, ma di sicuro stiamo parlando di un calciatore che ha grandi prospettive e qualità evidenti. Gnonto, insomma, è stato l’unico a salvarsi anche sotto questo punto di vista visto che il suo lavoro in fase di costruzione dell’azione e anche nell’applicazione in fase difensiva è stato veramente encomiabile, soprattutto nei primi 45 minuti. Poi la condizione è scesa e anche i suoi rientri. La sensazione è comunque di aver trovato il titolarissimo lì davanti e gli altri attorno a lui ruoteranno sempre.

Nicolato avrà i suoi pensieri notturni anche dopo questa vittoria, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, la nostra è una nazionale che ha qualità, che gioca bene e che ha delle individualità veramente importanti e che quando saliranno gli automatismi del gruppo esploderanno in tutta la loro bellezza. Questa è la strada del successo, che non è mai scontato quando sei giovane e devi dimostrare, ma questi ragazzi hanno tutte le carte in regola per arrivare fino alla fine. E oggi, anche se a corrente un po’ troppo alternata, l’hanno dimostrato.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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