Ci siamo occupati pochi giorni fa dell’allarme diossina in Sicilia. In particolare, dopo l’incendio della discarica di Palermo, sono critici.
Sono stati eseguiti diversi esami in questi giorni, in cui i tecnici hanno cercato di quantificare al meglio l’allarme diossina di cui si sta parlando in seguito ai diversi roghi che stanno bruciando varie zone siciliane. Essendo un elemento prodotto dalle fiamme, è facile capire come questa componente altamente cancerogena per l’uomo sia stata rilasciata in quantità elevatissime. Infatti, nuovi rilevamenti hanno diffuso oggi la notizia allarmante che nel sito di Bellolampo, luogo della discarica, sono stati raggiunti livelli di 35 volte superiori alla norma.
Allarme diossina a Palermo
Fra i vari roghi che stanno interessando il sud Italia, la regione più colpita è di certo la Sicilia, dove sappiamo che le fiamme hanno addirittura comportato la chiusura temporanea dei principali aeroporti, ovvero quello di Catania e di Palermo. Proprio in quest’ultima città c’è stato un evento particolarmente catastrofico, parliamo del rogo che ha interessato l’impianto di trattamento dei rifiuti di Bellolampo.
Si tratta di una discarica molto grande e le fiamme che l’hanno colpita hanno reso l’aria irrespirabile e tossica, ma soprattutto hanno sprigionato livelli altissimi di diossina. Pochi giorni fa era scattato l’allarme perché queste sostanze cancerogene hanno contaminato l’aria e messo a rischio il cibo, ricordiamo infatti che sono penetrate nel terreno.
Appartenenti alla classe degli agenti inquinanti organici che persistono per diverso tempo, le diossine sono molto stabili chimicamente e questo significa che non si degradano e sopravvivono a lungo sia nell’acqua, nel cibo e nel corpo umano che contaminano.
L’Arpa è scesa fin da subito in campo per rilevare la gravità della situazione e i dati di oggi sono veramente allarmanti, se in un primo momento infatti si parlava di diossina nell’aria presente in quantità 9 volte superiore alla norma, ora il numero è salito a 35 volte il limite consentito. Questo allarme proviene da Palermo, città dove appunto il sindaco Lagalla è intervenuto per mettere in guardia i cittadini e vietare il consumo di carne e pesce, principali alimenti di contagio in questi casi.
L’ultimo rapporto di Arpa Sicilia in merito al campionamento dell’ambiente arriva come l’ennesima stoccata per una popolazione già messa a dura prova dalla difficile condizione che sta vivendo. Il vento caldo e la vegetazione secca infatti alimentano gli incendi e sul campo ci sono centinaia di vigili del fuoco attivi per spegnere i focolai e mettere in sicurezza le abitazioni.
Continua l’allarme a Palermo
La città più interessata dall’allarme relativo alla presenza di diossina è Palermo, proprio per l’incendio del 24 luglio scorso nella discarica di Bellolampo, che ha distrutto tonnellate di rifiuti con effetti devastanti per la salute umana. Ricordiamo che un piccola percentuale di diossina è comunque presente nell’aria perché non viene prodotta solo dalle fiamme ma anche da altri processi, come quelli all’interno delle industrie. Però ci sono dei valori che devono restare entro una certa soglia, in particolare dopo 300 grammi al metro cubo scatta l’allarme e le analisi dei tecnici ne hanno evidenziati 3.531 nel quartiere di Borgo Nuovo, dove appunto si trova l’enorme impianto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti.
Ci sono poi altre zone, sempre facenti parte del comune di Palermo, in cui i valori sono nella norma. Ad esempio in via Costantino, nella parte nord-occidentale, il valore è di 116 grammi per metro cubo. Differenze importanti che ci fanno capire come questi incendi stiano provocando non solo ingenti danni strutturali ma anche problematiche invisibili agli occhi ma impattanti fortemente sull’uomo, con cui la diossina entra a contatto in particolare con l’alimentazione.
L’Arpa Sicilia ha rilasciato una nota confermando che a Palermo la situazione resta critica e la formazione di diossine osservata cambia di valore compatibilmente con l’andamento del vento, quando questo è più forte infatti sposta le sostanze cancerogene ma alimenta anche i focolai. Ancora la città è sottoposta alle restrizioni introdotte dal sindaco Roberto Lagalla, in merito al divieto di consumo di carne, pesce e latticini, in vigore per 15 giorni a partire dal 30 luglio scorso. È fatto divieto anche di usare mangimi e foraggi in un’area di 4 chilometri dove l’Arpa ha riscontrato la presenza della diossina.
Seguiamo con attenzione la situazione, che rimane delicata e mentre si lotta per spegnere il fuoco, si stanno effettuando anche interventi di bonifica delle aree dove i residenti sono più a rischio intossicazione.