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Sport

Liti, spie e Benzema: cosa è successo nello spogliatoio della Francia

Il finale è stato di quelli più amari per la Nazionale Bleus e per tutta la Francia. L’Argentina ha alzato la coppa al cielo, i campioni del mondo in carica si sono dovuti accontentare solo del secondo posto, e non è facile da accettare. Oltre alle differenze tecniche e tattiche viste nella finalissima, che comunque è terminata solo ai calci di rigore, è stata evidente – per tutto il corso del Mondiale – la differenza tra l’ambiente in casa Argentina e quello degli Europei. Ora, quando ormai i giochi sono fatti, stanno emergendo diverse crepe nello spogliatoio di Didier Deschamps e anche la presenza di una vera e propria spia. In più si sta facendo sempre più chiarezza su quanto successo a Karim Benzema, rimasto fuori dalla fase a eliminazione diretta, anche se il suo infortunio muscolare non sembrava così grave.

Karim Benzema e Kylian Mbappé durante un allenamento con la Francia – Nanopress.it

Allez les Bleus, allez les Bleus: cantavano spesso i tifosi della Francia. Ma quale Francia? Sì, perché i transalpini hanno mostrato diversi volti e tante sfaccettature nel Mondiale in Qatar, non solo dal punto di vista tecnico. I problemi nello spogliatoio di Deschamps non sono di certo mancati tanto da creare un vero e proprio ambiente tossico e in cui alcuni calciatori sono rimasti esclusi. Il caso che ha creato più scalpore è stato sicuramente quello di Benzema, l’ultimo Pallone d’Oro e trascinatore del Real Madrid che si è ritirato dalla Nazionale subito dopo la fine del Mondiale e senza avervi partecipato. In Francia, poi, si sta parlando con sempre più insistenza anche del ruolo di Benjamin Pavard. Un dossier che è esploso a bocce ferme e su cui l’intera nazione sta riflettendo.

L’ambiente tossico nello spogliatoio della Francia e Pavard nel ruolo di spia

Le spie ci sono da sempre, fin dai tempi dei latini, dove i delatori riportavano per denaro, per servilismo o per tornaconto personale determinate informazioni a chi se ne serviva. Soprattutto per questioni di potere. Oggi le cose non sono cambiate e spesso quella di vuotare il sacco e di far trapelare notizie alla stampa, notizie che sarebbe meglio nascessero e morissero nelle quattro mura dello spogliatoio, è una pratica che non è affatto scomparsa.

Anzi, l’ultima dimostrazione ci arriva addirittura dallo spogliatoio della Francia. Le Bleus hanno costituito uno dei gruppi più forti del Mondiale, forse il migliore come organico, piazzandosi al secondo posto e capitolando solo ai calci di rigore contro l’Argentina. Un’impresa che si è conclusa proprio sul più bello e che ha visto brillare la stella di Kylian Mbappé, molto meno altri compagni. E tra i tanti ribaltoni, le sostituzioni al 40esimo e i cambiamenti messi in atto, anche negli undici titolari, da Deschamps, forse un caso – insospettabile – è rimasto anche nell’ombra. Stiamo parlando di Benjamin Pavard.

Benjamin Pavard e Olivier Giroud con la maglia della Francia – Nanopress.it

Il terzino del Bayern Monaco è una presenza di lungo corso nella Francia. È bravo nella fase difensiva, grazie a un fisico statuario e una qualità non indifferente nell’impostazione della manovra e nella sua proposizione anche nella metà campo avversaria. Inoltre, stiamo parlando di un uomo tattico, di un calciatore che piace agli allenatori per duttilità e qualità. Anche di uno con l’esperienza giusta per vincere e continuare a vincere, senza troppe interruzioni. Eppure, soprattutto in Francia, ora Pavard ha ricevuto anche un altro appellativo, probabilmente inaspettato ai più, quello di spia. A rivelarlo è stato uno dei giornalisti investigativi più famosi in materia di sport, Romain Molina.

Una teoria che, in realtà, è supportata anche dai fatti. Infatti, al Mondiale, come da copione, il laterale basso ha giocato dal primo minuto contro l’Australia, facendo anche la sua parte. Poi, però, Deschamps ha deciso di non schierarlo più, preferendo al suo posto Jules Koundé, che in realtà negli ultimi anni ha giocato molto di più come centrale puro e ha mostrato diversi limiti di spinta in quella zona di campo. Quando poi il ct ha preferito far rifiatare l’ex Siviglia, al suo posto l’ex centrocampista della Juventus ha adattato un altro centrale come Axel Disasi. E Pavard? Non ha più giocato, fatto fuori per questioni che non possono essere soltanto tecniche.

