Il presidente del Brasile sta affrontando un momento complicato, che ha visto un assalto alle istituzioni brasiliane compiuto dai sostenitori del presidente uscente Bolsonaro, ma sta gestendo la questione in maniera decisa e ha, praticamente, destituito tutti i vertici militari, colpevoli di aver agevolato l’attacco dei pro Bolsonaro. Sta portando avanti le indagini e la magistratura sta lavorando con gli inquirenti per portare avanti una rete che punta a fare emergere l’organizzazione completa dell’attentato alle istituzioni, che mirava a sabotare l’esito del voto che ha sancito la vittoria di Lula e della sinistra.
Una scelta che il popolo ha fatto per appoggiare il cambiamento e andare incontro a un’idea di Brasile che ha cuore la grande ricchezza naturale di cui dispone e l’importanza globale della foresta amazzonica che è stata duramente colpita, soprattutto negli ultimi anni del mandato Bolsonaro. Una mossa politica di destra, che ha pensato soltanto a riempire le tasche di ricchi uomini d’affari senza pensare, però, al danno ecologico e all’impoverimento di un ecosistema essenziale a livello internazionale che custodisce il polmone del mondo.
Lula ha intrapreso il suo primo viaggio in Argentina per iniziare a portare un messaggio di cooperazione e integrazione tra nazioni confinanti che vada oltre le ideologie globali. Vuole riallacciare i rapporti diplomatici e commerciali favorendo un’integrazione tra popoli e culture differenti, che vada ad arricchire l’America Latina. Emerge inoltre la possibilità che presto si avrà un’unica moneta sia per l’Argentina che per il Brasile. Qualcosa di straordinariamente futuristico pensando ai territori sud americani ma che potrebbe avere presto la concreta realizzazione nella quotidianità.
Lula a Buenos Aires per l’integrazione In America Latina
Dopo essere atterrato a Buenos Aires, Luiz Inácio Lula da Silva inizierà i viaggi internazionali del suo terzo mandato, con la missione e volontà estrema di dare priorità all’integrazione dell’America Latina. Oltre a voler comunicare l’estrema differenza tra lui e l’ex presidente Bolsonaro che, invece di preservare i rapporti tra Stati ha sempre preferito una divisione, come una sorta di distacco voluto e cercato rispetto alle nazioni sudamericane. Tra l’altro l’ex capo di stato del Brasile non ha mai nascosto che il il rapporto con i vicini non era la sua priorità.
Lo scopo del Brasile di Lula è quello di ricostruire i ponti tagliati fino ad ora e nonostante sia consapevole che ora il lavoro da effettuare è molto più difficile rispetto, soltanto, a 20 giorni fa quando ancora non era stato effettuato il colpo alle istituzioni ma non per questo ha intenzione di rinunciare.
Si tratta di un momento estremamente complicato non soltanto per il Brasile ma anche per le altre nazioni sudamericane, per esempio il Perù è attraversato attualmente da una crisi importante dopo che e stato destituito Castillo.
La crisi economica in Argentina e la crisi in Perù uniti all’isolamento di paesi come Cuba e Venezuela, sono chiari esempi di uno scenario estremamente complicato che è proprio ciò che vuole cambiare e affrontare il capo di Stato brasiliano. Domani, martedì 24 gennaio, si terrà l’incontro in Argentina della comunità degli Stati latinoamericani e caraibici CELAC e il giorno dopo Lula partirà per l’Uruguay.
Celso Amorim, consigliere speciale degli affari internazionali per il presidente brasiliano, ha affermato: “è oggi più importante di quanto non fosse 20 anni fa, per consentire alla regione di avere voce in un mondo molto più complesso.”
