La seconda città più grande degli Stati Uniti, ovvero Los Angeles, ha eletto a sindaca una donna per la prima volta nella sua storia. Si tratta della democratica Karen Bass, da tempo in politica e al servizio della metropoli. Sconfitto il magnate italoamericano Rick Caruso che ha speso oltre 100 milioni di dollari in campagna elettorale, tutti autofinanziati.
Il risultato è arrivato dopo nove giorni dalle elezioni di midterm, in uno scrutinio formalmente ancora in corso. Le sfide che dovrà affrontare solo la criminalità, l’emarginazione sociale e l’organizzazione dei Giochi olimpici che si terranno nella città nel 2028
Karen Bass, prima donna alla guida della seconda città più grande degli Usa
A nove giorni dalle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, uno dei lunghissimi spogli ancora in corso restituisce un risultato storico. A Los Angeles una donna ha rotto il tetto di cristallo vincendo le elezioni per diventare sindaca. A riuscirci è stata Karen Bass, che diventa così la prima cittadina della città degli angeli. È la prima volta che una donna è chiamata alla guida della seconda più grande città degli Stati Uniti.
La neo sindaca, 69 anni di origini afroamericane, ha una lunga storia politica nel partito democratico. Ha svolto sei mandati come deputata al Congresso nel seggio della California. Più nello specifico, ha rappresentato per dodici anni i quadranti sud e ovest dell’immensa Los Angeles, che nella sua contea (simile all’area metropolitana) raggiunge quasi i 10 milioni di abitanti di cui quasi 4 milioni solo nella città. La città aveva già avuto un sindaco afroamericano in precedenza, quando nel 1973 fu eletto Tom Bradley.
Sconfitto l’altro candidato dem, il magnate italoamericano Caruso
Bass ha messo insieme una coalizione di elettori neri e bianchi progressisti prevalendo sull’altro candidato democratico Rick Caruso. Miliardario e magnate nel settore immobiliare, il 63enne di origini italiane ha autofinanziato la sua campagna elettorale arrivando a spendere oltre 104 milioni di dollari per essa. Cifre da capogiro che comunque non sono bastate.
“Questa è la mia casa (Los Angelese, ndr) e con tutto il cuore sono pronta a servirla. Il mio impegno verso di voi è di partire in velocità sin dal primo giorno”, ha dichiarato la sindaca dopo il risultato, rivolgendosi a chi l’ha votata ma anche a chi abita nel territorio. Ha poi fatto sapere di aver ricevuto una telefonata da Caruso in cui il candidato riconosceva la sconfitta. L’augurio della sindaca è stato quello che l’uomo “continui la sua partecipazione civica nella città che entrambi amiamo”. Caruso aveva infatti ricoperto il ruolo di commissario nella polizia municipale.
La campagna elettorale è stata comunque avvincente. Bass ha sottolineato la lunga carriera in politica, il suo precedente lavoro come assistente medico nei reparti d’urgenza e la sua esperienza quando nei primi anni ’90, attraverso la fondazione di una organizzazione no profit, coalizzò le comunità nera e latinoamericana nel sud di LA per affrontare le cause della dilagante criminalità e la diffusione di droghe, in particolare del crack.
Ora la sfida di Giochi olimpici nel 2028
Caruso invece si è iscritto nel registro del partito democratico solo all’ultimo minuto nel tentativo di convincere gli elettori. Precedentemente era tra le fila dei repubblicani e poi era passato agli indipendenti. Ha promesso la realizzazione di un piano edilizio per 30mila persone senza dimora, obiettivo datosi nei primi 300 giorni di mandato. La sindaca ha proposto un piano iniziale per 17mila persone senza casa e la dichiarazione dello stato di emergenza per cercare di dare una svolta alla piaga della povertà che è la causa, per molte persone a Los Angeles, della perdita della loro casa.
Bass prende il posto del sindaco Eric Garcetti, anche lui dem, nominato dal presidente Biden ambasciatore in India. Dovrà affrontare l’emergenza sociale di chi si ritrova a vivere emarginato, in una metropoli dal costo della vita molto alto, senza un lavoro e senza un posto dove stare. L’altra sfida sarà, infine, anche quella di organizzare una città che si prepara a accogliere le Olimpiadi nel 2028.