I rapporti con Deschamps sarebbero arrivati ai minimi proprio in occasione del match contro l’Australia che è andato in scena lo scorso 22 novembre, come riporta “L’Equipe”. L’allenatore ha sottolineato al terzino diverse indicazioni tattiche con toni ritenuti fin troppo severi e il calciatore del Bayern non le ha accettate. La situazione si è subito surriscaldata, tanto che due senatori del gruppo come Hugo Lloris e Olivier Giroud sono intervenuti per cercare di mediare tra le parti. La situazione, però, è andata fin troppo oltre e il commissario tecnico l’ha vissuta come un vero e proprio tradimento, per il passato che aveva caratterizzato il loro rapporto. Infatti, Pavard è stato un calciatore che l’allenatore francese ha protetto e difeso dalle critiche esterne, anche quando in molti spingevano per metterlo da parte e quando le critiche erano troppe rispetto alla sua utilità in campo.

La situazione, quindi, non si è più ricomposta con entrambe le parti che sono rimaste convinte della loro posizione. Il difensore ha avuto una reazione piuttosto rigida, rispondendo spesso in maniera sgarbata alle indicazioni del tecnico e del suo staff durante gli allenamenti. Una sorta di atto di insubordinazione che è sfociato in un episodio piuttosto discusso durante la finalissima contro l’Argentina. Infatti, Pavard se l’è presa con Deschamps e con lo stesso Koundé chiedendo a gran voce di sostituire il difensore del Barcellona e apostrofandolo con un’espressione piuttosto discutibile: “Toglierai dal campo Koundé o no? Pensa di essere Pop Smoke con la sua catena da figlio di pu…na”. Non proprio parole carine nei confronti di un compagno di squadra e non esattamente un’affermazione di rispetto verso il proprio allenatore, soprattutto se sta andando in scena la partita decisiva di un Mondiale. Segno che la situazione era già ampiamente degenerata e senza possibilità che venisse recuperata. E per chi non conoscesse Pop Smoke, si tratta di un rapper morto da giovanissimo, a soli venti anni, durante una rapina nella sua villa, soli due anni fa. Ovviamente l’ex centrocampista della Juventus non è rimasto a guardare, ma anzi si è immediatamente infuriato nei confronti del suo calciatore, che non è stato neanche minimamente preso in considerazione per subentrare durante una finale che si era già messa molto male.

Didier Deschamps cammina a testa bassa durante la finale – Nanopress.it

La situazione tra le parti si è ulteriormente aggravata nel momento in cui sono aumentati i sospetti che all’interno dello spogliatoio ci fosse qualcuno che avesse un filo diretto con la stampa e spifferasse la situazione incendiaria che si è venuta a creare nel gruppo della Francia. E la spia, come vi avevamo già accennato, è stata identificata proprio in Pavard. Soffiate che hanno riguardato colui che sulla carta doveva essere uno degli uomini più rappresentativi nell’intero gruppo dei Bleus: Karim Benzema. Perché un Pallone d’Oro non può essere considerato alla stregua di tutti gli altri. E ancor di più non può passare sotto traccia il fatto di decidere deliberatamente di non utilizzarlo. Per quanto Giroud sia un calciatore forte e dalle caratteristiche fondamentali per far girare una squadra – e ce ne stiamo rendendo conto anche in Italia -, non può essere considerato allo stesso modo di Benzema. E questo vale anche per Marcus Thuram e Kolo Muani, nonostante siano riusciti comunque a fare bene agli ordini di Deschamps.

Il caso Benzema, l’addio alla Francia e il ruolo di Pavard: cosa è successo davvero nello spogliatoio dei Bleus

Facendo un rapido riepilogo della vicenda: Pavard avrebbe avuto il ruolo di far scoppiare la bomba Benzema all’esterno rispetto al gruppo del Francia. E non è successo subito dopo il Mondiale, ma mentre tutto era ancora in gioco, anzi si era nel bel mezzo dei match decisivi, al punto più importante per confermarsi sul tetto del mondo e a pochi passi dal trionfo iridato.

