Ventesimo rinvio dell’udienza per la decisione sull’eventuale estradizione del padre di Saman, Shabbar Abbas, accusato in Italia dell’omicidio della figlia 18enne in concorso con altri quattro parenti tra cui la moglie Nazia Shaheen (tuttora latitante).
In Pakistan, l’incessante catena di slittamenti nella risposta alla richiesta italiana per il trasferimento dell’uomo, affinché sia processato a Reggio Emilia per il delitto, sembra ormai una saga senza soluzione.
L’ennesimo rinvio sull’estradizione di Shabbar Abbas, il ventesimo dopo l’arresto, segna un altro buco nell’acqua per l’Italia.
Le autorità pakistane sembrano perdere ulteriore tempo per l’eventuale consegna dell’uomo al Paese, dove lo attende il processo per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della figlia Saman.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, la data della prossima udienza a Islamabad sarebbe fissata per il 16 maggio.
L’ennesimo rinvio registrato poche ore fa sarebbe legato all’impossibilità di accedere alla struttura giudiziaria per via del concomitante processo a carico dell’ex primo ministro pachistano Imran Khan.
Si terrà venerdì una nuova udienza del processo italiano che vede Shabbar imputato insieme ad altri quattro parenti, atteso in videocollegamento dal Pakistan.
L’uomo ha dato la sua disponibilità ma non è ancora chiaro se sarà effettivamente collegato con la Corte d’Assise emiliana in cui sono a processo anche la moglie (Nazia Shaheen, l’unica ancora latitante), e i familiari Danish Hasnain, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq (rispettivamente zio e cugini di Saman e unici tre a comparire alla sbarra fin dalle prime battute del dibattimento).
Nel corso delle anticipazioni sulla nuova puntata del 10 maggio, la trasmissione Chi l’ha visto? ha annunciato la messa in onda di nuovi documenti inediti sul caso di Saman.
La 18enne pakistana era scomparsa dalla sua casa di Novellara (Reggio Emilia) la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 e il suo corpo, su indicazione dello zio Danish Hasnain, è stato ritrovato nell’ottobre 2022 in un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dal teatro dell’ultimo avvistamento.
Secondo gli esiti preliminari dell’autopsia, la ragazza sarebbe morta per strangolamento o strozzamento. Forse uccisa a mani nude perché si era opposta al matrimonio combinato dalla famiglia in Pakistan con un uomo che non amava.
A questa conclusione, riporta Ansa, sarebbero arrivati i periti incaricati dalla Corte di assise di Reggio Emilia, Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone.
Secondo gli inquirenti, Saman Abbas sarebbe stata assassinata per la sua resistenza alle nozze forzate e il delitto sarebbe maturato nel contesto familiare con la complicità dei genitori.
Uno dei testimoni chiave dell’accusa, il fidanzato della vittima, Saqib, ha inoltre riferito di gravissime minacce che i parenti della 18enne avrebbero rivolto a lui e alla sua famiglia perché la loro relazione non era gradita.
La situazione si sarebbe fatta sempre più preoccupante al punto che il giovane avrebbe chiesto e ottenuto il trasferimento dei suoi cari dal Pakistan all’Italia per il concreto rischio di ritorsioni in patria.
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