OSCE: non saranno ritenuti validi legalmente i referendum in Ucraina occidentale, dove sono ubicati diversi territori occupati dalla Russia.
L’OSCE ha condannato i piani russi relativi all’organizzazione dei referendum nei territori occupati in Ucraina e ha avvertito che questi non avranno validità legale, in quanto non rispettano le norme e la legislazione internazionali.
L’OSCE ha espresso la propria posizione in merito ai referendum che saranno svolti in Ucraina occidentale da parte dei russi, affermando che non avranno validità legale, in quanto non sono stati condotti né da autorità legittime, né seguendo la legislazione e gli standard internazionali previsti per questo tipo di operazione.
“Pertanto, i ‘referendum’ previsti saranno illegali“, ha sottolineato l’organizzazione, parlando del possibile svolgimento di tali voti nelle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk e Kherson.
A questo proposito, l’OSCE ha osservato che qualsiasi referendum pianificato, che faccia leva del supporto delle forze che hanno occupato i territori ucraini, a partire dall’invasione iniziata nel mese di febbraio 2022, violano le norme e gli obblighi internazionali ai sensi del diritto internazionale, quindi il loro esito non avrà validità giuridica.
Le autorità delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, nonché le autorità filo-russe di Kherson, hanno annunciato che il referendum sulla possibile adesione di questi territori alla Russia si terrà tra il 23 e il 27 settembre.
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha indicato che queste iniziative, portate avanti anche dalle autorità filo-russe a Zaporiyia, sono un segno della volontà della popolazione di poter decidere se volerne far parte della Russia.
“Fin dall’inizio dell’operazione militare speciale e, in generale, nel periodo precedente, abbiamo detto che la popolazione dei rispettivi territori dovrebbe decidere del proprio futuro“, ha detto. “La situazione attuale conferma che vogliono essere padroni del loro destino“, ha concluso.
Le repubbliche delle regioni di Donetsk e Luhansk sono state riconosciute come stati indipendenti dal presidente Putin prima dell’invasione dell’Ucraina. Anche le altre due regioni ucraine occupate, Kherson e Zaporizhzhia, hanno detto che avvieranno le procedure di un voto.
La Russia attualmente controlla entrambe le regioni di Luhansk e Kherson e circa il 60% delle altre due regioni, Donetsk e Zaporizhzhia.
Su tale sfondo politico, Putin ha affermato di aver firmato un decreto per avviare la mobilitazione parziale da mercoledì, sottolineando che avrà un impatto solo sulle persone che attualmente fanno parte della riserva militare russa o che hanno precedentemente prestato servizio nelle forze armate.
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