Un giovane di 25 anni è stato massacrato di botte all’interno di un pub a Londra. Ma la sua famiglia non ha saputo nulla, fino a quando qualcuno non li ha avvertiti tramite social.
Marco, questo il nome del giovane, ora è in fin di vita. I suoi genitori non hanno ricevuto alcuna informazione circa il suo stato di salute.
Lo hanno riempito di botte all’esterno di un pub a Londra e poi lo hanno lasciato così, ferito, a terra sul retro del locale stesso. Questa è stata la triste sorte di un giovane di 25 anni, originario di Fondi, in provincia di Latina. Marco Pannone, questo il suo nome, è stato poi soccorso e trasportato al “King’s College Hospital”.
Qui è stato operato d’urgenza ed ha subito, anche, l’asportazione di parte della scatola cranica, nel tentativo di salvargli la vita. Ora è ricoverato in terapia intensiva e sta lottando fra la vita e la morte, in coma.
Ciò che maggiormente colpisce è che nessuno della sua famiglia, né tantomeno i genitori, sono stati avvertiti del dramma capitato a Marco. Sta di fatto che, quello che è accaduto, nella notte fra venerdì e sabato, al di fuori di questo pub a Brixton. La sua famiglia è stata avvisata, tramite Facebook, da un amico di Marco ma soltanto il mattino successivo, intorno alle ore 10.
L’amico ha, infatti, inviato un messaggio al profilo Facebook della sorella di Marco raccontandole che il fratello era stato aggredito e che, adesso, si trova in ospedale in gravi condizioni. Purtroppo, nessuno in famiglia aveva pronto il passaporto e, per questo motivo, a partire per primo alla volta di Londra, è stato uno zio del 25enne.
L’arrivo all’ospedale e il racconto, dopo aver parlato con i medici che lo avevano soccorso, che le condizioni di Marco erano molto gravi. Era arrivato in condizioni disperate in ospedale dopo l’aggressione che aveva subito e che, per tentare di salvargli la vita, avevano dovuto asportargli parte della scatola cranica, per cercare anche di ridurre la pressione arteriosa del suo corpo.
Ma nessun’altra informazione più. Anche con l’arrivo a Londra dei genitori del ragazzo, nessuno di loro riesce a sapere nulla sulle condizioni di salute del giovane. Ciò che si sa è che è in terapia intensiva in fin di vita. Nessuno sa ciò che è accaduto a Marco, nemmeno al Consolato italiano. È stata la stessa famiglia del giovane a comunicarlo.
Nessuna notizia nemmeno dalla locale Polizia inglese. Marco viveva a Londra da circa 6 anni ed era tornato in Italia, per mettere a posto i documenti, quando è entrata in vigore la Brexit. Lì a Londra ha lavorato in hotel, bar e pub, integrandosi bene e senza mai avere alcun tipo di problema.
La denuncia della famiglia è, anche, verso il Consolato italiano in Inghilterra. Come racconta lo zio di Marco, i familiari si sono anche recati proprio al Consolato per chiedere l’aiuto di un interprete, poiché non parlano la lingua. Ma qui, non hanno fatto altro che prendere i dati dei genitori del ragazzo. Poi nulla più: solo una mail nella quale veniva loro detto che “non avevano personale disponibile e quindi di rivolgersi alla polizia inglese” – hanno raccontato.
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