Tutto ciò ha confermato che il legame tra Deschamps e Benzema era drammaticamente – ovviamente sotto il punto di vista sportivo – oltre i limiti della convivenza. Andando con ordine, il centravanti francese ha accusato un infortunio muscolare che l’ha costretto a mettersi inizialmente da parte, proprio quando il Mondiale stava per iniziare. Poi le cose sono andate secondo una direzione ben precisa: la Francia ha iniziato a ingranare, senza The Dream in squadra e con il reparto offensivo che ha dato prova di tutta la sua forza e la sua qualità.

Karim Benzema in una foto di rito – Nanopress.it

Giroud è partito alla grande, confermandosi uno straordinario attaccante di manovra, ma capace anche di gonfiare la rete quando serve. E Mbappé… Ma che ve lo diciamo a fare? Il calciatore del PSG si è confermato semplicemente incontenibile, capace di sprintare e mettersi alle spalle mezza squadra avversaria, ma anche di segnare proprio al momento giusto e quando la partita si fa sempre più pesante. Senza ostacoli che possano frapporsi. Ma poi c’è stato anche un meraviglioso Antoine Griezmann, come ai vecchi tempi. Il fantasista in forza all’Atletico Madrid ha mostrato non solo un piede magnifico, ma anche la capacità di mettersi al servizio della squadra e applicarsi in fase difensiva. Praticamente un centrocampista avanzato, uno di quelli che aiuta la squadra, non fa differenza se in fase offensiva o se in quella difensiva. E da lui, a questo punto della carriera, se l’aspettavano in pochi.

Ma perché ve ne stiamo parlando? Perché, intanto, Benzema restava tra i convocati di Deschamps e non è stato mai sostituito. Per questo motivo, la possibilità che The Dream arrivasse in Qatar e rinforzasse ulteriormente il gruppo a disposizione della Nazionale francese non è mai svanita e l’ipotesi non è svanita neppure per i giornali. In molti, infatti, si sono chiesti a lungo se l’attaccante del Real Madrid alla fine non potesse davvero mettersi a disposizione dei suoi per la fase finale della competizione. Una speranza che non è svanita neppure nel momento in cui era l’ora di accedere alla semifinale e alla finale. La stampa ha anche incalzato in più occasioni lo stesso Deschamps, che, con una certa stizza mista a frustrazione ha risposto senza mezza misure: “Mi occupo di chi è qui in ritiro, non di chi non c’è”.

Una frase che è suonata come una pietra tombale sulla possibilità che alla fine Benzema recuperasse davvero la scia del Qatar: un’opportunità che sicuramente si sarebbe meritato, visti i grandi successi internazionali conquistati con il Real Madrid e i premi individuali conseguiti. Eppure, anche in questo caso, le dinamiche individuali hanno avuto il sopravvento. Perché, secondo gli spifferi arrivati alla stampa, Benzema non andrebbe molto d’accordo – per usare un eufemismo – con i suoi compagni di reparto, in primo luogo Giroud e Griezmann. E neanche con la stella della squadra, quel diavolo blu di Mbappé, le cose sarebbero idilliache.

Il tutto è stato tradotto nei comportamenti chiarissimi, visto quello che sappiamo adesso, di Benzema. Il bomber del Real Madrid ha declinato, in maniera del tutto inaspettata, la possibilità di andare in tribuna ad assistere almeno alla finale contro l’Argentina. E, dunque, ha declinato direttamente l’invito del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Una mossa già clamorosa di per sé, che – e questo è il sospetto di molti – sarebbe stata anticipata alla stampa proprio da Pavard. E così si è chiusa la questione.

E, quindi, quale può essere l’auspicio per il futuro per la Francia? Sicuramente la forza di questa Nazionale deve essere supportata anche dalla giusta sintonia dentro e fuori dal campo. Il caso Valbuena sicuramente ha pesato non poco sul destino di Benzema per la Nazionale, così come per tutte le parti in causa. Non si può pensare, però, che chi era presente, Pavard compreso, abbia potuto esprimersi al meglio sul campo, visti i contorni personali che hanno caratterizzato i protagonisti sul terreno da gioco. Il ricambio generazionale, con ogni probabilità, avverrà ancora sulla scia decisa da Deschamps, che dovrebbe restare commissario tecnico e rinnovare il suo contratto. Tanti calciatori, intanto, dovrebbero avanzare e altri arrivare al termine del loro percorso e con tanti ringraziamenti: Benzema ha già salutato, la stessa sorte potrebbe toccare a Giroud e Griezmann. E, alla fine, la bomba a orologeria francese dai colori bianchi, blu e rossi potrebbe finalmente essere disinnescata e dare vita a qualcosa di nuovo. Per il bene di tutti.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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