Una cecità “mascherata e finta” quella di un detenuto che era in carcere per aver commesso, fra gli altri reati, anche un omicidio. Ma è stato bravo a recitare la parte dell’ipovedente e di colui che non riusciva a muoversi.
Una volta uscito di galera, però, ha pensato bene di gettare via la maschera da cieco e “iniziare a leggere”. È stato scoperto.
Detenuto invalido e cieco torna in libertà
Era in carcere con l’accusa di omicidio e associazione a delinquere, ma anche per alcuni reati legati allo spaccio di droga. Ma a recitare la parte del finto ammalato è stato davvero bravo, riuscendo ad eludere anche le visite e le perizie mediche. Così che i medici avevano concesso, a questo 40enne di Monza, tale Valerio Morrone, addirittura gli arresti domiciliari, viste le sue patologie.
Una patologia psichiatrica gli era stata riscontrata: tale patologia che, secondo i referti, lo aveva portato a non riuscire più a muovere gli arti inferiori, a dover usare la sedia a rotelle e, infine, anche la cecità. Era riuscito a manifestare, nei suoi anni in carcere, questi sintomi e si muoveva, usando proprio la sedia a rotelle, aiutato di un’altra persona.
Ma tutto ciò non aveva mai convinto il giudice di sorveglianza che ci aveva visto giusto. Infatti il 40enne, una volta uscito di prigione, ha gettato via la machera “dell’ammalato cieco e paralitico”, contento di esser riuscito ad eludere la sorveglianza penitenziaria in tutti questi anni e di aver ottenuto anche i domiciliari.
Non tutto gli è andato come credeva, però. A smascherarlo definitivamente è stato, per sua sfortuna, proprio un agente penitenziario che lo ha individuato in un contesto nel quale, di certo, date le sue patologie, cecità in primis, non poteva starci da solo.
Ed invece, eccolo lì l’uomo, in un ristorante di Livorno, insieme a sua figlia. Era seduto ad un tavolo e leggeva il menù come se nulla fosse, “ignaro” della sua cecità così paventata quando era dietro le sbarre e che gli aveva consentito di uscire.
Le sue erano “finte” malattie: scovato al ristorante
Non solo l’uomo leggeva il menù in modo normale ma si alzava e girava anche fra i tavoli come se nulla fosse, anche in questo caso gettando via la sua fantomatica sedia a rotelle che, negli anni, gli era servita per portare avanti la sua messa in scena.
L’agente penitenziario che lo ha notato e visto ha subito segnalato la sua presenza (senza i suoi impedimenti) al tribunale di sorveglianza competente di Firenze. Il tribunale stesso ha convocato un’udienza generale, durante la quale è stato convocato proprio l’avvocato dell’uomo.
A lui sono state mostrate le immagini del suo assistito che era all’interno del ristorante, dove la sua invalidità e cecità non erano assolutamente più presenti.
Dopo l’udienza, ora si attende la sentenza del tribunale che lo riporterà dietro le sbarre come detenuto. Ma nel frattempo, l’uomo risulta irrintracciabile. È stato il suo avvocato ad annunciare ciò poiché i familiari dell’uomo hanno dichiarato di non aver notizie del loro congiunto da giorni, né tantomeno hanno ricevuto alcuna telefonata.