Luana D’Orazio è morta stritolata dentro un orditoio – una particolare macchina per la filatura dei tessuti – dell’azienda di Montemurlo, Prato, in cui lavorava, il 3 maggio del 2021.
Oggi Luana avrebbe compiuto 25 anni. Un compleanno importante, che avrebbe voluto festeggiare molto più di quello dei 18, come racconta mamma Enza, perché pensava fosse l’età più bella della vita. Una vita spezzata, e una famiglia e un compagno che lottano ancora per avere giustizia. Quando morì, Luana aveva un bambino di appena cinque anni.
Un incidente sul lavoro, una giovane mamma che saluta il suo bimbo prima di andare in fabbrica e che a casa torna chiusa in una bara. È la mala sorte (che sorte non è) capitata a Luana D’Orazio, una giovane operaia, morta il 3 maggio di due anni fa, mentre lavorava in un’azienda di Montemurlo, provincia di Prato. Quella mattina Luana è stata risucchiata da un orditoio, una macchina per filare i tessuti. Pochi istanti e la vita di quella giovane madre e della sua famiglia si è fermata per sempre.
Oggi Luana D’Orazio avrebbe compiuto 25 anni, un compleanno che sognava da tempo e che purtroppo non potrà festeggiare. In questo giorno così speciale però il suo ricordo risuona ancora più forte, perché quanto successo a lei e a tanti come lei non vada nel dimenticatoio, ma diventi lo stimolo perché la strage dei morti sul lavoro si fermi.
“Se fosse viva, oggi Luana avrebbe 25 anni. Non vedeva l’ora di arrivarci. Diceva che li avrebbe festeggiati più che i 18, perché è l’età più bella della vita. Ho fatto fare una torta, ma è una ricorrenza triste”. Sono le parole piene di dolore e commozione di Emma Marazzo, mamma di Luana.
Luana D’Orazio non deve essere dimenticata. A chiederlo con forza è il compagno, Alberto Orlandi, che ha lanciato una campagna social affinché la questione sicurezza sul lavoro non passi in secondo piano. In un video condiviso sulla sua pagina Instagram, il compagno di Luana ha rilanciato una campagna con l’hashtag #tusorridisorridisempre, nato per il 30 giugno del 2021, il primo compleanno senza di lei e che Alberto ha deciso di rilanciare anche quest’anno, in occasione del 25esimo compleanno di Luana.
Al momento, come ricorda lui stesso nel video, gli indagati per la morte di Luana D’Orazio sono tre: la titolare della ditta, il marito della donna, e il manutentore. La coppia di coniugi è già stata condannata – 2 anni alla titolare, un anno e mezzo al marito – con sospensione di giudizio. Alla ditta è stata comminata una multa di 10.300 €. Il processo per il terzo indagato è ancora in corso.
“Sappiamo bene che le condizioni di lavoro non sono per niente sicure, per fortuna non tutte, ma la maggior parte si lavora senza sicurezza, proprio per poter produrre di più”
è il duro sfogo di Alberto, che ha chiesto una ricondivisione del suo video, per ricordare Luana e darle la giustizia che merita.
Quel maledetto giorno Luana è stata trascinata nell’orditoio a cui stava lavorando. Nessuno ha potuto fare nulla per strapparla a quel tragico destino, ma i suoi familiari e il suo compagno aspettano di renderle giustizia almeno dopo la morte, perché – come racconta Alberto – “lei vive ancora, e ci dà la forza per andare avanti.”
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