Il tumore dell’endometrio è attualmente la principale neoplasia dell’utero, eppure ad oggi non esiste uno screening di massa per la sua diagnosi precoce, che si rende fondamentale per poterlo combattere. Ecco che, per ovviare a questo problema e colmare questa lacuna, alcune realtà campane hanno messo a punto un tool che potrà essere utilizzato per effettuare uno screening della popolazione, così da diventare uno strumento di prevenzione secondaria, che ha preso il nome di MEDEA e che sarà illustrato durante il convegno “Metabolomica in sanità pubblica: nuove metodiche di screening per il carcinoma endometriale”.
Il tumore dell’endometrio ad oggi rappresenta la principale neoplasia dell’utero: basti pensare che ogni anno solo in Europa si registrano circa 88mila casi. Tutto questo però potrebbe finire. Un nuovo tool, infatti, potrebbe determinare un cambio di rotta, perché potrebbe rendere possibile una diagnosi precoce di questa patologia, che renderebbe a sua volta molto più facile combatterla e, soprattutto, riuscire a vincere contro di lei.
Il tumore dell’endometrio rappresenta la principale neoplasia dell’utero. Ogni anno solo in Europa si registrano ben 88mila casi, mandandolo direttamente al quarto posto tra le cause di cancro nel sesso femminile (il primo è quello della mammella). In genere questo “mostro” – perché solo così può essere definito – arriva nel periodo post menopausa, quindi colpisce le donne tra i 50 e i 70 anni.
Come accade per le patologie come questa, però, c’è solo un’arma per poterla combattere: la diagnosi precoce. Solo scoprendo in tempo di avere una malattia simile è possibile sconfiggerla. Qui sorge il primo problema: attualmente non esiste uno screening di massa per la diagnosi precoce di questo tumore.
Ma proprio per ovviare a questo problema nasce un nuovo tool, che potrà finalmente rendere possibile quello che fino ad oggi sembrava impossibile.
Sarà il convegno “Metabolomica in sanità pubblica: nuove metodiche di screening
per il carcinoma endometriale”, che si terrà venerdì 16 dicembre 2022 a Salerno, nella cornice del Salone dei Marmi a Palazzo di Città, a mostrare al pubblico i progressi in ambito medico su questo tipo di patologia.
L’evento, organizzato grazie ad una collaborazione tra Theoreo Srl, Diagnostica Cavallo Srl, Hosmotic Italian Science, Istituto Nazionale Tumore-Fondazione Pascale, Università degli Studi di Napoli-Federico II, Centro Medico Delta, Hubilmente, Falaut, Afi Associazione Flautisti Italiani, può contare sul patrocino del Comune di Salerno, dell’Università degli Studi di Salerno, dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, dell’Agifar Salerno, del Rotaract Salerno e Rotaract Salerno Est, dell’Acto Campania.
Il fine del convegno è fornire una panoramica sulla traslabilità dello
studio della complessità biochimica nella pratica clinica corrente, dove grazie all’identificazione di “firme biochimiche” caratteristiche della patologia si potrà aprire un nuovo scenario per lo sviluppo di test diagnostici e di screening altamente accurati e non invasivi.
Ma non solo, perché un altro tema centrale saranno le modifiche normative e logistiche da approntare all’attuale sistema di sorveglianza sanitaria per poter includere strumenti di questo tipo nella pratica clinica.
In sostanza, per poter combattere il tumore dell’endometrio, Theoreo e Hosmotic, due
realtà campane impegnate da tempo nella ricerca scientifica in ambito biotecnologico, hanno unito gli sforzi con autorevoli istituzioni universitarie e cliniche campane tra cui l’Università di Salerno, la Federico II, l’Irccs fondazione “G. Pascale” e la sezione di Avellino della Lilt (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) per poter dare vita ad un tool che potrà essere utilizzato per effettuare uno screening della popolazione, così da diventare uno strumento di prevenzione secondaria.
Questo ha preso il nome di MEDEA – Metabolomics approach for the Early Detection of Endometrial Adenocarcinoma – ed è basato su una signature metabolomica e uno strumento di intelligenza artificiale che ne consente l’analisi.
L’assunto di base è che una patologia così complessa non può essere studiata solo tramite singoli biomarcatori, cioè molecole che rappresentano un fenomeno talmente da complesso da richiedere anni per potersi compiere, ma necessita di un’analisi dettagliata delle molecole che concorrono a descrivere il profilo biochimico di questa condizione.
Come ha affermato Jacopo Troisi, Ceo e fondatore della Theoreo Srl: “Questa complessa rete di relazioni molecolari, per poter essere apprezzata al meglio, necessita di sofisticati strumenti matematici che rientrano nell’ambito della intelligenza artificiale. Applicando questo approccio allo studio del carcinoma endometriale abbiamo imparato a distinguere i profili delle donne affette da questa condizione e a differenziarli rispetto a quelli delle donne che non hanno questa patologia. Per verificare l’applicabilità clinica di questo strumento, nel 2019 abbiamo condotto una sperimentazione in collaborazione con la Lilt di Avellino in modo da testarla in condizioni reali. Abbiamo evidenziato che questo strumento è un validissimo alleato per diagnosticare il carcinoma endometriale in donne asintomatiche. I risultati di questo trial clinico sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Jama. Ulteriori studi sono stati condotti per evidenziare la capacità che possiede questo tool di differenziare condizioni con sintomatologia simile ma benigne, o tumori di altra natura”.
A supportare questo progetto così all’avanguardia ci ha pensato anche la Regione Campania attraverso due finanziamenti, uno nell’ambito del progetto “Campania Oncoterapie” e uno più recente per mezzo di un programma di trasferimento tecnologico. Grazie a quest’ultimo, le donne in menopausa potranno accedere ad una campagna di screening atta a valutare l’applicabilità pratica della profilazione metabolomica in merito al carcinoma endometriale, in modo completamente gratuito.
Il laboratorio di riferimento nel salernitano sarà Diagnostica Cavallo SRL e molto probabilmente, essendo ormai praticamente quasi tutto pronto – mancano solo alcuni step autorizzativi – verso gennaio 2023 la campagna potrà diventare realtà.
Quello che va sottolineato è che il metabolomic profiling, cioè lo “studio sistematico delle impronte chimiche uniche che i processi cellulari generano”, oggi è una validissima base su cui costruire test di screening che possano essere al contempo non invasivi ma altamente accurati e questa sperimentazione potrebbe fare da apripista per molte altre analoghe e aggiungere un tassello fondamentale ai progressi fatti nella medicina negli ultimi anni.
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