Gli 11 indagati dell’ospedale di Locri tra medici, dirigenti e un avvocato producevano certificati medici falsi.
Un’inchiesta per corruzione nell’ospedale di Locri ha portato all’arresto di 11 persone tra personale medico e dirigenti. Gli indagati erano coinvolti in una rete finalizzata a rilasciare certificati medici falsi per coprire l’assenza a processo di soggetti imputati per reati gravi. Coinvolti almeno 7 medici, un avvocato e altri 3 indagati.
La Guardia di Finanza ha arrestato 11 persone coinvolte in una rete di corruzione all’interno dell’ospedale di Locri, in provincia di Reggio Calabria. Gli indagati avevano a quanto pare l’abitudine di produrre certificati medici falsi per giustificare l’assenza in tribunale di imputati accusati di reati gravi.
Ma non solo, i certificati erano finalizzati anche ad ottenere benefici assistenziali o rimborsi di tipo assicurativo a cui non si aveva diritto. Ancora, servivano ad attestare false inabilità a lavorare o trasferimenti legati a motivi di lavoro o studio. Sembrerebbe che questa attività illecita abbia coinvolto non solo l’ospedale di Locri, ma anche altri comuni della provincia, e sia andata avanti tra il 2021 e il 2022.
Questi 11 indagati sono solo quelli verso cui le autorità hanno al momento intrapreso misure di custodia cautelare. Gli indagati totali, infatti, sono ben 90, quasi tutti pubblici ufficiali.
Al momento, gli indagati verso cui sono state disposte misure cautelari sono un dirigente medico che dovrà andare in carcere e un primario per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ancora, altri 3 indagati hanno ricevuto l’obbligo di firma e a 5 medici e un avvocato è stato interdetto per un anno l’esercizio della loro professione.
Le indagini, curate dalla Procura di Locri, hanno appurato che gli indagati rilasciavano certificati medici falsi ricevendo in cambio del denaro o altri favori.
Tra i pubblici ufficiali oggetto di custodia cautelare c’è Filippo Lascala, medico psichiatra, arrestato per corruzione e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici. La situazione è simile per il primario di psichiatria Antonio Bombara, il quale si trova al momento agli arresti domiciliari.
Gli inquirenti hanno stabilito che i due medici avrebbero tratto vantaggio della loro professione per favorire privati, permettendogli di ottenere pensioni miracolose e utilizzando il sistema sanitario locale come se gli appartenesse.
Si parla invece di obbligo di firma per 3 ulteriori soggetti coinvolti. Sono poi 5 le interdizioni di professione disposte, rispettivamente per i responsabili di due reparti dell’ospedale di Locri, quello di medicina fisica e riabilitazione e quello di ortopedia.
Non potranno esercitare la professione per un anno anche il primario di Medicina generale, una dipendente del laboratorio analisi dell’ospedale e uno psicologo.
Non si tratta di un medico, ma si parla sempre di divieto ad esercitare la professione anche per Antonio Sotira, avvocato. A quanto risulta dalle indagini, Sotira sarebbe stato colui che ha richiesto a Lascala un certificato medico falso per un suo assistito.
Quello della corruzione nella sanità pubblica non è un fenomeno nuovo, ma ciò non vuol dire che non lasci ogni volta più sconcertati. Questa pratica così diffusa compromette gravemente la qualità dei servizi offerti ai cittadini, oltre a minare la fiducia nella pubblica amministrazione e nel sistema sanitario nazionale.
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