Francesco Lollobrigida, alias il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, è stato l’ospite illustre del Vinitaly, la fiera che si tiene a Verona e che, tra appassionati e imprenditori, ha raccolto anche quest’anno numeri di record – si contano 4mila presenze di produttori. Dal palco della città veneta, l’ex capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia ha ricordato l’importanza del settore a cui il suo dicastero si rifa, e ha lanciato un monito soprattutto ai percettori di reddito di cittadinanza.
Lollobrigida, però, ha parlato anche di un argomento molto caro, tanto agli agricoltori, quanto all’intero sistema Paese. Già favorevole all’arrivo in Italia di immigrati regolari, ha ribadito l’importanza del loro lavoro, ma ha anche chiuso a una nuova possibilità di apertura di un decreto flussi.
Uno dei temi su cui si fonda l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è sicuramente quello del rispetto delle tradizioni e della Nazione, come a loro piace chiamare l’Italia. Inserito tra i programmi della campagna elettorale che ha fatto stravincere a Fratelli d’Italia le politiche del 25 settembre, è diventato qualcosa di concreto anche nel momento in cui la leader è diventata la prima inquilina donna di Palazzo Chigi.
Dalla difesa del made in Italy, nome dato anche a un dicastero, al bando per la carne sintetica, passando per la protesta di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera sempre in quota meloniana, di multe salatissime per chi nei documenti ufficiali scrive parole straniere, ma anche la battaglia in Unione Europea per difendere il mercato delle auto di casa nostra (fatto sul regolamento che porterà nel 2035 allo stop per le macchine alimentate a diesel e benzina, e che nei fatti non ha portato a una vittoria vera e propria), i progetti vertono tutti sullo stesso obiettivo che, ancora una volta, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha ribadito in occasione della 55esima edizione del Vinitaly.
La fiera del vino in cui 4mila addetti ai lavori si sono incontrati a Verona come ogni anno ha avuto come ospite illustre proprio il cognato della premier, che nella scorsa legislatura (e anche all’inizio di questa) era stato insignito da Meloni della carica di capogruppo a Montecitorio di FdI. Dal palco della città veneta amministrata da Damiano Tommasi, ex calciatore, ex presidente dell’Aic ed eletto nelle liste del Partito democratico, Lollobrigida ha parlato dell’importanza che ha il settore dell’agricoltura e l’occhio di riguardo che si ha e si avrà anche negli anni seguire da parte del governo di centrodestra.
Nella fattispecie, il ministro ha parlato della volontà di continuare a dare battaglia sulle etichette, ma ha soprattutto spiegato che l’esecutivo darà una risposta alla richiesta di manodopera che arriva tanto dai vigneti, quanto da tutto il settore a cui il suo dicastero è dedicato. Nel merito, l’esponente di Fratelli d’Italia ha parlato dell’immigrazione legale, come tra l’altro aveva già fatto in passato, sottolineando il bisogno che se ne ha in Italia, ma precisando che “il primo nemico è quella illegale e c’è bisogno di combattere i clandestini“.
Al momento il governo, però, ha sottolineato, non sta pensando a un’altra apertura del decreto flussi, ma in futura, ha detto, “c’è la volontà di organizzarli seriamente cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza dei migranti, facendo informazione e formazione ma prima di fare questo dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono in condizione di lavorare di farlo perché voglio lanciare una messaggio chiaro lavorare in agricoltura non è svilente“.
L’appello è stato forte e chiaro, “Lo dico a chi è sul divano mentre prende il reddito di cittadinanza“, ha precisato tra gli applausi Lollobrigida. D’altronde, quello che da tempo chiedono gli imprenditori del mondo agricolo è proprio quello di impiegare nei campi di percettori della misura di sostegno alla povertà introdotta dal primo governo di Giuseppe Conte, e che da settembre verrà riformulata. E lo ha fatto anche il sindaco veronese, che ha messo l’accento di più sulle richieste del settore, con “i nostri imprenditori – ha detto il ministro – che hanno bisogno di manodopera esterna quando manca quella interna“.
Maurizio Bricolo, presidente di VeronaFiere, ha invece rimarcato l’importanza di azioni più coordinate sul fronte internazionale, che il deputato ha spiegato così: “Difendiamo la cultura, il lavoro, la storia, la tradizione, il benessere, la qualità e proviamo a farlo anche a Vinitaly“, aggiungendo, poi, che “Verona è un’eccellenza e la regione Veneto corre più di altre ma dobbiamo cercare di allineare tutto il sistema Italia perché non c’è niente di più forte del marchio Italia“.
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