La polarizzazione politica e ideologica di questo periodo, in America Latina, si trasforma a volte in immobilismo o nel tentativo di andare contro la costituzione e le istituzioni per volerle manipolare successivamente. Questa è una caratteristica importante da modificare alla base, per portare così raggiungere nella regione Sud Americana meno divisioni possibili, mantenendo però salde le tradizioni nazionali. Si tratta di un progetto che punta a portare beneficio a tutti con continuità e perseveranza, senza dare spazio a dispute ideologiche o politiche. Ma che ha come punto focale il non rinnegare tradizioni e usanze, a cui Lula è legato anche personalmente, ma invece vuol che le unicità e le caratteristiche di ogni regione diventino un vanto che apporti innovazione alle altre nazioni e non discriminazione.
Gli esempi sono vari ma si può partire dal messicano Andrés Manuel López Obrador, esponete di sinistra, che sta cercando di cambiare la legge elettorale per ridurre la forza dell’opposizione nel suo Paese, con un discorso di contestazione del sistema che ricorda il percorso dell’ex presidente Jair Bolsonaro in Brasile.
Anche la situazione di caos politico in Perù dove, negli scontri tra cittadini e manifestanti, sono morti almeno 51 cittadini e questo per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte, succeduta a Castillo dopo essere incarcerato dopo il fallito colpo di stato.
È anche presente una spaccatura notevole tra Stati confinanti e questo deriva dal problema dell’accettazione dei regimi di Cuba e Venezuela. Lo stesso cileno Gabriel Boric, che è di sinistra, resta stabile su una posizione critica nei confronti della leadership politica del venezuelano Nicolás Maduro. All’incontro in Argentina, Lula discuterà con i colleghi in merito al fatto che isolare un Paese è un errore e non può che portare a tensione ulteriore e nervosismo.
Il leader brasiliano ha in programma quattro o cinque incontri bilaterali con i capi di Stato tra cui anche Maduro e il presidente di Cuba Miguel Diaz Canel. La sua intenzione è quella di ricucire i rapporti e cercare di portare tutto il contesto locale ad una coesione collaborazione continuativa.
Parlando con i presidenti dell’Argentina, di sinistra Alberto Fernandez e dell’Uruguay Luis Alberto Lacalle Pou di destra, Lula vuole far emergere il forte messaggio che la promozione dell’integrazione è al di sopra dell’agenda ideologica.
Amorim ha precisato: “Abbiamo sempre fatto così. Abbiamo ricevuto Hugo Chávez (ex leader di sinistra del Venezuela) e anche Álvaro Uribe (ex leader di destra della Colombia). Il presidente vuole avere un rapporto di stato. L’Uruguay è un paese molto importante per l’equilibrio delle relazioni in America Latina”.
Riprendendo la tradizione della diplomazia brasiliana nei confronti dell’Argentina, metà del primo viaggio del presidente in carica, sarà centrato sul loro rapporto incrinato ma nettamente salvabile. Domani Lula si recherà a Casa Rosada, dove parlerà con Fernández riguardo l’agenda economica e di interessi comuni ma affronterà anche punti di convergenza, dopo che il rapporto tra i due paesi si è deteriorato durante il governo Bolsonaro. Sarà ovviamente posta grande attenzione nell’ambito del preservare l’ambiente e verrà quindi firmato un accordo scientifico e tecnologico per l’Antartide che necessiterà di cooperazione logistica.
Ha continuato poi spiegando: “Il paese confinante, il nostro principale partner commerciale nel Mercosur, ha registrato lo scorso anno un’inflazione annua del 94,8%, la più alta degli ultimi 32 anni. Lula e Fernandez dovrebbero discutere di partnership con “rapidi effetti concreti”, come quelli legati al credito e all’export.”
Dawisson Belém Lopes, professore di politica internazionale all’Università Federale del Minas Gerais ha spiegato: “La partenza di Lula in questo momento ha connotazioni importanti. È il ripristino di legami che si sono indeboliti; è come se il Brasile tendesse la mano al suo amico personale, Fernández”,
Fernández è stato l’unico che ha fatto visita a Lula in prigione a Curitiba. Bolsonaro, a sua volta, era in Argentina solo nel giugno 2019, quando il presidente era Maurício Macri. Poi però, come precisato sopra, il presidente brasiliano di destra non ha mai avuto interesse nel coltivare rapporti internazionali.
