Luigi Pelazza de Le Iene indagato per concorso in corruzione: nei guai insieme a Mirko Canala, attore usato in vari servizi del programma Mediaset. A far finire i due è stato un servizio sul titolare di una scuola guida, che in cambio di soldi extra era disposto a rilasciare le patenti nautiche senza problemi. Per realizzare un servizio, però, i due devono fingersi finti tonti e soprattutto pagare, cosa che hanno fatto finendo nei guai, insieme al titolare della scuola guida e al responsabile e dipendente dell’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli. La beffa? Pelazza una patente di guida (nautica) ce l’ha, come rivela lo stesso inviato al Fatto Quotidiano.
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Fino a dove può spingersi il giornalismo investigativo? Stando a quanto riportato da Il Tempo, non troppo in là: per incastrare il titolare di una scuola guida di barche, Luigi Pelazza e Mirko Canala, inviato e attore de Le Iene, sono infatti stati accusati di concorso in corruzione dalla Procura della Repubblica di Napoli. Se è infatti vero che all’Ufficio marittimo di Pozzuoli si vendevano patenti nautiche anche a chi non sapeva distinguere la poppa dalla prua, i due per dimostrare l’inganno hanno pagato, come svelato da un servizio de Le Iene trasmesso nel novembre del 2011, di qui il rinvio a giudizio.
Nel servizio si vede il titolare che spiega come sia possibile (pagando 2500 euro) sapere le domande in anticipo, e che addirittura, per 3.500 euro, è possibile saltare il corso del tutto, è infatti possibile clonare la patente dopo averne denunciato la fittizia scomparsa; consapevoli di poter essere di fronte a un truffatore, i due pagano, e dimostrano che, anche grazie alla collaborazione di due dipendenti infedeli dell’ufficio marittimo, è possibile ottenere una vera patente anche senza sapere nulla di barche. Anche se i due non hanno usato la patente ottenuta (Pelazza, come spiega al Fatto Quotidiano, cel’ha perché ha fatto l’esame delle 12 miglia per vela e motore e ‘Quando in Capitaneria ci siamo accorti che era la patente era clonata come vera, abbiamo semplicemente fornito un aiuto alle forze di polizia e alla cittadinanza‘), hanno comunque commesso il reato di concorso in corruzione.
Il processo a Pelazza e Canala dovrebbe svolgersi a settembre 2015: a difendere i due imputati l’avvocato Carlo Taormina: ‘Se dovesse passare questo messaggio, nessun giornalista vorrà più fare un’inchiesta se poi corre il rischio di essere incriminato per fatti che voleva esclusivamente denunciare al pubblico‘, spiega il legale, mentre Pelazza – a parte dirsi sicuro di non aver sbagliato – sottolinea come sia ‘paradossale che alla fine paghiamo noi. Ora che facciamo? Un servizio tv col codice penale in tasca da consultare davanti al malfattore?‘
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