Nella giornata della vittoria, per quanto riguarda la legge di bilancio, di Fratelli d’Italia e del governo di Giorgia Meloni, una polemica non da poco ha rotto l’idillio del partito politico. Il capogruppo al Senato, Lucio Malan, infatti, ospite di Un giorno da pecora, incalzato dai conduttori, ha spiegato il motivo per il quale lui non è favorevole né alla legge Zan, né tantomeno al matrimonio per i gay. “L’omosessualità è un abominio”, ha detto.
Tra fraintendimenti e una frase di per sé poco felice, il senatore ex forzista è finito al centro di una polemica, in cui l’unico a difenderlo è stato Klevis Gjoka, vicepresidente del Circolo “Pirandello” di Fratelli d’Italia a Milano, che in un’intervista all’AdnKronos ha spiegato che lui, da omosessuale, difende le parole di Malan. Il capogruppo stesso, poi, ha chiarito che lui non pensa affatto che l’omosessualità sia un abominio, ma ha solo riportato quello che c’è scritto nella Bibbia.
Ci sono alcune parole che, al di là del politicamente corretto – che non a tutti piace -, devono essere pesate più di altre. E la lezione dovrebbe averla imparata oggi Lucio Malan, il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia. Il senatore ex forzista, durante la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1 Un giorno da pecora, rispondendo al alcune domande dei conduttori, infatti, si è lasciato prendere la mano con delle dichiarazioni che sono state un po’ fraintese.
Passato nel luglio del 2021 da Forza Italia al partito di Giorgia Meloni, il senatore ha spiegato che è stato mosso dalla volontà di fare opposizione alla “posizione del governo Draghi sulla legge Zan“, quello contro l’omontrasfobia, a cui lui, ovviamente, non era d’accordo. Una posizione strana, a dire il vero, considerato che Malan fa parte della Chiesa Valdese, che è addirittura favorevole ai matrimoni omosessuali: “Ma non abbiamo il dovere di obbedienza – ha detto -, la Chiesa Valdese è fondata sulla Bibbia e non sulla gerarchia“.
Ecco, il momento del patatrac è arrivato. Perché no, nella Bibbia non c’è scritto esplicitamente che si deve essere contro i matrimoni, perché nessuno ci aveva pensato duemila anni fa, piuttosto “c’è scritto di peggio“, ovvero che “l’omosessualità è un abominio, sia nell’Antico, sia nel Nuovo Testamento“, ha risposto il capogruppo di FdI.
Apriti cielo. Le dichiarazioni del senatore, infatti, hanno acceso una polemica nelle opposizioni che non sono finite neanche dopo che Malan stesso ha corretto il tiro. Il primo a commentare è stato il frontman del terzo polo, Carlo Calenda, che su Twitter ha detto di non sapere come qualificare le esternazioni dell’ex forzista: “Personalmente le considero indegne e sintomo di una profonda ignoranza. Se le nostre regole derivassero dal Vecchio Testamento – ha scritto – non saremmo molto diversi dai talebani. Per fortuna abbiamo avuto il Vangelo e lo Stato laico“.
Sempre dal gruppo dell’ex europarlamentare, e da Azione nello specifico, sono arrivati i commenti di due ex compagne di partito del senatore di Fratelli d’Italia. Prima è arrivata Mara Carfagna, poi è stato il turno di Maria Stella Gelmini. L’ex ministra dell’Istruzione del governo di Silvio Berlusconi ha voluto ricordare al senatore le parole di Papa Francesco “che certamente meglio di lui rappresenta la Chiesa Cattolica” sul tema, ovvero che “‘gli omosessuali sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo’“. La senatrice, poi, ha concluso chiarendo che “affermare che l’omosessualità è abominio citando la Bibbia è surreale: dopo le nozze in chiesa con il bonus da questa destra non si sa cosa ci possiamo attendere…“.
E se già due ex “colleghe” hanno tirato le orecchie al capogruppo di Fratelli d’Italia, dal Partito democratico e dal MoVimento 5 stelle non ci sono andati giù molto più leggeri. Paola Picierno, dei dem, ha scritto in un tweet, per esempio, che “l’unica cosa abominevole è la gente che la pensa come Malan“. Mentre Alessandro Zan, da cui il nome della legge, si è chiesto se la posizione del senatore è la stessa di quella di Meloni e del primo partito di governo.
Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, ha spiegato come le posizioni di Malan confermino “la cultura oscurantista e contro la libertà individuale di questa destra. I troppi indizi di questi giorni fanno la prova: destra reazionaria e illiberale. +Europa rilancia la proposta del matrimonio egualitario e le adozioni per le coppie arcobaleno“.
“Come fa il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, a non rendersi conto che accostare l’omosessualità alla parola “abominio” – qualsiasi sia la motivazione – è davvero sconcertante? I parlamentari di Fratelli d’Italia dovrebbero prendere le distanze da queste parole inqualificabili“, ha detto, invece, Barbara Floridia, capogruppo dei pentastellati al Senato. E dello stesso avviso è anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra Italiana.
L’unico a schierarsi con il senatore è un suo compagno di partito. “Sono omosessuale, di Fratelli d’Italia, ma difendo Lucio Malan“, ha detto Klevis Gjoka, vicepresidente del Circolo “Pirandello” di FdI a Milano, sentito dall’AdnKronos. “Non credo che il senatore Malan abbia ragione alcuna di scusarsi“, questo perché, per lui, il capogruppo “non ha offeso la sensibilità di nessuno ribadendo un concetto sacrosanto, ovvero che l’istituzione del matrimonio nasce come istituzione religiosa ed è pertanto da sempre eterosessuale per definizione“. Certo, ha puntualizzato, “questo non significa che le coppie omosessuali debbano avere o abbiano meno diritti di fronte alla legge“. Anche lui d’altronde crede che aprire il matrimonio in chiesa agli omosessuali “sarebbe svilente per la tradizione religiosa e per la fede stessa“.
Quanto poi, a quanto può essere numerosa la comunità di gay all’interno del partito di Meloni, non ha saputo rispondere, sicuramente, però, “non c’è alcun tipo di discrimine legato alla sessualità o ad altre caratteristiche innate. Quello che conta per noi sono i valori e l’impegno che il militante o l’esponente porta all’interno della nostra comunità e mette al servizio del territorio e della nazione. Conosco personalmente alcuni esponenti locali omosessuali“, ha concluso Gjoka.
Ma in difesa di se stesso è intervenuto anche il senatore che ha spiegato che la frase è stata citata, “su specifica richiesta del conduttore” da Levitico 18:22: “La prossima volta, per evitare problemi di comprensione a chi mi ha attaccato, mi limiterò a citare il numero del versetto“. Non solo, però, perché Malan si è tolto qualche sassolino dalla scarpa ricordando a chi è sempre pronto “a parlare di laicità dello Stato, forse senza sapere di cosa parlano, che riconoscere giudizi morali di una religione, non significa volerli applicare per legge o non rispettare coloro che li infrangono“, perché “il Cristianesimo insegna proprio il contrario“.
“Mi sono sempre battuto per la libertà religiosa, e per la libertà sessuale delle persone. Libertà che vanno garantite in Italia e promosse nel mondo. Spesso la sinistra se ne è dimenticata“, ha concluso il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia.
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