L’ultima cena di Leonardo è un capolavoro senza tempo e oggi emergono dei dettagli importanti e una verità che lascia senza parole.
Ci troviamo davanti ad uno dei capolavori firmati da Leonardo Da Vinci, che ha superato i secoli ed è conosciuto a livello internazionale. L’ultima cena non dovrebbe essere considerata come un semplice dipinto, ma come qualcosa di raro e unico lasciato in eredità da un uomo che a saputo fermare il tempo grazie ai suoi tanti capolavori. Tutti sanno che L’ultima cena ha un qualcosa di particolare, racconta una storia e vuole dare delle risposte: le ultime scoperte alimentano la curiosità e aiutano gli scettici a trovare i dettagli nascosti.
Il dipinto di Leonardo Da Vinci: qual è il suo messaggio?
L’ultima cena o il Cenacolo di Leonardo da Vinci è l’opera massima del grande maestro, insieme alla Gioconda. Opere affascinanti e misteriose che hanno lasciato nel tempo delle domande senza risposta.
Questo dipinto è passato tra le mani di studiosi, restauratori, teologi e uomini di Chiesa che lo hanno osservato sotto ogni punto di vista e ogni angolazione differente. L’opera oggi è custodita a Milano in un refettorio del convento vicino al santuario di Santa Maria delle Grazie e da pochi giorni è stato scoperto qualcosa di straordinario.
Ultima cena di Leonardo: i simboli del mistero
Il dipinto murale è stato realizzato dal Maestro Da Vinci tra il 1494 e il 1498 su richiesta di Ludovico il Moro. Prima opera straordinaria e oggi nuovamente oggetto di studio per analizzare le pietre preziose che sono raffigurate nell’affresco.
Un aspetto mai esplorato sino ad oggi, considerando che gli studiosi abbiano sempre preferito dedicarsi ad altre sfaccettature di questo capolavoro. L’opera è del Medioevo, quindi il contesto storico di riferimento deve prendere in considerazione non pochi fattori determinanti.
Alla corte di Ludovico il Moro si è potuto avere testimonianza della sua precisione e grande attenzione ai dettagli. Il suo sfoggiare e associare le pietre preziose a significati biblici era usuale e il fatto di averli trovati all’interno del quadro fa porre non poche domande.
Pellicce e mantelli venivano adornati di queste pietre preziose e lo scopo era proprio quello estetico o per aumentare il valore del soggetto di riferimento. L’opera di Leonardo era destinato ad un tipo di ambiente che prevedeva le visite di personaggi di spicco della Chiesa Cattolica. Per questo motivo Leonardo ha studiato un modo per incuriosire i vari personaggi e mettere in mezzo mistero, elementi simbolici e anche tutto ciò che fosse in voga al momento.
La restauratrice di riferimento per le opere di Leonardo da Vinci – Dottoressa Elisabetta Sangalli di Monza – ha raccontato in una recente intervista di come Leonardo abbia inserito le pietre legandole alle caratteristiche di ogni personalità presente nell’opera. Non solo, Da Vinci ha voluto considerare solo 8 delle 12 pietre bibliche classiche:
- Su Gesù è stato posizionato uno smeraldo che rappresenta la pace e la rinascita, come veniva interpretato nel Medioevo
- San Giovanni ha un diamante per rappresentare la purezza, la luminosità della propria anima e la saggezza di questo apostolo prediletto
- Andre è stato impreziosito da una pietra azzurra come lo zaffiro. Questa è ancora sotto studio perché simboleggia il Primo fondamento della Città Celeste come da descrizione che si trova al 12° capitolo dell’Apocalisse.