Parole destinate a suscitare polemiche fino e, forse, oltre, il prossimo 12 giugno. Luciana Littizzetto, nell’ultima puntata di “Che tempo che fa”, non ha smesso di stupire e il suo monologo sul Referendum non è, di certo, passato inosservato.
Se da un lato lei, con la sua ironia e con il suo parlar semplice, non ci fa smettere di sorridere, dall’altro lato c’è chi, però, non sempre prende bene le sue parole. E nell’ultima puntata del programma di Raitre, “Che tempo che fa”, la Lucianina nazionale ha concluso in bellezza, illustrando a tutti noi, e a modo suo, il prossimo Referendum che ci appresteremo a votare il 12 giugno.
Non a tutti sono piaciute le sue parole. Luciana Littizzetto scatena le polemiche. Ma partiamo dall’inizio. Siamo al programma condotto da Fabio Fazio e l’attrice e comica si appresta a salutare il pubblico con un monologo molto particolare, raccontando a modo suo cosa andremo a votare a giugno. Più che un monologo è la sua “letterina”, come lei stessa le chiama.
Il tutto parte da un pensiero forte ma conciso nello stesso tempo: votare è bello. Ma, a questa affermazione, si affianca anche una prima domanda: le Camere chiedono a tutti gli italiani di votare su ben 5 referendum, difficili per molti e anche per comprenderli non sarà facile. “Potreste scrivere una formula che si capisca?” – chiede la Littizzetto. Ed in effetti, tutti i torti non ce li ha, visto che i quesiti sono davvero complessi e per dare un giusto giudizio, un SI o un NO come si richiede, dobbiamo conoscerli a fondo.
La Littizzetto si fa portavoce della maggior parte degli italiani che, non sempre, sono avvezzi al linguaggio burocratico, né tantomeno alle leggi e ai quesiti referendari. Se da un lato, è vero che “la legge non ammette ignoranza”, e il cittadino deve informarsi su ciò che va a votare. Dall’altro, però, la Littizzetto si cala nei panni proprio del comune cittadino che, di certo, non legge il manuale di diritto costituzionale sempre o “a tavola si parla della separazione delle carriere dei magistrati”.
Parole che hanno fatto alzare un polverone e una bufera politica e non solo. Dal deputato Anzaldi che, in un post sui social, si è domandato se il monologo della Littizzetto fosse una buona informazione da servizio pubblico, ad alcuni altri parlamentari della Lega che hanno inviato una interrogazione in commissione di Vigilanza Rai proprio su ciò che è avvenuto per il monologo dell’attrice.
Anche un richiamo all’AgCom è stato presentato, la quale, in una dichiarazione rilasciata, “ha richiamato la Rai e i media”, perché siano e diano sempre una informazione adeguata e corretta sui temi del referendum del prossimo 12 giugno.
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