Oms ha deciso di riclassificare le varianti Covid al fine di poter determinare quali sono le più preoccupanti e per conoscere meglio qual è la situazione attuale nel mondo.
Omicron è sicuramente la variante più preoccupante conosciuta fino ad ora, questo perché dal momento in cui è comparsa ha continuato a cambiare geneticamente e antigenicamente creando numerosi sotto-lignaggi.
Oms ha deciso di riclassificare le varianti Covid
SARS-CoV-2 è un virus che da quando è comparso, nel 2020, è in continua evoluzione e cambia molto velocemente. Una delle sue varianti ne è la prova lampante, stiamo parlando di Omicron che ha generato tantissime sottovarianti in tutto il mondo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso che, al fine di migliorare il percorso di identificazione delle varie mutazioni del virus e per avere una panoramica più chiara sulla situazione mondiale, è necessario ricorrere ad un cambiamento decisivo sulla classificazione del Covid.
A partire da questo momento perciò Cerberus (BQ.1), Centaurus (BA.2.75), Orthrus (CH.1.1), Gryphon (XBB), Bythos (XBF) e Kraken (XBB.1.5) non saranno più considerate delle sotto varianti ma delle varianti Covid a tutti gli effetti.
Questo permetterà perciò di avere un panoramica sulla situazione globale delle varianti che cambiano velocemente da quando è arrivata Omicrom, che fino ad oggi è considerata la più preoccupante.
L’Oms ha spiegato che fino ad oggi la Omicron si è rilevata essere la variante che desta più preoccupazione dal momento che, da quando è comparsa, ha continuato ad evolvere sia antigenicamente che geneticamente con un’amplia gamma di sotto lignaggi.
Questa variante da circa un anno e mezzo è la protagonista sulla scena globale, e da febbraio 2022 ad oggi è stata la responsabile del 98% dei contagi.
Secondo l’Oms questa variante è quella che rappresenta il background genetico da cui potrebbero nascere altre varianti di Covid. Per questo tutti i suoi sotto lignaggi identificati ino ad oggi saranno considerati come varianti sotto monitoraggio.
La nuova classificazione per il Covid
Con questa nuova decisione perciò l’Oms ha deciso perciò di suddividere le varianti in tre categorie differenti: variante sotto monitoraggio, variante di interesse che potremo identificare con acronimo Voi, ed infine variante di preoccupazione che verrà identificata con l’acronimo Voc.
Nell’ultima categoria, ossia la Voc verranno incluse tutte le varianti che destano maggiore allarme a livello globale.
Kraken è stato deciso che verrà inserita nelle varianti di interesse. Ciò non vuol dire però, come specificato dall’Oms, che questi cambiamenti stanno a significare che la circolazione di Omicron non è più una minaccia ma si è scelto di attuare un metodo per migliorare l’identificazione di nuove minacce.
Come abbiamo detto il virus cambia e muta molto velocemente e questo fa si che nascano diverse varianti. La mutazione del genoma all’interno di un virus è da considerarsi un fenomeno normale soprattutto per quelli che possiamo classificare come RNAc o SARS-CoV-2.
La variante si genera quando all’interno dell’ospite subisce una o più modifiche nel suo genoma, ossia patrimonio genetico, ciò lo rende differente rispetto al virus originario.
Il Coronavirus fin dai primi mesi ha registrato mutazioni, e lo abbiamo visto nelle prime fasi della pandemia. Alcune di queste mutazioni non hanno avuto alcun impatto significativo mentre altre invece hanno creato delle varianti più contagiose, più trasmissibili, più severe.
Queste mutazioni in alcuni casi si sono dimostrate capaci di aggirare l’immunità acquisita da un individuo sia attraverso il vaccino che attraverso l’infezione naturale. Quando ciò avviene allora si ha a che fare con una variante che può dare preoccupazione.
Nel nuovo Coronavirus a destare maggiore preoccupazione sono le varianti che hanno visto la mutazione della proteina Spike, che è la proteina virale che permette al virus di agganciarsi alle cellule dell’ospite.
La variante più preoccupante fino ad oggi, come abbiamo già detto è sicuramente Omicron anche conosciuta come Ba.1. questa variante ha cominciato ad allarmare già nel novembre 2021, con i casi segnalati sia in Sudafrica che in Botswana.
Omicron è stata in grado di generare 30 mutazioni differenti della proteina Spike, e sono quasi tutte mutazioni che saranno inserite tra le varianti di preoccupazione.
Intanto nel mondo calano i contagi ma non in Europa. In particolare nella zona del Mediterraneo orientale e nel Sudest asiatico i casi stanno aumentando.
Negli ultimi 28 giorni monitorati dal 13 febbraio al 12 marzo sono stati registrati 4,1 milioni di casi e 28 mila decessi a livello globale, con una discesa pari a -40% dei contagi e -57% dei morti.
Nel nuovo report l’Italia non compare tra i Paesi che hanno registrato più casi o maggior numero di decessi.