L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha effettuato un’analisi sul consumo di droga, analizzando le acque reflue di varie città.
In effetti l’indagine non è recentissima ma si basa sul biennio fra il 2020 e il 2022, nel quale a Roma è emerso il boom di metanfetamina mentre a Milano, Firenze e Bologna la droga più consumata risulta essere la ketamina. Mappare il consumo di droga nel nostro Paese è un’attività che viene eseguita periodicamente per capire quali sostanze sono più diffuse e dove viene consumata una determinata tipologia piuttosto che un’altra.
Allarmano i risultato dell’analisi condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri in merito al consumo di sostanze stupefacenti in Italia. Questa è stata effettuata usando le acque reflue delle principali città, quindi scarti umani presenti nelle fognature.
Dall’indagine è emerso che cannabis e cocaina sono le droghe più assunte. Lo studio, finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, prende in considerazione il periodo fra il 2020 e il 2022. Gli esperti si sono concentrati sui trend di consumo delle sostanze psicoattive principali, quindi metanfetamina, anfetamina, cocaina, cannabis, eroina ed ecstasy.
Però l’analisi ha consentito anche di individuare altre droghe diverse da quelle che abbiamo appena elencato, parliamo di nuove sostanze che ancora devono essere classificate ma la loro rilevazione, in percentuale nettamente minore, è importante per mappare dove vengono commercializzate e quindi consumate.
Il progetto a livello nazionale ha incluso 33 città come Roma, Milano, Firenze e altre distribuite equamente in 20 regioni, in modo da avere un quadro il più completo possibile che tenesse in considerazione l’intera penisola.
In generale, come ha spiegato Sara Castiglioni dell’Istituto Mario Negri, che ha partecipato all’indagine, è stata osservata una differenza fra le città. Ad esempio la cannabis è la prediletta in città come Bologna, Trento, Trieste, Cagliari e Nuoro, mentre il suo consumo è nettamente inferiore a Belluno. Ancora, i livelli più elevati di consumo di cocaina ci sono a Pescara, Roma, Venezia, Bologna e Merano, mentre i più bassi sono stati osservati di nuovo a Palermo e di nuovo nel bellunese.
In particolare, i consumi di queste due tipologie di droghe sono aumentati nel 2021 rispetto all’anno precedente e anche il consumo di ecstasy. Queste variazioni sono dovute probabilmente alla crescita delle attività ricreative rispetto al periodo della pandemia in cui c’erano molte restrizioni.
Altra droga esaminata è la metanfetamina, che ha registrato consumi costanti, con valori più alti nella capitale. Ancora, il consumo di ketamina è cresciuto a Milano, Firenze e Bologna ma questa droga è presente in quasi tutte le città analizzate e in alcune (Cagliari, Torino, Venezia, Firenze) i consumi sono oltre la media.
Queste le droghe più consumate nel nostro Paese, preso in esame con il metodo delle rilevazioni a campione per calcolare la quantità ogni 1.000 abitanti. Dall’analisi però è emerso che gli italiani stanno scoprendo altri tipi di droga, nuove sostanze psicoattive presenti nelle acque reflue in valori minori rispetto a quelle classiche.
L’analisi ha evidenziato la presenza di cantinoni sintetici, sostanze che stimolano il sistema nervoso centrale che provocano effetti analoghi a quelli della cocaina, dell’MDMA e dell’anfetamina. Al contrario, non è stato trovato nessun fentanile sintetico, a parte il fentanil che però ha anche un largo utilizzo farmacologico, e il suo metabolita norfentanil.
I dati emersi indicano che i fentanili sintetici vengono usati in Italia in modo ridotto e solo occasionalmente, al contrario degli Stati Uniti dove invece il consumo è più vasto.
“La metodologia delle acque reflue – ha dello la Castiglioni – è stata sviluppata dal nostro Istituto nel 2005 e ha riscosso molto interesse a livello scientifico. Oggi viene applicata annualmente in Europa per mappare i trend di consumo di sostanze stupefacenti. Grazie al Dipartimento Politiche Antidroga possiamo applicarla per la prima volta anche in Italia a livello nazionale dal 2010. La metodica prende in analisi i residui metabolici delle droghe, che rimangono a lungo nelle acque urbane che arrivano ai depuratori”.
Studi di questo tipo sono importanti non solo per capire quali droghe vengono consumate di più ma anche per identificare le tendenze emergenti e aiutare nella valutazione di interventi sulla salute pubblica. Lo studio si avvale di tecniche all’avanguardia per capire se i residui di sostanze stupefacenti provengano dal consumo umano oppure dallo smaltimento delle stesse, o ancora dai rifiuti che provengono dalle strutture dove si produce la droga sintetica.
L’analisi delle acque reflue può essere impiegata anche per fornire dati tempestivi durante eventi specifici o riguardanti un determinato luogo.
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