Le intercettazioni come mezzo fondamentale per portare avanti la lotta contro la Mafia: l’opinione del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Le intercettazioni sono uno strumento importante da impiegare per la lotta alla Mafia. Questo è quanto affermato da Carlo Nordio, Ministro della Giustizia del Governo Meloni, all’indomani dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro, “l’ultimo dei protagonisti della stagione delle stragi“.
Per combattere il terrorismo e la mafia, le intercettazioni rappresentano uno strumento indispensabile, secondo il ministro della giustizia, Carlo Nordio. Parole espresse dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, che si è reso protagonista di una lunga latitanza.
Il Guardasigilli, infatti, sottolinea che, mediante questo importante supporto tecnologico, si possono condurre indagini su “reati gravissimi“, comprendendo i movimento delle persone sospettate.
Uno strumento che, però, va usato per i reati di una certa importanza penale, evitandone “l’abuso che se ne fa per reati minori“, con la conseguente diffusione pubblica di dettagli che non sono utili ai fin delle indagini.
“Credo che ci sia malafede quando si confondono i due campi“, ha aggiunto, in merito, il ministro della giustizia. E, in merito alla cattura di Messina Denaro, Nordio afferma che è stato arrestato finalmente “l’ultimo protagonista della stagione delle stragi“, afferma il ministro in una intervista a Radio 24.
Anche se l’arresto del boss Matteo Messina Denaro può essere definito un vero e proprio traguardo del governo Meloni, il Guardasigilli tiene a precisare che saremmo degli illusi se pensassimo che arrestando qualche boss della malavita il problema viene risolto di colpo.
Si tratta, infatti, di un fenomeno che va “combattuto con un arsenale di armi e con una rivoluzione copernicana culturale“, secondo Nordio, coniugando tali armi alle nuove tecnologie che permettono di intercettare persone e analizzare spostamenti di soldi ed effettuare pedinamenti.
Per quel che riguarda la salute di Messina Denaro, il ministro afferma che l’uomo sarà sottoposto a un regime di detenzione nel quale gli saranno garantite le cure necessarie, in base a ciò che definisce anche la Costituzione in questi casi.
Il ministro, inoltre, parla di coloro che non si rassegnano al fatto che la cattura del boss – che latitava da 30 anni – sia stata operata da un governo di centrodestra, che ha portato a casa “un successo straordinario“, al di là di quelli che Nordio definisce come “sibili di rancore“.
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