Liz Truss ha avuto il mandato più corto nella storia dei premier britannici e il malcontento generale non accenna a diminuire ma anzi, in queste ore, la Gran Bretagna si sta indignando per il vitalizio che le sarà corrisposto come ex premier.
Il polverone mediatico non si affievolisce ma anzi prende strade diverse e ora ad essere attaccato non è più il suo operato. Si è alimentata una vera e propria rivolta riguardo al vitalizio che spetta di diritto alla Truss essendo una ex premier. In merito a questa vicenda si sono alzati in piedi sia cariche pubbliche che cittadini e sindacati.
La questione vitalizio di Liz Truss dopo soltanto 45 giorni di mandato ha scatenato un putiferio in Gran Bretagna. La popolazione sta soffrendo a causa del momento storico e la crisi mondiale non ha di certo risparmiato gli inglesi, ma anzi, dopo una gloriosa uscita dall’Ue si è presentato un conto salato.
La vittoria di Truss, appena prima della scomparsa di Elisabetta II, è stata legittima ed acclamata dal popolo, ma le aspettative molto alte dei cittadini già sofferenti non sono state soddisfatte e si è creato un caos economico che ha investito il Regno Unito di prepotenza. Ieri la premier ha annunciato le dimissioni specificando che non poteva andare avanti anche se avrebbe voluto ma non aveva le condizioni tali per farlo.
Nonostante il brevissimo percorso al comando del Regno Unito, Truss usufruirà del Public Duty Costs Allowance (PDCA) ovvero di un piano di rimborso governativo previsto per gli ex premier. Una sorta di pensione o bonus in misura annuale pari a 132.140 euro che si aggirano sulle 115mila sterline. Sarà la sesta a riceverlo dato che il piano è stato introdotto nel 1991 e voluto dall’ex primo ministro John Major, dopo le dimissioni di Margaret Thatcher.
Dopo che è emersa la cifra che riscuoterà Truss, i sindacati – ma anche oppositori politici e associazioni – sono insorti contro questo bonus dato che la premier ha avuto soltanto un mandato di 45 giorni. Gli slogan che si leggono riportano chiaramente parole come non se li è meritati, ma anche frasi molto più dure sulle promesse fatte dalla premier sulle tasse e sul risultato.
Il Paese è scosso e sta cercando di rimanere in piedi nonostante all’interno del partito ci sia già tensione per la nomina del nuovo premier. Il panorama economico della nazione è complicato e i cambi di cancelliere dello scacchiere e del premier rischiano di far esplodere il Paese.
I cittadini sono spaventati riguardo a ciò che può capitare nel prossimo futuro, dato che la crisi energetica ed economica nella quale sono sprofondati è già qualcosa di insostenibile. Dopo i roghi delle bollette e il grido disperato di aiuto in piazza, i cittadini si sono trovati con promesse andate in fumo e un governo che è inciampato soltanto 45 giorni dopo la sua nascita.
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