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Il famoso pianista Ludovico Einaudi ha chiesto al Movimento 5 Stelle di rimuovere un suo brano, la bellissima Divenire, dall’ormai noto spot che sta promuovendo in rete la raccolta firme per il referendum sull’uscita dall’Euro. Il musicista torinese, attraverso una nota pubblicata su Facebook, ha dichiarato di non aver mai autorizzato l’utilizzo della sua musica per questo spot, né qualcuno gli ha mai chiesto alcun tipo di permesso.
Il messaggio apparso sul profilo Facebook ufficiale di Ludovico Einaudi, a firma dello staff che lo gestisce, è il seguente: ‘In questi giorni è stato divulgato un video di propaganda politica contenente uno dei brani più noti di Ludovico Einaudi (Divenire, contenuto nell’omonimo album del 2006, ndr). Si vuole rendere noto che il Maestro Einaudi non ha mai autorizzato né intende autorizzare l’uso di sue musiche all’interno di spot o filmati di qualsiasi natura politica o propagandistica. Il video che sta circolando in questi giorni sul web ha utilizzato il brano in modo illegittimo senza interpellare né l’artista né i detentori dei diritti. Per questo motivo è stata richiesta la rimozione del brano dal filmato‘.
Parole inequivocabili che gettano un po’ di discredito su un movimento politico che aveva sempre fatto dell’onestà e della trasparenza i propri cavalli di battaglia. Certo, rispetto ad altre ben più gravi nefandezze che si sentono ogni giorno, una ‘semplice’ violazione dei diritti d’autore è davvero poca cosa. Ma ci aspettavamo comunque maggiore attenzione.
La vicenda ha inscenato un vivace dibattito in calce al messaggio tra gli attivisti del movimento e i fan di Ludovico Einaudi. I primi si sono un po’ risentiti per il severo comunicato, accusando il musicista di essere attaccato al denaro, di non aver compreso il messaggio diffuso dallo spot, di aver perso un’importante occasione per ‘uscire dal coro’ e, soprattutto, di non aver contattato direttamente i Cinque Stelle per risolvere la questione privatamente, senza troppo clamore.
Gli altri, invece, hanno ovviamente preso le difese di Einaudi, ribattendo che il diritto d’autore è sacro e che il compositore non ne ha fatto una questione di soldi (infatti non ha chiesto alcun risarcimento) ma di opportunità: non vuole che la sua musica venga collegata a spot politici e propagandistici di ogni genere. Non manca inoltre qualche sfottò nei confronti dei grillini, tra i quali spicca senz’altro ‘Mado’ che permaloso!!! Volevano pagarteli in lire i diritti, stavano solo aspettando l’esito del referendum‘. Geniale, vero?
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