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Sorprendente Luca Barbareschi: ai figli non lascerà un centesimo di eredità ma solo ‘l’opportunità di farsi strada nel mondo’. La folta prole (cinque figli: tre femmine dalla prima moglie Patrizia Fachini e un’altra femmina e un maschio dall’attuale compagna Elena Monorchio) dell’attore, regista e produttore milanese, che sperava magari in un agiato futuro grazie al ricco lascito del famoso papà, dovrà dunque rimboccarsi le maniche e costruirsi da sola il proprio avvenire. Ma in ogni Barbareschi non avrebbe avuto troppi soldi da lasciare ai figli, avendo già investito quasi tutti i suoi averi in un ambizioso progetto.
‘I miei figli non avranno un soldo e lo sanno’, ha spiegato Luca Barbareschi in un’intervista al Fatto Quotidiano per i suoi 60 anni (li ha compiuti lo scorso 28 luglio), ‘Quando gliel’ho detto è stato un trauma, ma sono ragazzi che hanno potuto studiare in scuole interdette al 99,7% dei loro coetanei e inoltre possiedono più di un passaporto, conoscono le lingue, sono svegli e colti e possono lavorare ovunque. Non hanno bisogno del mio denaro perché gli ho già lasciato l’opportunità di farsi strada nel mondo, io ragiono così’.
C’è inoltre un motivo particolare per cui Luca Barbareschi non ha mai voluto che i suoi figli crescessero nel lusso e nell’agiatezza: ‘I figli dei ricchi sono irrimediabilmente cretini, non hanno motivazioni e sono spesso divorati dai padri. Pensate per esempio ai figli di Murdoch, Feltrinelli e Agnelli che chiedevano aiuto e carezze ai loro genitori e questi, magari senza rendersene conto, si giravano dall’altra parte’.
I figli di Luca Barbareschi non vedranno quindi un centesimo ma, come anticipavamo poc’anzi, anche volendo l’attore non gli avrebbe potuto lasciare un granché. ‘La gente pensa che io sia ricco ma non è vero: tutto quel che avevo, ogni singolo risparmio, l’ho investito nel progetto della riapertura del Teatro Eliseo. Sapevo che era arrivato il momento di restituire qualcosa alla comunità e non m’interessa che al momento sia tutto in perdita: mi sento leggero come un 15enne, arrivo alle 7 di mattina, lavoro come un pazzo e vado a dormire felice. Sogno di aprire presto anche una scuola di formazione’.
Nel proseguo dell’intervista Luca Barbareschi ha poi aperto l’album dei ricordi tornando ai mitici tempi della sua gioventù, quando tra Milano e New York, dove si era trasferito per studiare all’Actors Studio, frequentava gente di un certo spessore, non negandosi alcun vizio: ‘Negli anni ’70 a Milano girava di tutto: lsd, mescalina, cocaina, fumo ed eroina, che quasi te la regalavano. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. In America mi sono portato a letto Naomi Campbell, ho pippato con Lou Reed a Kansas City, ho avuto tantissime donne e mi sono divertito un mondo. Ma con i miei figli sono stato sincero: ‘Ho sbagliato spesso’, gli ho detto, ‘Mi sono drogato, sono stato egoista, ma voi nei miei panni cosa avreste fatto?’. Loro vedono un padre realizzato, ma forse non sanno che sono fragile e pieno di dubbi’…