Nell’epico ed eterno scontro fra Luigi Di Maio e la lingua italiana, spesso prevale quest’ultima. L’onestà andrà anche di moda, ma la grammatica non andrebbe mai dimenticata in soffitta.
Oggi parliamo delle ultime vittime lessicali del capo politico del M5S: i termini “accellerazioni”, “decellerazioni” ed “elevatura” ai quali evidentemente è stata aggiunta una lettera di troppo perché, si sa, melius est abundare quam deficere. Di Maio ha pubblicato un post sul Blog delle Stelle per promuovere la manifestazione del 2 giugno e fare il punto sulle prospettive del governo legastellato. Prima della correzione, c’era un doppio errore ortografico contenuto nello stesso rigo.
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Ecco il testo incriminato: “Lo so che è dura, e lo so che non se ne può più, perché sono oltre 80 giorni che subite come cittadini questi continui, queste continue acceLLerazioni e deceLLerazioni”. Qui è sfuggita una L di troppo in entrambe le parole.
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Qualche rigo più su, un altro pasticcio lessicale: “Il ragionamento è semplice: noi abbiamo una squadra di ministri già pronta, abbiamo un candidato alla presidenza del consiglio dei ministri che è Giuseppe Conte, il professor Conte, bene, troviamo una persona della stessa caratura, Elevatura (ahi ahi forse era meglio “levatura” ndr) e libertà dell’eccellente professor Savona e il professor Savona rimane nella squadra di Governo in un’altra posizione di Ministro”.
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Si dice che la lingua sia in continua evoluzione, quindi chissà: magari un giorno l’elevatura morale della nostra classe dirigente subirà una repentina accellerazione. C’è da sperarlo.
E per chiudere, chiunque volesse sentirsi titolato a criticare Luigi Di Maio è invitato a mettersi prima alla prova con il nostro quiz: QUANTO CONOSCI LA LINGUA ITALIANA.