L’ultimo atto d’amore della psichiatra uccisa a Pisa, il suo rene ha salvato un bambino in attesa di trapianto

Donati gli organi di Barbara Capovani, la psichiatra 55enne aggredita a morte lo scorso venerdì pomeriggio all’esterno dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, dove la vittima lavorava. 

Barbara Capovani
Barbara Capovani – Nanopress.it

A colpirla più volte con una spranga sarebbe stato un suo ex paziente, che qualche ora prima le aveva chiesto un incontro. Lo scorso venerdì pomeriggio l’uomo – residente a Torre del Lago – l’avrebbe attesa fuori dall’ospedale e l’avrebbe colpita più volte con una spranga. Dopo 48 ore di speranze e attese, i medici del nosocomio toscano hanno dichiarato la morte cerebrale della collega, che aveva dato il consenso all’espianto degli organi. Il suo ultimo atto d’amore ha salvato un bambino, che ha ricevuto il suo rene, e un’altra persona ricoverata a Milano, che ha ricevuto il fegato della donna.

Intanto la prossima domenica si svolgeranno in forma laica i funerali di Barbara Capovani all’Università La Sapienza di Pisa. Per quel giorno il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.

L’aggressione mortale alla dottoressa Barbara Capovani

Ha aspettato che uscisse dal lavoro, poi l’ha colpita con una spranga, che gli inquirenti stanno ancora cercando, poi si è dato alla fuga. L’aggressione è costata la vita alla dottoressa Barbara Capovani, 55 anni, psichiatra pisana, morta la scorsa domenica pomeriggio all’ospedale di Pisa. Ad aggredirla sarebbe stato un 35enne italiano, ex paziente della vittima, che 24 ore prima le aveva chiesto un incontro.

L’uomo l’ha colpita più volte alla testa, mentre la dottoressa si trovava nel parcheggio dell’ospedale Santa Chiara di Pisa e poi è fuggito via. È stato fermato due giorni dopo e l’accusa di tentato omicidio è stata riformulata, visto che la dottoressa non ce l’ha fatta.

Barbara Capovani
Barbara Capovani – Nanopress.it

Donati gli organi della vittima

Chi conosceva la dottoressa Capovani, psichiatra di professione, la descrive come una persona gentile e innamorata del suo lavoro. La sua profonda generosità è emersa anche dopo la sua morte, quando il personale dell’ospedale di Pisa ha espiantato fegato e rene, proprio come lei avrebbe voluto. Il primo è arrivato all’ospedale di Milano, il rene è stato invece impiantato in un bambino che attendeva un trapianto all’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Mentre le indagini proseguono, la città di Pisa si prepara a dare l’ultimo saluto alla dottoressa. I funerali, secondo quanto riferisce La Nazione, dovrebbero svolgersi domenica 30 aprile all’Università La Sapienza di Pisa. Sarà presente anche il sindaco – che ha proclamato il lutto cittadino per quel giorno – oltre a colleghi e familiari della donna.

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