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Cronaca

L’orso che ha ucciso in runner in Trentino verrà abbattuto

È arrivata la conferma che a uccidere il 27enne Andrea Papi a Caldes, in Trentino, è stato un orso. Verrà abbattuto.

Andrea Papi – Nanopress.it

Sono terribili i primi dettagli emersi, sembra infatti che il giovane fosse uscito per correre lungo una strada forestale, poi l’incontro con l’animale che lo ha aggredito e trascinato per diversi metri. Dopo l’autopsia disposta ieri dalla Procura di Trento è arrivata la conferma che Papi sia morto a causa dell’aggressione da parte dell’orso e ora è arrivato l’ordine di abbattimento, per cui il medico legale, un veterinario e un esperto di grandi carnivori sono a lavoro sul Dna per rintracciare l’animale.

La morte di Andrea Papi

Andrea Papi aveva 27 anni ed era appassionato di corsa, due giorni fa come tanti altri era uscito di buon mattino per percorrere un sentiero fra i boschi di Caldes in una sessione di allenamento che eseguiva molto spesso. La compagna però non lo ha visto rientrare e così preoccupata ha allertato le forze dell’ordine che subito si sono messe in moto per cercarlo.

Hanno lavorato insieme i Carabinieri di Cles con il supporto delle unità cinofile, i Vigili del Fuoco e i volontari di zona. Concentrandosi sui luoghi dove solitamente Andrea si dirigeva, sono stati percorsi diversi chilometri di bosco.

Il giorno dopo, ovvero ieri, intorno all’ora di pranzo è arrivata la terribile notizia: il corpo di Andrea è stato trovato completamente sventrato nei boschi della Val di Sole, una notizia che ha sconvolto il paese di Caldes, luogo della tragedia. Da subito le modalità della morte hanno fatto pensare all’incontro sfortunato con un animale.

Dopo il ritrovamento, il Corpo Forestale si è recato sul luogo in attesa di indicazioni da parte degli investigatori e aspettando che la Scientifica effettuasse i rilievi di rito. Il corpo si trovava a 1500 metri di quota, con ferite molto profonde la cui origine era incerta.

Tutti fin dal primo momento hanno dato per scontato che il decesso fosse dovuto all’attacco di un animale selvatico, in particolare si parla da tempo di diversi avvistamenti in zona che parlano di un grande orso, probabilmente MJ5, che spesso si avvicina ai luoghi dove vanno gli escursionisti e appunto i runner.

Secondo i primi rilievi sembra che il giovane sia stato aggredito mentre correva sul sentiero e poi l’animale che lo ha attaccato, lo ha trascinato nel bosco e letteralmente sventrato, lo dimostrano anche i profondi solchi lasciati dagli artigli.

L’abbattimento

Dopo gli accertamenti del medico legale e degli esperti, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ordinerà la cattura e l’abbattimento dell’esemplare che da tempo terrorizza la zona, anche se è molto triste pensare che nonostante le segnalazioni dei residenti nessuno sia intervenuto per allontanarlo prima che facesse danni.

Il danno c’è stato ed è agghiacciante: un giovane ragazzo è morto fra il 5 e il 6 aprile, massacrato da un animale selvatico molto aggressivo che nessuno si è messo in moto per allontanare dalla zona.

La morte di Andrea è la prima avvenuta in Italia a causa di un orso e la quarta in Europa da decenni. Si conta un precedente in Svezia, due in Turchia e l’ultimo in Romania.

L’abbattimento dell’esemplare sta scatenando una grande polemica fra gli animalisti, come sempre avviene in questi casi. Se è vero però che una specie che fra l’altro è iconica del Trentino e negli anni Novanta è stata incoraggiata con un programma apposito per ripopolare i boschi di orsi, è anche vero che un orso che uccide senza motivo una persona vada eliminato.

Anche i politici sono agitati e fra coloro che sostengono la decisione ci sono il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Provinciale, Claudio Cia, e il deputato di FdI Alessandro Urzì, che hanno sottolineato come in gioco non ci sia solo un fatto di salvaguardia dei campi agricoli che vengono devastati e degli allevamenti che vengono decimati dagli animali selvatici, ma la vita e la sicurezza dei residenti.

Tuttavia c’è chi opta per altre soluzioni, gli animalisti infatti spingono per un allontanamento dell’animale per il collocamento in un centro protetto. La morte di Andrea Papi ha portato alla luce di nuovo i problemi che le amministrazioni dei territori montani hanno per rendere possibile la convivenza fra le persone e la fauna che popola questi luoghi.

È importante preservare le specie ma davanti alla morte accertata per l’aggressione di un orso, non è possibile non decidere diversamente dall’abbattimento.

Forse è stato MJ5

Da tempo gli animalisti lottano per salvaguardare gli animali selvatici che sono messi a rischio, specialmente quelli che hanno il loro habitat naturale vicino ai centri abitati e dietro alla morte del runner potrebbe esserci un esemplare che già da tempo è sotto i riflettori.

