Il paese aveva già dichiarato illegali i rapporti tra persone dello stesso sesso. Ora la stretta ulteriore in uno Stato cattolico e conservatore.
Non solo l’Uganda ma anche molti altri paesi del continente africano hanno leggi che discriminano l’omosessualità e la comunità LGBTQ+, verso cui permangono sentimenti d’odio.
Nel mondo le persone continuano a essere discriminate e perseguitate a causa del loro orientamento sessuale. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello dell’Uganda. Il parlamento dello Stato africano ha infatti approvato una legge apertamente contro i membri della comunità LGBTQ+.
Ieri 387 parlamentari ugandesi su 389 hanno votato a favore di una linea durissima contro l’omosessualità, fino a prevedere pene come il carcere a vita o addirittura la pena di morte per chi ha un orientamento sessuale diverso dagli etero.
“Il disegno di legge è mal concepito, contiene disposizioni incostituzionali, annulla i progressi fatti nella lotta contro la violenza di genere e criminalizza le persone invece dei comportamenti contrari a tutte le norme giuridiche conosciute”, ha commentato Fox Odoi-Oywelowo, uno degli unici due parlamentari di maggioranza che ha votato contro.
L’iniziativa è stata fortemente condannata dagli attivisti per i diritti dei membri della comunità LGBTQ+. Inoltre già una precedente versione della legge aveva attirato le critiche della comunità internazionale e successivamente era stata annullata dalla Corte costituzionale ugandese per vizi di procedura. L’attuale formulazione sarà sottoposta al presidente Yoweri Museveni che potrà promulgarla oppure respingerla. Museveni aveva in precedenza definito gli omosessuali come “deviati” da “normalizzare”.
Se definitivamente approvata, la legge sarà una delle più repressive al mondo nei confronti della comunità. L’Uganda non è purtroppo nuova a questa legislazione. Nel Paese infatti le relazioni tra persone dello stesso sesso erano già illegali e perseguibili anche con l’ergastolo. Adesso però verranno prese di mira anche attività che difendono e promuovono l’omosessualità.
La pena di morte sarà prevista per quella che viene definita “omosessualità aggravata” usata per descrivere atti sessuali commessi senza consenso e contro bambini, disabili o che riguardino l’incesto. Secondo i promotori, la legge servirebbe a “proteggere la cultura della chiesa, i valori legali e religiosi della famiglia tradizionale ugandese dagli atti che promuovono promiscuità sessuale nel Paese”.
Nel continente africano l’omosessualità è illegale nella maggior parte degli Stati. Gli attivisti hanno definito il nuovo provvedimento come “legislazione d’odio”. “Oggi è un giorno tragico nella storia dell’Uganda. Il Parlamento ha approvato una legge che promuove l’odio e mira a spogliare i membri della comunità LGBTIQ dei loro diritti fondamentali”, ha scritto in un tweet Sarah Kasande, avvocata ugandese e attivista per i diritti umani. Il contenuto della legge è stato definito “barbaro, discriminatorio e anticostituzionale” dall’attivista, che ha poi invitato a non perdere la speranza in quanto “la battaglia non è ancora finita”.
A farne le spese non saranno solamente gay e lesbiche ma anche i transgender e chi ha un’identità di genere non binaria. Oltre 110 persone della comunità LGBTQ+ hanno già denunciato espulsioni, arresti e violenze sessuali nei loro confronti.
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