La Cina ha espresso la sua opinione in merito alle questioni legali che sta affrontando l’ex presidente Usa Donald Trump. Dopo la sua resa in Georgia che ha mostrato al mondo la prima foto segnaletica del tycoon, Pechino ha utilizzato la questione per rafforzare l’idea degli Stati Uniti in fase di declino e per ridicolizzare e fare ironia sulla situazione che sta coinvolgendo una delle più alte cariche statali di Washington.
In un momento estremamente delicato per la politica cinese dato che si sono verificate sostituzioni inattese, si comprende quanto sia imprevedibile la politica esercitata dai vertici a Pechino e quanto conti l’opinione pubblica e il decoro soprattutto se si parla di ambito politico dove il rigore è necessario ed è una costante.
Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang è stato licenziato improvvisamente dopo sei mesi dall’inizio del suo percorso politico e dopo diverse settimane nelle quali è stato assente dalla vita pubblica. Un incarico che è stato voluto direttamente dal capo di Stato Jinping ma che, a seguito delle chiacchiere alimentate anche dai media internazionali, è stato immediatamente e senza problemi tolto dal ruolo assunto in precedenza prescelto.
I media statali in Cina hanno riferito che i vertici governativi hanno “licenziato” senza indugi il ministro degli Esteri. Già questo basterebbe a destare qualche sospetto sulla reale causa e su cosa sia successo realmente, ma il mistero si infittisce considerando che Qin Gang non è apparso in pubblico per quattro settimane prima di essere licenziato e ciò non è di certo passato inosservato alla comunità internazionale.
Lo scorso 17 luglio, dagli Usa ha cominciato a diffondersi la teoria di “problemi di salute” per l’ormai ex leader della diplomazia di Pechino. Stando alle informazioni condivise in seguito il ministro degli Esteri dovrebbe essere stato sospeso proprio dal presidente Xi Jinping in prima persona.
Secondo l’agenzia Xinhua, la decisione è arrivata direttamente attraverso un decreto presidenziale, firmato dallo stesso capo di Stato cinese.
L’annuncio del cambio dei vertici del ministero degli Esteri cinese è arrivato durante il vertice dell’organo legislativo del parlamento di Pechino. Nessuna spiegazione, almeno in forma ufficiale, delle motivazioni di questa scelta.
La rimozione del ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha suscitato molte domande e perplessità. Secondo Xie, direttrice delle vendite di 42 anni ed esperta in politica cinese, che ha parlato ad Al Jazeera, la rimozione del ministro è stata sconcertante, ma ancora più sconcertante è stata l’incapacità di un sistema politico di liberarsi di un politico chiaramente coinvolto in atti illeciti, facendo chiaro riferimento all’ex presidente degli Stati Uniti Trump.
Xie ha domandato come sia possibile che dopo quattro incriminazioni penali, la popolarità di Trump negli Stati Uniti non sembri aver sofferto ma anzi ha guadagnato punti. I media statali cinesi hanno ovviamente sottolineato questa evidente anomalia e l’ hanno descritta come: “sintomatica di una più ampia disfunzione nel sistema politico e legale statunitense.”
La vicenda di Trump sta risuonando in Cina come ridicola e rivela, secondo Pechino, un sistema politico che non funziona. Pechino ha notato che la figura di Trump potrebbe quindi per legge divenire nuovamente presidente e occupare il ruolo al comando del Paese nonostante gli illeciti contestati.
La situazione attuale è il risultato del mondo che sta cambiando, con la Cina in continua ascesa economica, ma è anche l’effetto del modo particolare di fare politica di Trump, incompatibile con la diplomazia cinese e inefficace dal punto di vista dei risultati commerciali.
Questo è oggetto di dibattito in quanto il governo cinese e lo stesso presidente Xi non vedono le azioni americane come compatibili con la loro mentalità e filosofia di pensiero.
La vicenda ha sollevato molte domande sulla politica Usa nella comunità cinese. Sebbene non ci siano informazioni riguardo al pensiero specifico di determinate cariche pubbliche, la realtà mostra un’opinione cinese sulla situazione politica americana molto critica.
Questo va a rafforzare la teoria di Pechino che vede il declino Usa vicino e le ultime vicende accadute come una manifestazione di ciò a cui è destinata l’America se non cambia rotta.
I media controllati dal governo in Cina hanno espresso chiaramente la loro posizione soffermandosi su alcuni aspetti, che hanno suscitato maggior indignazione a Pechino che però utilizza la situazione per screditare le autorità statunitensi.
La situazione politica e legale degli Stati Uniti è stata oggetto di critiche da parte dei media statali cinesi, che hanno sottolineato il caos e la disfunzione causati dalle accuse contro l’ex presidente Trump.
Il Global Times, un quotidiano controllato dal governo cinese, ha affermato a marzo che Washington usava i suoi “strumenti politici e legali” come “armi per attaccare gli oppositori politici” e ciò ha alimentato di divisioni in un momento estremamente complicato.
In un articolo intitolato “Disfunzione sistemica”, il giornale ha aggiunto che la politica e il diritto negli Stati Uniti sono “diventati più simili a un gioco da bambini, con sempre più acrobazie e colpi di scena drammatici” .