Parliamo dell’orso MJ5, un maschio di orso bruno di 18 anni che recentemente ha aggredito un escursionista di 39 anni e viene ora indicato dagli abitanti di Caldes come il responsabile della morte di Papi, anche perché di recente sarebbe stato avvistato in zona.

Prima di questi recenti eventi non si era mai reso protagonista di attacchi all’uomo. L’orso è nato da Maya e Joze, due dei primi 10 esemplari che vennero introdotti alla fine degli anni Novanta per ripopolare i boschi trentini di questa specie che un tempo era autoctona ma ora sta scomparendo. Il programma è durato fino al 2002 e prevedeva l’arrivo di questi orsi dalla Slovenia per farli riprodurre nelle aree boschive della regione e oggi, MJ5 è il secondo orso più anziano del territorio insieme alla femmina KJ1.

MJ5 – Nanopress.it

Stando ai dati del Servizio Fauna della Provincia, i sui spostamenti avvengono fra il Trentino occidentale e la provincia di Bolzano, soprattutto nelle aree del Brenta meridionale.

Già dopo la prima aggressione, Fugatti aveva informato il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin di voler abbattere MJ5 e sebbene gli animalisti sono totalmente contrari, sarà importante il giudizio finale degli esperti che sono a lavoro per confermare che dietro alla morte di Andrea ci sia lui, in quel caso la decisione sarà definitiva.

Contrario è anche Alessandro De Guelmi, ex veterinario che per tanti anni è stato responsabile della sedazione degli orsi durante le operazioni di cattura in Trentino. Anche lui come tanti ha definito sbrigativa la decisione di abbattimento e ha ricordato che la provincia e le istituzioni hanno delle responsabilità e fanno poca informazione:

“solo se hai fatto tutto ciò che puoi allora si può parare di abbattimento, così non è stato ma non entro nel merito di chi deve garantire la sicurezza dei residenti”.

Un’altra soluzione meno drastica viene proposta dalla consigliera provinciale Katia Rossato, la quale ha pensato sia alla tutela delle persone che alla salvaguardia delle storiche razze italiane:

“credo che legalizzare lo spray antiorso sia la giusta mossa”

e le fa eco la Coldiretti del Trentino, sottolineando che è importante preservare la biodiversità ma anche l’incolumità degli abitanti e le loro attività economiche basate sull’agricoltura e il turismo.

“sono necessarie misure di contenimento perché le specie selvatich esi avvicinano troppo ai pascoli, ai raccolti e ai centri abitati in generale, costringendo alla fuga famiglie che da generazioni popolano le montagne e turisti”.

Riportiamo anche il parere della Lav, che si occupa della tutela degli animali, citando il responsabile per la fauna selvatica Massimo Vitturi:

“l’abbattimento è una scorciatoia che mette sul banco degli imputati gli animali. le ferite sul corpo di papi potrebbero essere successive al decesso”.

Insomma tanti pareri diversi che stanno facendo nascere un vero e proprio dibattito sugli orsi, ad ogni modo maggiori risposte arriveranno dagli esami sul Dna e per farli in maniera più approfondita si pensa anche di coinvolgere il centro di referenza nazionale del Ministero della Salute per la medicina forense veterinaria, centro di eccellenza nazionale che può contribuire a valutare l’origine delle ferite e a stabilire se queste siano state la causa della morte del runner.

Qualsiasi sia lo sviluppo della vicenda, è chiaro che c’è un problema di gestione di questi animali e bisogna in qualche modo intervenire prima che ci siano altre vittime.

Gli ultimi aggiornamenti

Sono passate alcune ore in cui queste notizie hanno fatto il giro del web, in seguito Maurizio Fugatti ha firmato un provvedimento urgente per accelerare l’identificazione dell’orso data l’importanza della questione.

Finalmente abbiamo la conferma di quelli che erano solo sospetti terribili: a uccidere il ragazzo è stato proprio un orso e l’animale verrà ucciso. La morte non è sopraggiunta per altre cause ma esclusivamente per le ferite dell’animale selvatico.

In una conferenza stampa, il presidente di regione ha espresso vicinanza ai familiari, esortando le istituzioni a procedere in fretta per evitare altri incidenti simili. L’autopsia ha chiarito i fatti e ora l’iter prevede di identificare geneticamente l’esemplare responsabile, per farlo verranno catturati alcuni orsi della zona che verranno custoditi in cattività, in attesa degli esami del Dna.

La reintroduzione di questa specie a cavallo fra gli anni Novanta e Duemila si è mostrata giusta ma allo stesso tempo bisogna proteggere l’incolumità di chi abita nei pressi delle aree boschive e nonostante ciò che affermano gli animalisti, la sicurezza delle persone è l’aspetto più importante di questa vicenda.

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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