Mes, l’Europa non aspetta più l’Italia. In occasione del prossimo Eurogruppo verrà richiesta la ratifica
L’Italia è l’unico dei 28 Paesi aderenti al Meccanismo europeo di stabilità (cd. Mes) a non aver ancora ratificato l’accordo di modifica del patto.
Il testo, infatti, sottoscritto anche dal nostro Paese nel gennaio del 2021, non ha mai ricevuto la conferma da parte di Roma, ostacolandone l’entrare in vigore in tutta l’Eurozona. Il governo Meloni, prima, ha fatto sapere di attendere la decisione della Corte costituzionale federale tedesca interrogata in merito, poi, ha chiamato in causa il Parlamento italiano auspicando “Prima della ratifica, ampio dibattito in Parlamento”.
Ma ora il tempo per l’Italia è scaduto. Secondo fonti interne, in occasione del prossimo Eurogruppo che si terrà venerdì 28 aprile a Stoccolma, l’Europa chiederà al governo italiano una presa di posizione definitiva in merito alla ratifica.
“È una domanda che porremo al ministro italiano (ndr Giancarlo Giorgetti)”, così ha riferito un Alto funzionario europeo in vista dell’incontro informale dei ministri delle Finanze dell’area Euro in programma per venerdì.
Ha però rassicurato “Non vedremo alcuno scontro” ma quella su quali siano le intenzioni del governo italiano è una domanda che faremo poiché “ora più che mai è necessaria la potenza di fuoco delle nostre istituzioni ed è bene ricordare che il cuore della riforma del Mes è mettere a disposizione un backstop al Single Resolution Fund che di fatto ne raddoppierebbe la potenza di fuoco”.
Ancora “Finché non avremo un nuovo trattato approvato, il Single Resolution Fund sarà per conto proprio”.
Ha proseguito l’Alto funzionario evidenziando come la mancata ratifica da parte dell’Italia stia compromettendo il confronto e l’attuazione di altri progetti di riforma, a cominciare da quelli presentati dal governo Meloni. Queste le parole “La mancata ratifica da parte dell’Italia sta sostanzialmente facendo attendere ogni tipo di discussione in parallelo. É impossibile discutere altre misure per rafforzare il nostro quadro se non abbiamo ancora completato il precedente accordo. La mancata ratifica sta avendo un effetto dissuasivo nei confronti delle altre discussioni“.
La necessità di una riforma del Mes si è fatta ancora più pressante a seguito del fallimento della banca americana Silicon Valley, unitamente alle difficoltà che sta fronteggiando Credit Suisse.
Con l’entrata in vigore del nuovo testo, nel caso in cui istituto bancario dovesse essere sul punto di fallire e le risorse private del settore stanziate (quelle cioè del Fondo di risoluzione unico per il salvataggio delle banche) non dovessero risultare sufficienti ad eliminare il pericolo, potrebbe intervenire il backstop del Mes per impedire rischiose speculazioni, inclusi ingenti danni al sistema economico del Paese in cui la banca è chiamata ad operare.
Molti vedono nel progetto di riforma una nota positiva per il settore bancario italiano, tra i più gravati dai crediti deteriorati (i ccdd. Npl). Al tempo stesso però chi sottoscrive un prestito dovrà prestare idonee garanzie in punto di riforme e tagli per “indennizzare” il fondo.
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