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Lorella Cuccarini contro l’utero in affitto: polemiche e critiche per la conduttrice. Da idolo del popolo gay che la adora(va) talmente tanto a invitarla ad eventi in discoteca e affini a idolo di Mario Adinolfi e compagnia cantante, la bionda più amata dagli italiani non retrocede di fronte e si mostra convinta delle sue idee. Convinzioni non nuove, espresse già nel 2010,quando però Facebook e Twitter non erano diffusi come oggi e la notizia non ebbe tanto clamore; qualche giorno fa, invece, Cuccarini è invece tornata sulla vexata quaestio e apriti cielo, ‘il popolo del web’ (arcobaleno e non solo) le si è rivoltato contro.
‘I bambini non si comprano‘: per questo tweet e per il retweet di Piazza San Giovanni piena mentre parlava il controverso Kiko, Lorella Cuccarini finisce ricoperta di insulti, peccato che la conduttrice (ex) idolo dei gay non abbia esposto idee così nuove. Come accennavamo sopra, già nel 2010, da cattolica credente (e partecipando ad un evento al Mucca Assassina, non certo la location più adatta), Cuccarini si era detta a favore di una regolamentazione delle coppie gay, ma ribadiva il suo no all’adozione e all’utero in affitto. All’epoca la dichiarazione era passata abbastanza inosservata, oggi invece – complice la diffusione dei social – Cuccarini è stata presa d’assalto, prendendosi anche le bacchettate di celebri colleghe come Heather Parisi (Ogni manifestazione dovrebbe avere come unico scopo quello di affermare un diritto, mai di negarlo!) e Marisa Laurito, che ha ricordato a Cuccarini che il suo successo deriva anche dal pubblico gay.
Ma la bionda più amata dagli italiani (che ha un marito e quattro figli) e non esclude altri arrivi, non arretra, e ricordando di aver sempre espresso questa tesi, ricorda che un bambino deve essere oggetto di tutela e non considerato un diritto, e che il suo pensiero riguarda ‘allo stesso modo coppie etero o coppie gay, che a questo tipo di mercato fanno ricorso‘. Cuccarini cerca insomma di smentire la sua presunta omofobia, ricordando la sua battaglia ventennale per combattere le discriminazioni. Il post si conclude poi con un avviso per i detrattori più battaglieri, ricordando loro che è possibile individuare e perseguire le persone che si nascondono dietro un nickname commettendo reati. ‘Ma io – conclude – sono ottimista di natura e credo che non sarà necessario‘.