Grazie ad un’inchiesta di Schemes, una cellula giornalistica di Radio Liberty, è stato scoperto come parte degli stipendi ai miliziani russi presenti in Ucraina venga versato loro da Gazprombank.
La succursale bancaria preposta alla gestione delle transizioni e dei flussi finanziari di Gazprom, il colosso russo parastatale dell’energia, è attivamente coinvolta nella prosecuzione della guerra in Ucraina pagando gli stipendi di parte dell’esercito russo impegnato sul fronte.
Occidente e Gazprombank: un connubio indesiderato
Fino a questo momento era stata risparmiata dalle sanzioni, ora l’Occidente dovrebbe dare prova della propria fermezza prendendo contromisure in merito. Si sta parlando di Gazprombank, il distaccamento finanziario di Gazprom.
Vista la dipendenza, europea in primo luogo, dalle fonti di energia moscovite, finora l’Occidente non aveva sanzionato l’istituto bancario di Gazprom per permettere innanzitutto a se stesso di continuare a versare l’essenziale moneta pregiata (Euro e Dollaro) nelle casse del Cremlino in cambio degli altrettanto preziosi idrocarburi siberiani.
Tuttavia si scopre in queste ore che lo spregiudicato Putin non ha scrupoli nell’usare qualsiasi arma a sua disposizione per mettere in ridicolo gli avversari e piegarli al proprio volere. Dopo aver infatti ridotto sensibilmente gli afflussi energetici verso l’UE per mantenerne alto il prezzo e rallentare la corsa europea a fonti alternative e dopo aver bloccato, quando non se ne è impossessato, delle granaglie ucraine prospettando una imminente crisi alimentare globale, ora il neo-zar retribuisce i propri soldati sul teatro bellico con le provvigioni europee teoricamente versate nella compravendita energetica.
Di conseguenza, indirettamente, lo stesso Occidente che investe milioni sull’Ucraina e la sua controffensiva, ne versa altrettanti alla Russia e alla sua offensiva.
Su cosa si sostiene l’accusa
A conferma di quelle che sembrano più di mere supposizioni ed illazioni, vi sono documenti che attesterebbero la fitta tela tessuta dalla Gazprombank con il Ministero della Difesa della Federazione Russa.
Oltre a ciò emergerebbero delle testimonianze esplicite di questi versamenti provenienti direttamente da parenti e coniugi dei combattenti. Infatti sul social network russo Vkontakte le famiglie dei militari elogerebbero governo ed organo parastatale per la tempestività delle retribuzioni.
Certo, che vi siano commistioni tra politica russa e gigante energetico non è davvero una novità, la stessa Gazprom di fatto sostiene economicamente la nomenklatura del Cremlino permettendole di sopravvivere. Ciò nonostante sarebbe un duro colpo alla credibilità Euro-Occidentale divenire l’ingranaggio principe di questo rapporto, ora fondato sul sangue ucraino.
Molti segnali lanciati da Putin, uniti a questa inchiesta, stanno portando gli alleati di Zelensky a dover prendere una posizione forte sul tema energetico e bellico: si vedrà fin dove la composita coalizione atlantica sarà pronta effettivamente a spingersi per difendere i “suoi” valori.