Durante la campagna elettorale, il governo argentino ha consegnato a Lula una proposta di accordi che prevede l’integrazione bilaterale nei settori finanziario, con accordi tra banche pubbliche, e in quello energetico, minerario e agroalimentare, con l’eliminazione delle barriere sanitarie tra i due Paesi. Gli argentini propongono anche partenariati con l’integrazione delle frontiere nei settori della difesa, della sanità e dell’istruzione.
Qualcosa di fondamentale ed essenziale è proprio il fatto che si sta lavorando concretamente e, già attuando, una moneta unica che possa soddisfare sia Argentina che Brasile e si tratta di qualcosa di innovativo e di estremamente coadiuvante tra due potenze sudamericane che necessitano di riprendere il loro splendore e hanno intenzione di farlo unendo le forze.
In Uruguay, Lula si adopererà per riorganizzare i rapporti del Brasile con il suo vicino. Uno dei punti da discutere con Lacalle Pou è la negoziazione tra Uruguay e Cina di un accordo di libero scambio. Il portavoce del governo ha spiegato in un’intervista a Globo: “che è necessario trovare modi per far crescere gli uruguaiani senza danneggiare la struttura del blocco.”
L’opinione in merito alle intenzioni di Lula e a ciò che accadrà nel concreto
Le intenzioni emerse dal capo di Stato brasiliano Lula sono sicuramente di notevole interesse e impostate per una cooperazione che va ad unire, piuttosto che dividere cittadini già estremamente in conflitto che non godono di una stabilità politica e di una serenità economica sociale. Ma come è normale che sia si sono sollevate anche domande e ipotesi in merito all’operato di Lula.
Le autorità soprattutto quelle dell’opposizione quindi di destra, si chiedono se questo sarà attuato e quindi portato avanti in una reale e concreta politica sudamericana e, soprattutto, si chiedono se, anche gli altri Stati, riusciranno a tener fede agli impegni presi e mostreranno interesse nel proseguire. C’è invece anche chi ritiene che, nonostante attualmente sembri un’impresa impossibile o molto difficile, per cominciare a riallacciare i rapporti è necessario iniziare da un punto e questo potrebbe essere un nuovo punto d’inizio per il Sud America.
Il ricercatore di Harvard e membro consultivo del Centro brasiliano per le relazioni internazionali (Cebri) Hussein Kalout ritiene che: “con la regione che attraversa un periodo di instabilità impegnativo. Allo stesso tempo, ritiene che il reinserimento del Paese tra i suoi vicini sarà vitale per gli interessi strategici del governo brasiliano.”
Ha poi evidenziato: “Lula non otterrà grandi progressi solo con belle parole e discorsi raffinati. È necessaria un’azione. “
Secondo lui il Brasile ha bisogno di ripristinare la sua capacità di reintegrare e sviluppare la regione con la presentazione di progetti concreti e tangibili in questa nuova fase, e non solo rieditare vecchi progetti. Lula dovrà mostrare la sua visione sul cambiamento climatico e difendere la necessità di una nuova matrice energetica regionale. Altre azioni attese dal leader brasiliano, secondo l’esperto, sono una strategia di cooperazione incentrata sulla lotta a possibili epidemie e pandemie e il miglioramento delle norme sanitarie e fitosanitarie comuni nell’ambito del Mercosur.
Ha aggiunto che: “Inoltre, è necessario lavorare in modo coordinato per combattere la disinformazione e le fake news, che hanno un enorme impatto sulle catene economiche e sul flusso degli investimenti, e, non ultimo, per ristrutturare il dialogo nella regione sulla sicurezza emisferica.”