Il Global Times ha anche sostenuto che il persistente appoggio a Trump dimostrava che la società americana non ha tratto alcuna lezione dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e ciò è qualcosa di incredibile e inspiegabile secondo Pechino.
Lo stesso tema è stato ripreso dall’agenzia di stampa statale cinese Xinhua News Agency, che in aprile ha parlato dei problemi legali di Trump.
Xinhua ha attribuito la ricerca e la difesa di Trump alla “crescente partigianeria che ha però messo in luce profonde divisioni nella società americana” dove “le persone sono sempre più divise in idee, interessi, razze e culture”.
Repubblicani, democratici e i rispettivi sostengono idee “inconciliabili su molte questioni, generando così ogni tipo di incredibile caos”.
L’evidente disfunzione osservata nel tessuto stesso della società americana ed esemplificata dalle difficoltà legali di Trump ha spinto il Global Times a scrivere in un editoriale che gli Stati Uniti avevano offuscato “la parola ‘democrazia’” .
Il giornale ha accusato la politica statunitense di essere responsabile di tutto, dalla violenza politica alla polarizzazione politica, dalla “politica monetaria sfrenata” alla libertà di parola “solo di nome“.
Tutto questo è stato il terreno politico fertile da cui è emersa una figura come Trump, ha concluso il Global Times.
La figura dell’ex presidente degli Stati Uniti Trump ha suscitato reazioni contrastanti in tutto il mondo, ma forse nessuna più sorprendente di quella dei suoi fan in Cina, che lo hanno soprannominato “Jiangou”, ovvero “costruttore della Nazione”.
Questo termine, ovviamente usato in maniera ironica, indica che Trump ha favorito la Cina con le sue politiche e le sue azioni, danneggiando in realtà gli Stati Uniti e la sua immagine internazionale e rafforzando invece la posizione della Cina sulla scena mondiale.
Il fenomeno di Jiangou è diventato popolare sulla piattaforma Weibo, dove molti utenti cinesi hanno espresso simpatia e ammirazione per Trump, considerandolo un alleato involontario di Pechino e sostengono che le sue azioni vadano contro gli Usa.
Il termine è anche una parodia dello slogan di Trump “Make America Great Again“, che in cinese si traduce come “Meiguo zai qiangda“. I fan cinesi di Trump lo hanno seguito con interesse e divertimento durante le sue incriminazioni di marzo e aprile, commentando le sue vicende legali e politiche.
È stato creato anche un esempio di come i fan cinesi di Trump lo immaginano in pensione in Cina è il video creato da un utente Weibo chiamato “Trump Jiangou” , che ha anche altri video simili sul suo account.
Il video mostra Trump mentre fa attività tipiche della cultura cinese, come il tai chi, il mercato, il ristorante e la metropolitana. Il video è accompagnato da una canzone cinese chiamata “Red Sunset”, che elogia la bellezza del tramonto e suggerisce che Trump possa essere soddisfatto del suo lavoro per la Cina.
I commenti sotto il video riflettono il tono ironico e scherzoso dei fan cinesi di Trump, che lo chiamano “compagno” e lo invitano a tornare in Cina.
Alcuni commenti sono anche sarcastici e si prendono gioco di Trump, dicendo che è americano ma ha il cuore cinese. Questi commenti mostrano come i cinesi usino l’umorismo per esprimere le loro opinioni sulla politica statunitense e sul ruolo della Cina nel mondo.
La situazione politica e legale degli Stati Uniti è stata oggetto di critiche da parte dei media statali cinesi, che hanno sottolineato il caos e la disfunzione causati dalle accuse contro Trump.
Il Global Times, un quotidiano controllato dal governo cinese, ha affermato a marzo che gli Stati Uniti usavano i loro “strumenti politici e legali” come “armi per attaccare gli oppositori politici”, creando ulteriore confusione in una società già divisa.
In un articolo intitolato “Disfunzione sistemica” il giornale ha aggiunto che la politica e il diritto negli Stati Uniti erano “diventati più simili a un gioco da bambini, con sempre più acrobazie e colpi di scena drammatici” .
Il Global Times ha anche sostenuto che il persistente appoggio a Trump dimostrava che la società americana non aveva tratto alcuna lezione dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Lo stesso tema è stato ripreso dall’agenzia di stampa statale cinese Xinhua News Agency, che in aprile ha riferito dei problemi legali di Trump. La società americana secondo la comunità cinese vede un momento storico dove “le persone sono sempre più divise in idee, interessi, razze e culture”.
L’evidente difficoltà osservata nel tessuto stesso della società americana ed esemplificata dalle difficoltà legali di Trump ha spinto i media locali a scrivere diversi editoriali, tra cui uno dove è scritto che gli Stati Uniti avevano offuscato “la parola ‘democrazia‘” .
Il giornale ha accusato la politica statunitense di essere responsabile di tutto, dalla violenza politica alla polarizzazione politica, dalla “politica monetaria sfrenata” alla libertà di parola “solo di nome“.
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